L’impoverimento della rete di trasporto pubblico urbano a Padova

Il taglio di 1 milione di km di corse al trasporto pubblico urbano di Padova. Era già previsto dalla fusione con Busitalia e quindi sarebbe avvenuto anche con la giunta Rossi del PD . In ogni caso, siccome questi dovevano essere meglio…..lo sfacelo.
Qui sotto trovate un esempio , valido per i miei genitori che sfortunatamente abitano a Cadoneghe, della valanga di corse (così le ha chiamate un giornalista del Mattino di Padova) extraurbane di cui essi potrebbero fruire negli orari non di punta, ovvero tra le 9 e le 13  e dopo le 14.30. Una valanga, appunto: due (tra le 9 e le 13) , mentre con l’orario in vigore da domani saliranno a cinque. Più che una valanga, saranno la metà di quelle , già ridotte, del servizio urbano.
Ad ogni modo, come dice l’Assessore alla mobilità, se anche sei senza la tua linea storica dei bus , puoi fare qualche centinaio di metri e prenderne un’altra. Troverai il bus vuoto e …..guarda fuori, c’è il sole. In fondo, Padova è come i Caraibi. #effettofusionesita-aps

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Quando un paziente chiama in ambulatorio a endocrinologia a Padova.

Telefonata vera, oggi , ore 12.45, ambulatorio di Endocrinologia, Padova, Azienda Ospedaliera.

io:”Buongiorno, mi scusi , sono un paziente del prof. X , vorrei sapere se è già rientrato no .”
Dip. Az. osp: “E’ già rientrato.”
io: “Io avrei bisogno di parlargli perchè sto avendo dei problemi con la terapia che mi ha prescritto.”
Dip. Az. Osp.: “IO non passo medici al telefono” (donna, col petto in fuori immagino dalla voce)
io:”Posso mandargli una mail ?”
Dip. Az. Osp.”Lei è un medico ?”
io:”No, sono un paziente.”
Dip. Az. Osp.”L’indirizzo endoconsult è riservato ai medici.”
io:”Quindi come potrei fare per far sapere al prof. dei problemi che ho con il dosaggio di questa terapia ?”
Dip. Az. Osp.:” DOVREBBE PRENOTARE UNA VISITA.”
Sono rimasto senza parole.

Per fortuna alla fine ho avuto il numero diretto ed il Professore, il medico (non la dipendente dell’azienda ospedaliera) mi ha ascoltato e consigliato ed è stato molto gentile. Sono anch’io dipendente pubblico, ma non mi sono mai comportato in questo modo indecente. Questa gente merita almeno un provvedimento disciplinare. Il paziente ha diritto a poter parlare con il proprio medico, anche per interposta persona. E’ inquietante che dei pazienti (che potenzialmente potrebbero essere anche in pericolo di vita)  trovino dall’altra parte del telefono persone , loro sì, che starebbero bene solo a vendere ricariche della Wind, o forse nemmeno quelle.

Metropolitana Padova Mestre …

Questi treni (come gli altri regionali già esistenti) impiegano 50 minuti per percorrere 37 km. Velocità media 45km/h. E infatti , oltre a non viaggiare a velocità massima tra una stazione e l’altra, arrivano a Mestre (o fuori mestre) anche con 5-6 minuti di anticipo. E’ troppo chiedere anche che corrano, dato che la linea (quella vecchia dove viaggiano) consente i 160km/h ? L’articolo del Mattino poi, mi sembra un po’ ….sensazionalistico. I treni sono nuovi e perfetti, e sono perfetti perché sono nuovi. Sui nuovi treni Vivalto, che hanno 1 o 2 anni al massimo, già l’aria condizionata inizia a non funzionare su intere vetture, mentre sulle carrozze ristrutturate dei regionali per verona e bologna (con i nostri soldi) i finestrini si aprono pochissimo e troppo, troppo spesso, l’aria condizionata non va e diventano dei forni. Andava meglio prima della ristrutturazione quando i finestrini si potevano aprire per metà della superficie ! La manutenzione dov’è ? E i rincari continui li paghiamo per cosa ? E’ uno scandalo, altro che treni magnifici ! Treni lenti come 50 anni fa nonostante con alta tecnologia e velocità massime del materiale decisamente più alte. E che stanno fermi nelle stazioni “per fare orario”.

Uno dei due binari dedicati ai treni “metropolitani” Padova-Mestre, in realtà normali treni regionali lenti con materiale esistente.

