In pensione ancora più tardi, anche se crollano le “aspettative di vita”

Tra gli auguri di buon anno, non poteva mancare l’arrivo di un altro “scalino” pensionistico. Pubblichiamo qui di seguito l’analisi dettagliata di Davide Grasso, pubblicata nel sito de “Il sindacato è un’altra cosa” (la componente di opposizione interna alla Cgil), che dà conto di tutti i dettagli “tecnici”.

Noi vorremmo però indirizzare l’attenzione dei lettori sulla contraddizione che comincia a diventare palese tra le ragioni addotte per “riformare le pensioni” dai vari governi criminali degli ultimi decenni e la dinamica reale degli andamenti demografici.

Come abbiamo sentito dire per anni, le “riforme” pensionistiche erano scelte obbligate per “adeguare l’età pensionabile alle aspettative di vita”. Formula infame, certamente, ma dall’apparenza innocente. Che c’è di male, in astratto (ma solo in astratto), a far lavorare qualche anno di più una popolazione che vede continuamente allungarsi nel tempo il momento del trapasso?

Le argomentazioni a contrasto sono state molte, e tutte serie (dai lavori cosiddetti “usuranti” alle pure constatazioni empiriche: come fa una maestra a fare lezione, o un muratore a camminare sui ponteggi, fino a 67 anni?). Ma non hanno spostato di una virgola i programmi dei governi /dalla “riforma Dini” del 1996 a quella “Boeri” in via di progettazione: tremate!).

Il principio basilare restava infatti quello contabile (se la gente vive più a lungo, “non possiamo pagare pensioni per un numero indefinito di anni”), perché le “aspettative di vita” effettivamente continuavano ad aumentare. E chissenefrega se a un quasi settantenne non si può chiedere la stessa efficienza lavorativa di un cinquantenne (a meno di non svolgere professioni esclusivamente intellettuali: giornalista, professore universitario, parlamentare, ecc).

Le ragioni di quell’aumento sono state più volte analizzate: un orario di lavoro limitato a otto ore, la sicurezza del posto (con tutele contro i licenziamenti, ferie, riposi, diritto a periodi di malattia o maternità, ecc), una sanità pubblica efficiente e semigratuita, un’istruzione altrettanto pubblica e semigratuita (che permetteva il funzionamento dell’”ascensore sociale”, verso mestieri meno stressanti sul piano fisico), e infine un’età pensionabile umana (mediamente intorno ai 57 anni, invece dei 67 che vanno a regime dal 1 gennaio).

Tutte queste condizioni favorevoli all’allungamento della vita sono state cancellate più o meno radicalmente (sanità e istruzione sopravvivono con molte difficoltà, ma l’attacco finale contro di esse non è stato ancora sferrato), e i risultati concreti si cominciano a vedere: nel 2015 ci sono stati 68.000 morti in più rispetto al 2014, + 11,3%.

I cambiamenti nei processi demografici sono in genere molto lenti, a meno di eventi socialmente catastrofici come le guerre. Quindi la percezione che se ne ha a livello di common people è ritardata; ossia, prima ci devono essere i mutamenti e poi ci si rende conto di quanto è ormai avvenuto.

In questo caso, però, abbiamo la possibilità di verificare in tempi abbastanza rapidi quel che sta avvenendo. Quel +11,3% del 2015 è un aumento che non si vedeva dagli anni in cui erano in corso due guerre mondiali anche sul nostro territorio. La stretta operata già ora sulle condizioni di vita e di lavoro della popolazione è insomma tale da produrre gli effetti tipici di una guerra. Ossia un abbassamento delle aspettative di vita.

Se, com’è prevedibile, questo andamento si confermerà anche nei prossimi due-tre anni (con ulteriori accelerazioni), tutti gli elementi che concorrono a produrre l’apposito “indice” subiranno variazioni negative tali da rendere impossibile continuare nella cantilena padronale sull’“adeguamento dell’età pensionabile, ecc”.  Resteranno a quel punto solo i brutali criteri contabili: inumani.

Secondo noi non c’è nessuna ragione di attendere che qualche centinaio di migliaia di persone scendano prematuramente nella tomba per cominciarsi ad incazzare. Si può fare anche subito. Esempi e numeri non mancano. Basta smettere di attendere che le cose migliorino per volontà divina. Come si è visto in questi anni, ogni messaggio “ottimistico” sparso da governo e media è solo oppio per invitare alla calma ed avere “fiducia”.

