A Padova si continua a girare in bici con il buio senza alcun rispetto per le norme di circolazione e senza fari !

Anche pochi giorni fa , con uno spavento immenso, ho rischiato di travolgere une persona in bici senza alcun faro, che tra l’altro dal marciapiede è scesa repentinamente in strada.  Invisibile e incurante del pericolo per sé , ma anche delle conseguenze per chi lo/a avrebbe investito/a.

Sarebbe omicidio stradale e quanti anni di carcere e di vita rovinata in attesa della infinita (in)giustizia italiana ? Ah, magari se avessi preso uno spritz la presunzione di colpevolezza.
BASTA !

1) obbligo di inversione dell’onere della prova di colpevolezza a sfavore del ciclista se gira senza alcun dispositivo di segnalazione (faro, catarifrangenti sui pedali, ecc). ???? e/o senza aver segnalato cambio di corsia

2) confisca del mezzo

3) denuncia penale per procurato allarme

 

 

Le città più inquinate d’Europa, Padova in testa…

L’articolo è di fine 2013, ma purtroppo la situazione è solo peggiorata… da Wired : https://www.wired.it/attualita/ambiente/2013/10/15/le-citta-italiane-le-piu-inquinate-deuropa-padova-testa/

(qui l’ultima versione del rapporto, 2016)

Le città italiane le più inquinate d'Europa, Padova in testa

Nonostante le emissioni inquinanti siano diminuite in Europa, l’88% di quanti vivono nelle città europee è esposto a livelli di inquinamento dell’aria considerati dannosi dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms). Lo dice l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ Ambiente (Aea) sulla qualità dell’aria in Europa, che mette Padova in cima alla liste delle città più inquinate, seguita da altre 22 città italiane.
In generale, le Pm 2,5, le polveri ultrasottili particolarmente pericolose, sono sopra i limiti nel 91-96% dei casi. Le concentrazioni di ozono di bassa quota, quello più dannoso, superano le indicazioni Oms nel 97-98% dei casi.

Padova peggio di tutte …ma non è sola
La città euganea ha segnato 104 giorni di superamenti dei limiti massimi consentiti nel 2011. “Non è andata molto meglio nel 2012 – spiega Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova. Anche l’anno scorso si sono verificati 90 giorni di superamento del limite dell’ozono”.
Il problema è “il massiccio traffico veicolare. L’amministrazione comunale – continua Passi – non può continuare a procrastinare serie misure strutturali e permanenti di contrasto a traffico e smog”.

Disastro in Pianura Padana
Sul fronte ozono Padova è seguita da Lecco, che nel 2011 ha avuto livelli di ozono sopra i limiti di guardia per ben 100 giorni, poi arriva la spagnola Caceres, e poi ancora Italia: Pavia, Reggio Emilia, Treviso e Parma, Verona e Varese, Modena, Udine e Novara. L’Italia detiene il record assoluto, con valori oltre tre volte più elevati rispetto alla soglia limite e la Pianura Padana è fra le aree maggiormente colpite del continente, anche nelle zone rurali.

Il traffico resta il problema maggiore, seguito dall’industria, dall’agricoltura e dai riscaldamenti delle abitazioni. La situazione ” influisce sulla qualità della vita dei cittadini, perché può causare problemi respiratori, morti premature e accorciare l’aspettativa di vita“, ha detto il direttore dell’agenzia, Hans Bruyninckx, chiedendo poi ai cittadini europei di riflettere sull’impatto ambientale che deriva dal mezzo con cui scelgono di spostarsi. Il commissario europeo all’ambiente, Janez Potocnik, si è detto “pronto a rispondere” all’emergenza con nuove regole, entro quest’anno.