Il caos per pagare un parcheggio a Padova

Oggi pomeriggio mi sono trovato a pagare con il POS un parcheggio della mia auto per due giorni presso il parking multipiano “Central Park”di Via Annibale da Bassano, gestito da Aps parcheggi.
Per la seconda volta, mi sono ritrovato di fronte il sistema di pagamento che avevo già visto in Fiera a Padova, dove sotto una pioggia battente una marea di persone tra cui il sottoscritto tentava di pagare con bancomat il parcheggio. Quella volta c’erano due sole macchine per il pagamento e solo una con abilitata al pagamento con bancomat (e le carte di credito ?!?! pensiamo forse che i turisti stranieri abbiano il bancomat ?), circa mezz’ora di imprecazioni per pagare con una tettoia decisamente insufficiente.
Oggi il pagamento con bancomat ha dato errore , così ho chiamato l’assistenza che mi ha confermato il guasto . Purtroppo avevo con me 50 euro e , nonostante fosse scritto che la macchina accettava 50 euro (probabilmente per importi superiori al mio) , il gentile e cortese operatore (che ovviamente in questa vicenda non ha colpe) mi ha detto che non sarebbe stato possibile pagare.
Sono così andato nel bar vicino acquistando qualcosa per farmi cambiare i contanti ma…..se fosse stata domenica ?

L’errore del POS al parcheggio multipiano “Central Park” di Via Annibale da Bassano a Padova.

A Padova il sistema di pagamento dei parcheggi è dell’anteguerra. Nelle colonnine, nuovissime, della Siemens, non è mai stato abilitato il pagamento con bancomat e carta di credito. Cosa stiamo aspettando ? Lasciamo perdere l’Europa (a Barcellona si paga il parcheggio con una tariffa al minuto e con tutti i mezzi possibili immaginabili) ma anche a Treviso i pagamenti sono possibili con bancomat e carta di credito (su quest’ultimo dato non ho certezza).
Perchè a Padova siamo così indietro ? Magari avremo anche il nuovo centro congressi in Fiera, ma non riusciremmo a uscire dal parcheggio…. a meno di non portarci il sacchetto con le monetine o le care banconote. Altro che Europa, mi pare più Nigeria.

Quel viale intitolato alla Pace fatto per le automobili e non per le persone

Padova a mio parere è il paradigma di quello che si sarebbe potuto fare urbanisticamente e che invece è stato fatto al ribasso, con una progettualità urbanistica degna degli anni ’70 (dei casermoni delle aule universitarie a ridosso del Piovego, in via di completamento, meglio non parlare) . L’area – che il Comune chiama “riqualificata” – a ridosso della Stazione Ferroviaria ne è un esempio lampante.
Nel marzo 2009 è stato inaugurato il Viale della Pace , una strada a 4 corsie che collega la stazione ed il tribunale con via Friburgo e la zona commerciale / industriale della città.

Manca il marciapiede in entrambi i lati della strada, tant’è che chi vuole servirsi di quella strada per raggiungere agevolmente via Goldoni, cammina sull’erba ! Ed è così da quattro anni. A poco serve sapere se in futuro i marciapiedi verranno realizzati, si tratta di 4 anni pari a più del tempo che impiega per laurearsi uno studente fuori sede. E’ questo il biglietto da visita della città  per chi arriva da fuori ?

Il viale della Pace, che collega la stazione con la zona dietro il Tribunale. Sulla sinistra si può vedere il “marciapiede umano” creato sull’erba dalle persone che usano quel percorso.

Il Viale costeggia anche la nuova stazione dei bus, sprovvista di qualsivoglia parcheggio auto e senza nemmeno un percorso pedonale coperto che ripari dalla pioggia che la colleghi alla stazione ferroviaria e alla stazione dei bus e alla fermata del tram. Tutto in superficie senza utilizzare, in fase progettuale e di costruzione, lo spazio sotterraneo. E’ un delitto urbanistico !
Senza citare Barcellona , perchè sarebbe troppo facile (il ritornello è : sì ma a Barcellona le strade sono ampie , e perchè in via Venezia che è un’autostrada non viene realizzato un viale alberato pedonale ???) , a Palma di Maiorca , una città di 400.000 abitanti, la stazione dei bus (come pure in quasi tutte le altre città spagnole) è sotterranea, c’è anche un parcheggio auto e ad un piano differente c’è la stazione dei treni. Si chiama centro intermodale.

