dalla pagina https://www.linkiesta.it/it/article/2016/05/14/la-ricetta-per-la-felicita-ha-75-anni-e-viene-da-harvard/30364/
Dal 1938, un gruppo di ricercatori dell’università americana ha studiato
le vite di 724 persone (tutti maschi) divise in due macro-gruppi: 268
studenti al secondo anno dell’ateneo bostoniano seguiti dall’equipe
dello psichiatra George Vaillant (tra cui il futuro presidente degli Usa
John F. Kennedy), da un lato; e 456 ragazzi fra i 14 e i 16 anni (tutti
residenti nei sobborghi di Boston) “analizzati” dalla School of Law,
dall’altro. Ogni due anni, gli studiosi incontravano sempre
le stesse persone per sottoporle a questionari di valutazione ed esami
medici. Lo scopo era quello di capire quali fossero i fattori che
garantiscono una vita felice e, allo stesso tempo, capire cosa volesse
dire per le persone intervistate vivere e invecchiare felicemente. Il
risultato? «Il messaggio più chiaro che otteniamo da questo studio è che
le buone relazioni ci mantengono felici e più sani. Punto».
Un
messaggio forte, perché se per i risultati paralleli che sono emersi si
parla di correlazione, nel caso delle relazioni c’è una buona dose di
causalità. Come hanno notato gli psicologi alle prese con coppie di
sposi ottantenni. Nella loro memoria, litigate e incomprensioni
lasciavano posto alla sensazione di poter comunque contare l’uno
sull’altra ogni volta che le cose si fossero fatte davvero complicate.
Come a dire che conta di più la qualità della relazione che la quantità
di quelle che si instaurano: «Sappiamo che ci si può sentire soli anche
in una folla», ha affermato Waldinger dal palco mettendo al bando la
solitudine intesa come isolamento. A chi ci riesce, il premio è quello
di un benessere psico-fisico che nel tempo allunga l’aspettativa e le
condizioni di vita.
A chi crede che al di là dei dati grezzi
raccolti, la ricerca non abbia fatto altro che scoprire l’acqua calda,
lo stesso Waldinger risponde che in quanto umani siamo portati a
dimenticarci di una cosa tanto semplice: «Le relazioni – ha sentenziato
lo psicologo – sono caotiche e complicate e il duro lavoro di prendersi
cura della famiglia e degli amici, non è né sexy, né popolare. Dura
tutta la vita, non finisce mai». Una lezione che sembra fatta a posta
per i Millennial: per l’80% di loro, il primo obiettivo della vita è
diventare ricchi magari inseguendo la celebrità (come ha affermato il
50% del campione).