Le dieci più inquinate d’Europa
Padova: in Europa è la regina delle emissioni inquinanti da ozono. Ha sforato nel 2011 per ben 104 giorni i limiti massimi raccomandati dall’OMS.
Lecco: segue a ruota Padova, con 100 giorni di sforamenti in un anno.
Caceres: la città spagnola è l’unica non italiana – nelle prime 24 posizioni – a finire nella lista nera dell’Agenzia europea.
Pavia: è la quarta città più inquinata d’Europa per presenza di ozono nell’aria. Insieme alle polveri sottili, l’ozono è responsabile di danni al sistema respiratorio e tumori.
Reggio Emilia: quinta classificata. “Bisogna ripensare ai mezzi di trasporto che usiamo” ha detto il presidente dell’Aea commentando il rapporto.
Treviso: sesta classifica.
Parma: settima classificata.
Verona: ottava classificata.
Varese: nona classificata.
Modena: decima classificata.
Seguono Udine e Novara.

In bus a Padova per le festività natalizie ? ehm…

Leggo sui giornali delle iniziative (nulla di nuovo, anche rispetto all’anno scorso) per incentivare l’utilizzo di bus e tram durante le festività natalizie. Nel mio caso, quando ci ho provato, si è trattato di una follia.

Abito in zona San Lazzaro, non lontano dalla zona dei negozi commerciali di via Venezia.
Oramai da alcuni anni, la domenica la tratta è servita, se così si può dire, dal bus che collega Ponte di Brenta alla stazione ed a Tencarola / Selvazzano.
A causa del limitato raggio di curvatura del percorso a Tencarola / Selvazzano, non possono essere impiegati i bus autosnodati. Il risultato è che in una qualsiasi domenica , anche d’estate, prendere questo bus negli orari di punta diventa un’odissea, al pari di prendere il consueto 18 alle 7.30 del mattino, quando alle volte già a 5 fermate dal capolinea di Ponte di Brenta salta le fermate perché strapieno !
Nel caso dell’orario festivo la cosa è paradossale: in tre anni possibile che tra Comune  di Selvazzano e Busitalia (prima Aps) non ci sia messi d’accordo per garantire un percorso che consenta l’utilizzo di bus più capienti per non far viaggiare gli utenti in modo disumano (provate a guardare alla fermata di Auchan / Media World) ?
E’ così difficile ?
Ah, certo, avrei un’alternativa. Prendere il bus 42 per andare in centro, uno dei pochi che non è stato “castrato” nel suo percorso dai tagli decisi da Comune e Busitalia: una corsa ogni 50 minuti nei giorni festivi. Posso sperare, almeno per il 2017, di vedere sulla tratta 12 festiva Ponte di Brenta-Tencarola dei bus più capienti ?

Resoconto della visita di controllo a Endocrinologia a Padova

Prima che la memoria mi abbandoni del tutto, un breve riassunto della visita di controllo di oggi. Non c’era il (bravo) prof. Betterle , e lo sapevo, perché di solito riceve il giovedì pomeriggio, primo posto a novembre e l’appuntamento che ho trovato oggi per una disdetta era con un’altra dottoressa.

Bene.  Spiego il quadro , mostrando anche che ACTH e cortisolo sono inaspettatamente migliorati (merito di Viruxan ? Della combinazione Glialia+  Q10 redox + glutatione + zinco ?), mi chiede se mi sento meglio e le dico di no e che sono a rischio di lasciare il lavoro.

Aggiornamento a maggio 2017: dal grafico interattivo qui sotto  vedete il miglioramento continuo dell’andamento del mio cortisolo dal 2015 al 2017. L’ultimo test del cortisolo salivare è stato fatto in un giorno in cui ho assunto Wakix (pitolisant) , un nuovo farmaco che agisce sui recettori H3 dell’istamina nel cervello ed è in fase di studio per alcune patologie neurodegenerative o neuropsichiatriche come ADHD e Parkinson, oltre che per la sonnolenza e la fatica nella narcolessia e nella ipersonnia idiopatica.

Mi misura la pressione , mi chiede quanta vitamina D3 prendo e le dico 20 gocce al giorno e inorridita mi dice che è tantissimo , allora le mostro gli esami recentissimi della vitamina D e le spiego che con tutto quello che prendo di DIBASE ho appena 40, su un range di sufficienza 30-150. Insiste che va ridotta comunque. Dice che , anche visto che sto prendendo Viruxan e che ho sviluppato la CFS dopo la mononucleosi, il problema è di tipo immunologico e quindi endocrinologico e che non ha senso che ci vediamo ancora (notare, ho l’esenzione per patologia a endocrinologia!!). Le spiego che in ben due centri medici differenti, il CRO di Aviano , specializzato in CFS che proprio a Immunologia a Padova (!!!) pensano che il problema sia prettamente endocrinologico, a quel punto propone una visita tra un anno. 