Quel tempo è durato anche troppo e deve finire. Altrimenti ne va della nostra vita…

Serplus complex, dopo due mesi spariti gli effetti collaterali.

Vi scrivo per aggiornarvi sull’effetto di Serplus Complex a due mesi dall’inizio dell’assunzione.

Come sapete io ho CFS con ipersonnia e profonda fatica neurologica ed il serplus complex per le prime due settimane , preso la mattina a stomaco vuoto, aumentava ancora di più la sonnolenza in modo terribile (e devo lavorare).

  

Volevo dirvi che solo due giorni fa, ovvero dopo quasi due mesi di assunzione tutti i giorni (che avevo spostato alla notte passate tre ore da una cena leggera per evitare l’effetto collaterale della sonnolenza al mattino) , è scomparsa la sonnolenza e invece è aumentata la lucidità con Serplus Complex (purtroppo altri benefici non ce ne sono al momento).


Scrivo la mia esperienza perchè potrebbe essere utile ad altre persone con ipersonnia, ovvero che possono servire anche due mesi prima che l’effetto collaterale della sonnolenza si trasformi in quello desiderato, se la sonnolenza non è una cosa ricercata ma da evitare.

Ambiente, salute e politiche di trasporto pubblico urbano a Padova.

Nel “Mattino di Padova” del 16 dicembre è stata data la notizia che la presenza di auto nei parcheggi pubblici cittadini è aumentata del 21% rispetto allo scorso anno. Facile supporre che questo sia dovuto al taglio di intere linee (anche se per metà del percorso) , in particolare quelle che servono gli ospedali e la zona nord della città. L’assessore ai trasporti cittadino si è lasciato andare a dichiarazioni sui giornali quantomeno improvvide, come se non avesse mai usato un bus in vita sua. Ad una popolazione in buona parte anziana ha consigliato di fare qualche centinaio di metri il mattino , in assenza della vecchia linea di bus che una volta serviva il loro quartiere, e di prendere un’altra linea, come se Padova non soffrisse da anni di un sovraffollamento degno di carri bestiame dei bus nelle ore di punta. E ancora, nega il taglio di linee e di frequenze (anche dove i bus sono rimasti, le frequenze sono passate in media da una corsa ogni 15 minuti ad una ogni 20) , anzi , raddoppia : ora gli utenti possono addirittura prendere le linee extraurbane quindi il servizio è migliorato .

Quest'uomo deve iniziare ad andare al lavoro con i bus, per rendersi conto di com'è stato ridotto il servizio pubblico di trasporti Peccato che ci sia un ma: non si possono prendere nelle ore di punta, ovvero il mattino dalle 7 alle 9 e dalle 12.30 alle 14.30, cioè quando servono nel primo caso a studenti e lavoratori, e nel secondo agli studenti, ovvero ai maggiori fruitori del servizio pubblico (i pendolari).
C’è da rimanere sbigottiti di fronte a queste affermazioni ! Si dipinge una realtà contraria a quella attuale !
Purtroppo, attuare delle politiche (votate a Padova da tutti i partiti, dalla Lega al PD, con gli unici voti contrari di Movimento Cinque Stelle e Padova 2020) che comportano dei tagli (espressi in milione di km/ anno) nel servizio di trasporto pubblico hanno una contropartita: un maggior uso dell’automobile. E se stessimo parlando di andare a fare la spesa in un supermercato piuttosto che in un altro, o di andare al mare o in montagna, poco cambierebbe. La questione è che una maggior circolazione delle auto comporta un costo maggiore sanitario sia per l’aumento degli incidenti stradali (e delle lesioni) , sia per l’inquinamento, in una regione, la pianura padana, che da oltre due mesi ha valori di poveri sottili 2,5 volte il massimo consentito, con un danno per la salute di tutti noi (sia in termini di patologie polmonari che di morti premature, come potete leggere in questo articolo).