Quella corsa Busitalia saltata da Montegrotto per l’aeroporto di Venezia, e i passeggeri abbandonati a loro stessi

Mercoledì 6 gennaio 2016 insieme ad una decina circa di persone attendevo a San Lazzaro (via prima Strada) il bus delle 10.32 diretto a Venezia e poi all’aeroporto di Venezia, dato che dovevo prendere un aereo.

5E08240C-2A35-4C9B-9AA6-380D53F09951Ho atteso fino alle 11.20 senza che passasse alcun bus e alla fine per non perdere l’aereo ho dovuto chiedere un passaggio in auto ad un parente fino all’aeroporto. Credo sia saltata la corsa. Ho provato (e non solo io) a telefonare al numero di Busitalia scritto nella tabella degli orari alla fermata e dopo aver scelto tutte le opzioni possibili in vari tentativi di telefonata ( 1 per informazioni, 2 per reclami e suggerimenti), una voce rispondeva “il numero è occupato” senza darmi la possibilità di rimanere in attesa e facendo cadere la linea. Ma che servizio di assistenza telefonica agli utenti, è questo ?
Io credo che da un decennio non mi imbattessi in un numero di telefono di un’azienda che svolge un servizio pubblico e che non consente all’utente di non rimanere in attesa per parlare con qualcuno e sapere lo stato di una corsa di un bus.

Per cortesia qualcuno mi sa dire cosa è successo a quella corsa e quali provvedimenti tecnici (banalissimi, immagino) intende prendere Busitalia per far sì che un utente che telefoni e che trovi la linea occupata possa sapere qualcosa ?

Un nuovo bus 16 per Cadoneghe, Vigodarzere e Bragni

Sarebbe una grande occasione per invertire la scelta  illogica di Comune di Padova e Busitalia di aumentare le rotture di carico (ovvero i trasbordi che si devono fare per raggiungere da una località un altra, vedi il taglio delle linee 16, 18 per non parlare di quella drammatica avvenuta con il tram per Cadoneghe e Vigodarzere anni fa), quella di ripristinare la linea 16 nel territorio a nord della stazione, facendola proseguire per Cadoneghe / Bragni / Vigodarzere, costituendo un asse che collegherebbe velocemente gli istituti Belzoni-Boaga,  Curiel (via Vecellio) e quelli del centro storico per quanto riguarda gli studenti e gli ospedali con la zona nord della città con un percorso diverso e quindi non sovrapposto a quello del tram, ponendo fine alla vera via crucis che devono fare i cittadini dei comuni della cintura nord di Padova per arrivare in città.

Ambiente, salute e politiche di trasporto pubblico urbano a Padova.

Nel “Mattino di Padova” del 16 dicembre è stata data la notizia che la presenza di auto nei parcheggi pubblici cittadini è aumentata del 21% rispetto allo scorso anno. Facile supporre che questo sia dovuto al taglio di intere linee (anche se per metà del percorso) , in particolare quelle che servono gli ospedali e la zona nord della città. L’assessore ai trasporti cittadino si è lasciato andare a dichiarazioni sui giornali quantomeno improvvide, come se non avesse mai usato un bus in vita sua. Ad una popolazione in buona parte anziana ha consigliato di fare qualche centinaio di metri il mattino , in assenza della vecchia linea di bus che una volta serviva il loro quartiere, e di prendere un’altra linea, come se Padova non soffrisse da anni di un sovraffollamento degno di carri bestiame dei bus nelle ore di punta. E ancora, nega il taglio di linee e di frequenze (anche dove i bus sono rimasti, le frequenze sono passate in media da una corsa ogni 15 minuti ad una ogni 20) , anzi , raddoppia : ora gli utenti possono addirittura prendere le linee extraurbane quindi il servizio è migliorato .