Siamo senza bus la sera  , con un servizio taxi carissimo (con aumenti di tariffe regolarmente approvate dal Comune, come se gli stessi aumenti li avessero avuti i cittadini che di questo servizio dovrebbero poter fruire), e nelle ore di punta è impossibile prendere il bus. La linea 18, che pure nel tragitto che utilizzo io da Ponte di Brenta a Largo Europa non ha avuto tagli – mentre è stata soppressa nell’altra metà) , dalle 7 alle 8 è imprendibile, e nei giorni di pioggia io che abito a San Lazzaro, nella zona del possibile futuro ospedale (auguri!) , rimango a piedi perchè il bus è talmente pieno che non si riesce a salire. E ovviamente, dato che devo essere in ufficio ben prima delle 9, non posso usare il servizio extraurbano. Lascia o raddoppia ? Ecco che anch’io, dopo praticamente 25 anni di uso di moto e bus, ho lasciato il bus per l’auto. E dire che io non dovevo nemmeno cambiare mezzo , come capita agli sfortunati abitanti di Cadoneghe e Vigodarzere, o di Albignasego. Non voglio nemmeno fare il confronto con Bologna, una città in una regione che finanzia molto di più le aziende di trasporto pubblico per ogni km di percorrenza , e che ha attivato nel corso degli ultimi due anni alcune nuove stazioni per il servizio urbano (Bologna Mazzini e San Vitale, solo per ricordare le più recenti) , mentre ha altre linee ferroviarie gestite da Tper che arrivano fino all’ospedale S. Orsola .
Parliamo di Verona, altra città in Veneto. Ad ogni fermata del bus c’è indicato non l’orario di partenza dal capolinea, bensì quello di transito alla fermata. Sul sito internet dell’azienda è possibile vedere l’elenco di tutte le fermata di ogni linea con anche indicati i minuti di percorrenza .

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I bus, nelle tratte principali, ci sono anche la sera.
Cos’hanno fatto di male i padovani per essere condannati a spostarsi in una città tutto sommato piccola come Padova esclusivamente in auto ?

 

 

Il cuore della terapia del prof. Bianchi per la mia CFS

EDIT: Anche questa terapia, come tutte quelle fatte finora (immunoglobuline comprese) , non ha funzionato. L’unico farmaco che mi aiuta nella fatica e nella sintomatologia è il Provigil (Modafinil) che però può essere prescritto solo da un neurologo specializzato in medicina del sonno.

Da ieri sono a letto con una specie di influenza (e non so se sia influenza): testa che sembra che traballi, zero febbre (anzi, 36.1….) come sempre,  e tantissima debolezza con, come in ogni volta in cui sto male , l’intestino bloccato, nonostante tisana digestiva, ecc. In questi casi, come sempre, salto la cena (ma non il pranzo) finchè non sento che sto meglio. Come alcuni di voi sapranno, insieme alla terapia blandamente antivirale con viruxan che durerà un anno e che ho iniziato il 1 dicembre , e che sto proseguendo con il consenso del medico omeopatico e naturopata che mi sta seguendo dai primi di dicembre , sto assumendo un’altra terapia.

Serplus, Viruxan , prima dell'arrivo delle capsule galeniche contenenti DHEA, tiroide secca suina , cordyceps ed altre cose.
Serplus, Viruxan , prima dell’arrivo delle capsule galeniche contenenti DHEA, tiroide secca suina , cordyceps ed altre cose.

Solo oggi ho visto il contenuto delle capsule che sto assumendo, una a giorni alterni:

Contenuto  GDT90  :

tiroide suina plv 0.2% 90mg
– vitamina b2 30 mg
– zinco chelato 20% 100mg
– tirosina 50mg
kelp del pacifico 30mg
-cellulosa microcristallina 500mg

Contenuto GDH50:

– DHEA 50mg
Cordyceps sinensis 100mg
Maca esv 50mg
Tribulus terrestris e.s. 80mg
– Turnera aphrodisiaca esv 100mg
– zinco chelato 20% 20mg
– cellulosa microcristallina 500mg

Il contenuto è un insieme di integratori che sono noti (anche in alcuni studi in PubMED) per la loro attività antinfiammatoria e anche sull’asse ipofisi-surrene. Detto questo, le sto assumendo da appena 5 giorni , senza alcun effetto positivo , anzi, vi ho appena detto , sono a letto 😉

Il medico ha detto però una cosa interessante : o funziona entro un mese , o non funziona . Un saluto a tutti.

Aggiornamento del 24 dicembre 2015: a 10 giorni dall’arrivo delle capsule descritte qui sopra, mi accorgo che il pomeriggio , a partire dalle 16 , sto meglio , diminuisce la sonnolenza ed aumentano le energie. Di quanto, di un qualcosa che fa la differenza, con la CFS, lungi dal dire che sono come una persona normale della mia età, ma è già qualcosa. Contemporaneamente, il Serplus Complex ha smesso di darmi sonnolenza e mi rende più lucido, e così sono passato ad assumerlo la mattina. Ci sono voluti due mesi, mentre in persone con altre patologie minori, ben diverse dalla CFS, la sonnolenza dura 2-3 giorni al massimo. Ho riferito questo oggi al prof. Paolo Mainardi, creatore del Serplus Complex, dato che credo che il feedback preciso dei pazienti sia importante. Credo sia interessante che io con questa terapia riesca a ridurre la sonnolenza , dato che , Provigil (miracoloso) a parte, solo il cortisone riusciva in questa cosa, ma con l’enorme effetto collaterale di inibire la produzione endogena delle mie ghiandole surrenali. Questa terapia mi consente di affrontare meglio la maratona del blando antivirale Viruxan che mi provoca affaticamento, ma che devo prendere per almeno un anno per cercare di ridurre la presenza del virus EBV nel mio corpo, che è stato la causa della mia CFS nel lontano 1998.

I sopravvissuti all’Ebola non tornano tutti sani.

Uno studio su alcuni pazienti sopravvissuti al virus Ebola negli USA (qui l’articolo sul forum sulla ME/CFS) ha mostrato che anche quando il virus è stato debellato, i pazienti continuano ad avere grossi problemi neurocognitivi, molto simili alla CFS . Questo articolo dice anche un’altra cosa che mi riguarda da vicino, ovvero definisce “incredibile” che il CDC (Center for Control Disease americano) segua 10 pazienti colpiti dal virus Ebola mentre non segue il milione di malati di ME/CFS nè le conseguenze della mononucleosi infettiva, che provoca in circa il 10% dei pazienti la ME/CFS. Ecco, la statistica mi mancava ed è tremenda. Non mi sento più così, come mi ha definito la sostituta della dottoressa medico di base qualche settimana fa, uno “sfigato” per aver sviluppato quella che una volta si chiamava “sindrome postvirale astenica” dopo quella terribile mononucleosi.

La lettera di Marco alle IENE sulla CFS.

Un giovane paziente vi ha girato questa lettera che ha inviato alle IENE. Sei tutti noi, Marco!!