Quest'uomo deve iniziare ad andare al lavoro con i bus, per rendersi conto di com'è stato ridotto il servizio pubblico di trasporti Peccato che ci sia un ma: non si possono prendere nelle ore di punta, ovvero il mattino dalle 7 alle 9 e dalle 12.30 alle 14.30, cioè quando servono nel primo caso a studenti e lavoratori, e nel secondo agli studenti, ovvero ai maggiori fruitori del servizio pubblico (i pendolari).
C’è da rimanere sbigottiti di fronte a queste affermazioni ! Si dipinge una realtà contraria a quella attuale !
Purtroppo, attuare delle politiche (votate a Padova da tutti i partiti, dalla Lega al PD, con gli unici voti contrari di Movimento Cinque Stelle e Padova 2020) che comportano dei tagli (espressi in milione di km/ anno) nel servizio di trasporto pubblico hanno una contropartita: un maggior uso dell’automobile. E se stessimo parlando di andare a fare la spesa in un supermercato piuttosto che in un altro, o di andare al mare o in montagna, poco cambierebbe. La questione è che una maggior circolazione delle auto comporta un costo maggiore sanitario sia per l’aumento degli incidenti stradali (e delle lesioni) , sia per l’inquinamento, in una regione, la pianura padana, che da oltre due mesi ha valori di poveri sottili 2,5 volte il massimo consentito, con un danno per la salute di tutti noi (sia in termini di patologie polmonari che di morti premature, come potete leggere in questo articolo).

Siamo senza bus la sera  , con un servizio taxi carissimo (con aumenti di tariffe regolarmente approvate dal Comune, come se gli stessi aumenti li avessero avuti i cittadini che di questo servizio dovrebbero poter fruire), e nelle ore di punta è impossibile prendere il bus. La linea 18, che pure nel tragitto che utilizzo io da Ponte di Brenta a Largo Europa non ha avuto tagli – mentre è stata soppressa nell’altra metà) , dalle 7 alle 8 è imprendibile, e nei giorni di pioggia io che abito a San Lazzaro, nella zona del possibile futuro ospedale (auguri!) , rimango a piedi perchè il bus è talmente pieno che non si riesce a salire. E ovviamente, dato che devo essere in ufficio ben prima delle 9, non posso usare il servizio extraurbano. Lascia o raddoppia ? Ecco che anch’io, dopo praticamente 25 anni di uso di moto e bus, ho lasciato il bus per l’auto. E dire che io non dovevo nemmeno cambiare mezzo , come capita agli sfortunati abitanti di Cadoneghe e Vigodarzere, o di Albignasego. Non voglio nemmeno fare il confronto con Bologna, una città in una regione che finanzia molto di più le aziende di trasporto pubblico per ogni km di percorrenza , e che ha attivato nel corso degli ultimi due anni alcune nuove stazioni per il servizio urbano (Bologna Mazzini e San Vitale, solo per ricordare le più recenti) , mentre ha altre linee ferroviarie gestite da Tper che arrivano fino all’ospedale S. Orsola .
Parliamo di Verona, altra città in Veneto. Ad ogni fermata del bus c’è indicato non l’orario di partenza dal capolinea, bensì quello di transito alla fermata. Sul sito internet dell’azienda è possibile vedere l’elenco di tutte le fermata di ogni linea con anche indicati i minuti di percorrenza .

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I bus, nelle tratte principali, ci sono anche la sera.
Cos’hanno fatto di male i padovani per essere condannati a spostarsi in una città tutto sommato piccola come Padova esclusivamente in auto ?

 

 

Busitalia a Padova.