Ciao,

mi chiamo Marco ho 15 anni e seguo il vostro programma e vi scrivo perché ho proprio bisogno di voi, in quanto a causa della scarsa conoscenza e talvolta dello scarso impegno dei rappresentati dell’istituzione scolastica, in seguito alla malattia da cui sono affetto non mi è garantito il diritto allo studio.
In accordo con mia mamma ho deciso di chiedere il vostro aiuto e farvi sapere della situazione in cui mi trovo io, come probabilmente (e purtroppo !!) molti altri ragazzi affetti da cfs. La cfs, altrimenti detta sindrome fatica cronica o encefalomielite mialgica, è una malattia della quale ancora non esiste la cura, nonostante negli USA la ricerca sta andando avanti.
La cfs presenta vari sintomi e diversi disturbi, detto brevemente e come se si vivesse in uno stato influenzale perenne con dolori muscolari, spossatezza, disturbi del sonno, abbassamento delle difese immunitarie (con relativo aumento della sensibilità alle malattie) , vertigini, problemi intestinali, mal di testa intensi.
Come ho scritto ho 15 anni e soffro di questa sindrome da quando ne avevo 8 (in seguito ad una mononucleosi), nonostante mi sia stata diagnosticata con ben 5 anni di ritardo!! Questa patologia è riconosciuta dall’I.N.P.S. dalla quale mi è stata accertata l’invalidità civile legge 104 art. 3 comma 3 e l’indennità di frequenza. La diagnosi, per quel che riguarda la mia esperienza, è arrivata dopo molte peripezie, una lunga serie di visite specialistiche analisi di ogni tipo, diagnosi errate quindi conseguenti cure che anziché migliorare la situazione la peggioravano, come già detto PER OLTE 5 ANNI è stato un vero calvario. Solo il professor Michele Spina (che collabora con il professor Umberto Tirelli nel seguire la CFS) del C.R.O. (centro di riferimento oncologico) di Aviano mi ha dato la diagnosi definitiva. Il 19 marzo 2013.
Purtroppo le problematiche che ho dovuto affrontare non sono state solo quelle relative alla malattia, ma anche alla scuola, infatti già prima della diagnosi vera e propria ho dovuto faticare perché la frequenza è stata altalenante.
Soprattutto gli ultimi anni hanno presentato molte difficoltà perché la malattia si è aggravata col tempo, e solo con grandi sforzi sono arrivato a concludere la seconda media riuscendo a frequentare sempre meno le lezioni . L’anno successivo in seguito ad un citomegalovirus il mio stato di salute è ulteriormente peggiorato, tanto che da allora non sono più riuscito a frequentare la scuola. Nonostante questo, grazie all’istruzione domiciliare che la scuola mi ha fornito, come spettantemi di diritto, ho ottenuto la licenza media, in seguito a regolari esami di stato, ricevendo oltretutto attestati di stima da parte degli insegnati. Infatti i professori presenti agli esami mi hanno caldamente raccomandato di proseguire gli studi (consigliandomi di non limitarmi ad un semplice corso professionale), viste le mie capacità intellettive .
Purtroppo però, nonostante mia mamma si sia mossa con anticipo rispetto ai tempi richiesti tutt’oggi mi ritrovo a non aver fatto nemmeno un’ora di lezione. Già a febbraio 2015 al momento dell’iscrizione alla prima superiore la scuola ci aveva garantito che a partire da settembre documentazione alla mano, sarebbe stata attivata l’istruzione domiciliare di cui necessito, come certificato dal professor Michele Spina (l’oncologo che mi ha in cura). Nonostante ciò dallo stesso mese di settembre con il cambio del dirigente, i responsabili scolastici e le assistenti sociali, hanno iniziato a fare promesse continuamente rimandate e mai mantenute ed a non presenziare e ne organizzare gli appuntamenti presi per tempo, accampando mille scuse e lavandosene le mani .
Io ed i miei famigliari siamo disperati ed io più di tutti ovviamente, perché oltre alle sofferenze causatemi dalla malattia mi vedo negare la possibilità di crearmi un futuro ed il diritto allo studio, che spetta ad ogni essere umano!!
Già dalle scuole medie è stato difficile poter far attivare l’insegnamento domiciliare, vista la grande ignoranza nei confronti della malattia.
Pensavamo che il peggio fosse oramai passato, invece la situazione si sta ripetendo, in modo addirittura più drammatico ed io non ne posso davvero più !!
Tenete presente che le situazioni di sovraccarico di stress peggiorano la mia malattia (a detta dei medici stessi), figuratevi se prolungate e continue.
Mi affido a voi perché so che non vi fermate davanti alle prime difficoltà e che siete tenaci e perseveranti, insomma, quando si tratta di lottare contro le ingiustizie non mollate l’osso !!
Se vi scrivo, oltretutto non è solo per m , ma anche per diffondere la conoscenza della malattia (già riconosciuta dall’organizzazione mondiale della sanità) e per poter aiutare quei ragazzi che si trovano, come me, a dover combattere contro l’ignoranza , incompetenza e ottusità !!
In USA la percentuale di popolazione colpita da CFS si aggira tra lo 0,3% – 0,4% ed in Italia secondo gli esperti non siamo distanti da questi dati percentuali .
Spero proprio che vi facciate vivi e che mi aiutiate a ritrovare un po’ di fiducia e speranza in questo sistema ‘’marcio’’ e malato (anche cambiando scuola la situazione non cambierebbe…).
Ciao

3, addio. La nuova offerta TIM SMART FIBRA

Era l’anno 2003 quando io e Marco (ora lui , saggiamente, si è trasferito a Sydney) tentammo la via del nuovo operatore alternativo a Omnitel e a TIM, 3 . Riuscivamo già in quell’anno a fare videochiamate tra Padova e Manzano (UD), mentre nel suo paese, S. Giovanni al Natisone , non c’era la copertura 3G. A parte qualche breve periodo di qualche settimana in cui passavo a Vodafone o TIM per poi tornare a 3 con un’offerta per avere con 30 euro al mese 30 euro di traffico ed un videofonino (arrivarono prima l’LG U960 , poi un altro LG, poi il Samsung Galaxy S2) , mi sono sempre trovato bene con 3. In particolare nell’area metropolitana tra Padova  Venezia e Treviso la copertura è più che buona.