Secondo Busitalia (a guida leghista, i famosi “veneto ai veneti”, ma che tagliano i bus e i posti letto negli ospedali ai veneti) , il 18 , che prima non riusciva ad arrivare in stazione da Ponte di Brenta in 15 minuti , adesso in 15 minuti (18 nelle ore di punta) dovrebbe arrivare 4 semafori dopo , in Largo Europa. E infatti: questa sera il 18 delle 18.25 è arrivato in Largo Europa alle 18.50. Il punto è che non è così solo a Busitalia: i vertici si prendono i premi per raggiungere i risultati (che spesso consistono nel tagliare servizi o personale), mentre ai dipendenti si chiede di aumentare la produttività con numeri “tangibili”, “dati alla mano”. E’ una questione di indici ; per i primi, un premio sui tagli, per i secondi, tagli sui premi.

alcune delle numerose lettere che appaiono sul Mattino di Padova di cittadini furibondi dopo il taglio di linee e frequenze dei bus , avvenuto dopo la fusione Busitalia (gruppo Ferrovie dello Stato) e Aps Padova
alcune delle numerose lettere che appaiono sul Mattino di Padova di cittadini furibondi dopo il taglio di linee e frequenze dei bus , avvenuto dopo la fusione Busitalia (gruppo Ferrovie dello Stato) e Aps Padova

Padova ha già perso.

E’ la metafora non solo della politica del Comune ma un po’ di tutte le politiche , almeno qui a Padova: chiudere, tagliare, impedire, multare. E per fortuna che lo si diceva anche dell’amministrazione precedente del Pd (ed era vero) . Ma adesso….allora, togli le rastrelliere per gli studenti in stazione, corsia preferenziale con telecamera in via Tommaseo, via i single dai giardini pubblici, via (già da un po’ ) le panchine dai parchi contro il degrado, un taglio di linee e corse di bus allucinante , ed il servizio era già degno dell’Albania. Ci sono mille disincentivi a Padova: a rimanere qui, e non solo da quando c’è Bitonci , sia chiaro, mancano gli incentivi.

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Comunque: non ci sono “due rotonde che soffrono” (molto poetico sempre il Mattino di Padova quando c’è da difendere l’amministrazione comunale), c’la circolazione PARALIZZATA la mattina tra le 8.15 e le 9 nel tragitto tra padova est e la stazione / fiera, e tutto questo per far funzionare (e funziona, per carità) il fagiolo della Stanga…..

Quell’autobus vuoto alle 8.10 del mattino alla Stanga

Il reportage del “Mattino di Padova” il primo giorno del nuovo orario invernale dei bus a Padova con un taglio intero di 4 linee bus e riduzione di frequenze su tutte le altre, tram escluso.

Complimenti al vero professionista che ha fotografato alle 8.10 un bus praticamente vuoto alla rotonda della Stanga. Probabilmente, un 9 diretto in via Ippodromo (Mortise), a pochi km dal capolinea finale in un orario in cui tutto il traffico è diretto in direzione opposta (dalle periferie al centro città). Vi dò una dritta: riuscirete anche a fotografare un 18 semivuoto , fotografandolo a S. Lazzaro (rotonda con via Friburgo), anche alle 7.30 del mattino in un giorno di pioggia, se diretto a Ponte di Brenta. Se invece attraversate la strada, e fotografate quello in direzione Stazione / Largo Europa, troverete me ed altre persone che rischiano a rimanere a terra a 5 fermate dal capolinea iniziale da quanto pieno è , stipati come bestie. E questo era l’anno scorso, prima del taglio delle corse. Se lo scopo di questa foto è , come in epoca berlusconiana , dire che “I ristoranti sono pieni”, in versione “Gli autobus sono vuoti”, ci siete riusciti. Ma che tristezza. Se questo è fare documentazione di come vanno le cose….
p.s. stamattina in moto incolonnato nella stretta strada dietro la Fiera, l’unica che posso percorrere per andare a lavoro in centro, dato che la nuova corsia preferenziale di via Tommaseo è interdetta anche alle moto (grandi eh ?). Per vedere quanto sarà stato intelligente deviare il traffico di una arteria a due corsie per senso di marcia su una a una corsia per senso di marcia, non serve aspettare l’inizio delle scuole. Basta il primo giorno di Fiera. Sempre che i fotografi fotografino la corsia giusta….. propongo a tutti gli utenti del dis-servizio pubblico Busitalia Veneto urbano di mettere le foto su twitter con l’hashtag #autobusvuoti #padova