Il 16 ottobre 2015 un’operatrice mi ha chiamato per propormi il passaggio dalla mia precedente tariffa ALL-IN 400 con la quale mi trovavo bene alla nuova ALL-IN ONE, minuti ed sms illimitati e sempre 2GB di traffico 4G , a cui aggiungevo (ed aggiungo altri 3GB con 5 euro al mese). Prima di registrare la telefonata , l’unica informazione che vale contrattualmente, l’operatrice, imbrogliandomi , mi aveva detto che i 25 euro del cambio piano mi sarebbero stati restituiti con 5 euro di ricarica mensili per 5 mesi.
Dopo il passaggio ho scoperto che non era vero . Ho spedito quindi una raccomandata (altri 5 euro) per avvalermi del diritto di ripensamento valido per i contratti conclusi a distanza (e quindi anche quelli ottenuti telefonicamente)  . Dopo oltre un mese non avevo ricevuto ancora alcuna informazione , ed ecco cosa mi ha risposto , via web, la 3:

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La rabbia è molta, ma quando c’è un’alternativa, l’occasione è perfetta. Da pochi giorni è disponibile anche per chi come me ha la Fibra Telecom Italia un’opzione che consente con 10 euro al mese (in bolletta) di avere 500 minuti e 2GB di internet LTE (ovvero 4G) con l’ottima copertura di TIM.  Il pacchetto si chiama TIM SMART FIBRA (qui i dettagli). Con altri 10 euro al mese avrò altri 2GB  , arrivando a spendere come spendevo con la 3, ma con un piccolo vantaggio: la migliore copertura. Non solo, risparmierò anche qualcosa sulla bolletta di casa, dato che anziché i 45 euro che spendo ora per la fibra , ne spenderò 39 . Tutto questo senza contare le varie offerte che anche TIM periodicamente fa , come quella di avere altri 2 GB gratis attivando un’app di TIM che serve a monitorare la qualità del loro traffico dati , anche se solo per Android. 3, addio. Essere preso in giro così, no grazie, almeno nella parte informatica / telefonia.

Viruxan. Per un anno.

Aggiornamento : anche questa terapia purtroppo non ha dato risultati.

Dopo aver ricevuto notizia di un grande successo dell’antivirale a basso costo (e con scarsi effetti collaterali) Viruxan , da parte di una persona con CFS e come me positiva a HHV-7 in PCR, ma solo a partire dal settimo mese di assunzione (nel mio referto c’era scritto di prenderlo in effetti per almeno 1 anno) , ci riprovo. 1 Dicembre 2015 , inizio con Viruxan , per un anno. Gli effetti collaterali sono….maggiore stanchezza, il che è un macello , soprattutto per il lavoro, ma non posso mollare.

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Qui trovate alcuni studi su PubMed riguardanti l’efficacia del principio attivo di viruxan nei confronti di EBV , l’abstract di uno dei quali dice:

Isoprinosine, a synthetic purine derivative and a potentially useful immunostimulating agent, was tested for its ability to enhance lymphocyte responses to Epstein-Barr virus (EBV) antigens and to autologous EBV-transformed lymphocytes. Isoprinosine significantly enhanced the response of sensitized lymphocytes (i.e. from EBV-seropositive individuals) to EBV antigens, while it has no effect on the lack of response of unsensitized lymphocytes (i.e. from EBV-seronegative individuals) to these antigens. In addition, isoprinosine enhanced lymphocytes response to autologous EBV-transformed cells, and potentiated the generation of cytotoxic lymphocytes. From these observations, and since immunosuppression is commonly observed in EBV-associated malignancies and other EBV-induced disorders, it may be important to point out that the use of isoprinosine as an immunostimulating agent in patients with these diseases deserves serious consideration.

L’unico trial effettuato spiega delle cose molto interessanti (ma che i malati di CFS già sanno), ovvero che la terapia è stata efficace solo in un sottogruppo di pazienti con CFS (non tutte le CFS in effetti hanno origini virali) e che il tempo è un fattore determinante: in questa analisi temporale di 28 settimane (sette mesi), nelle prime 12 settimane (tre mesi) non c’era stato alcun incremento nelle citochine coinvolte nell’aggressione al virus, cosa che invece è avvenuta solo successivamente.

Ne parla anche il dr. Cheney in un interessante articolo dove spiega la differenza tra il principio attivo del viruxan e Kutapressin che è invece un vero antivirale.

Purtroppo, come già era avvenuto nel mese in cui l’avevo preso nel 2014, mi si blocca l’intestino e la stanchezza aumenta ancora di più , nonostante faccia di tutto, dall’alimentazione a passeggiate tutti i giorni, per evitare che succeda.

L’andamento del mio peso da quando ho iniziato la terapia con viruxan. credetemi che sto curando la dieta in modo molto attento ma è la stanchezza e la sonnolenza che paralizzano anche l intestino (o viceversa). ed è una maratona che durerà ancora 11 mesi. pensate che cammino tutti i giorni almeno mezz’ora.