La stazione intermodale bus / treno / parcheggio auto di Palma , a Maiorca.

A Padova invece tutto è sviluppato in larghezza anziché in altezza, e senza alcun percorso per i pedoni che sia protetto dalle intemperie (per intenderci, a Padova piove da un mese praticamente tutti i giorni). Il risultato è che l’interscambio tra i vari vettori di trasporto pubblico diventa scomodo ma soprattutto senza percorsi agevolati; sembra una cosa degli anni ’60, ma tutta l’area è stata riqualificata pochi anni fa !

Il Viale della Pace visto dall’alto. Sulla sinistra nell’area di terra di colore marrone è stata in seguito costruita, in piano e senza sfruttare in altezza l’area, la stazione delle corriere extraurbane.

Il sottopassaggio pedonale della stazione ferroviaria ha molti scalini per entrambi gli accessi, rendendo impossibile l’accesso a chi è in sedia a rotelle ma anche ai ciclisti che avrebbero potuto utilizzarlo per evitare il cavalcavia Borgomagno ! E un sottopassaggio pedonale senza barriere architettoniche e con pista ciclabile sotto i binari  è stato fatto nella stazione di Mestre , a 30 km da qui più di 15 anni fa .
Certo, a Padova non manca il cantiere anche per prolungare il sottopassaggio pedonale sotto la stazione di una decina di metri per evitare l’attraversamento di via Avanzo, ma perchè non si è pensato di togliere le barriere architettoniche realizzando delle rampe ? Progettiamo e costruiamo come trent’anni fa.

La riflessione però va oltre l’urbanistica. Padova ha avuto una Amministrazione (a guida PD ma con un ampio consenso elettorale che supera i soli voti del PD) che ha risolto molti problemi tra cui quello del traffico con la chiusura dell’anello delle tangenziali, ma che su altri aspetti che ritengo cruciali, come la difesa dell’ambiente e della salute pubblica (e mi riferisco alle promesse non mantenute sulla chiusura delle prime due linee dell’inceneritore di San Lazzaro che bruciano a basse temperature con tecnologia obsoleta rilasciando diossina e non parliamo delle emissioni di metalli pesanti che non vengono nemmeno rilevati!) e l’attenzione ai cittadini in quanto pedoni e ciclisti (la pista ciclabile su via Venezia, realizzata dalla giunta di destra, è semplicemente costituita da due strisce disegnate sopra il marciapiede e non arriva dopo 10 anni nemmeno al piazzale della Stanga perchè si ferma prima!) è completamente assente , per non dire di peggio.
Qui sotto, una veduta con Google Street Map di una delle strade che portano a Pl Glories  a Barcellona: ampi marciapiedi ai lati, corsie per le auto, binario del tram, zona ampia pedonale e ciclabile al centro della carreggiata, altro binario del tram e corsie per le auto, completate dall’altro marciapiede. Sulla destra si vede una delle tante opere d’arte di Barcellona ma che sono in realtà uffici : la torre Agbar . Perché via Venezia a Padova non è così ?

Una veduta di una delle strade di scorrimento di Barcellona (pl. Glories)

Bevi alcolici e ti ritrovi sequestrato all’ospedale per gli esami delle urine

Belli fortunati quelli che , positivi all’alcoltest , sono stati trascinati al Sant’Antonio per gli esami delle urine (sul Mattino di Padova di oggi) . Italia, un paese da cui scappare. In Spagna ti fanno passare la saliva su un bastoncino e da lì decidono cosa fare (il massimo è una multa di 400 euro e punti in meno sulla patente), e non ti sequestrano in Ospedale per poi finire al SerT.

Ci mancava solo questa novità

dalla rubrica delle lettere del “Mattino di Padova” di oggi

Ci mancava l’etilometro. Va bene il controllo amministrativo dell’auto, soprattutto dell’assicurazione, ma se ci mettiamo anche il controllo del mezzo come fosse una revisione (che peraltro è obbligatoria ogni due anni e costa 60 euro…), l’etilometro ecc. la sosta rischia di durare mezzora, con evidente perdita di tempo da parte degli automobilisti. Ma poi, chi valuta l’idoneità psicofisica di una persona? Il vigile? Che se hai bevuto un’ombra sei un ubriacone delinquente? E quelli che si fanno di cocaina (e sono tanti credeteci) chi li controlla? E gli imbecilli (seppur sobri) arroganti del volante chi li controlla? No, mi sa tanto che è l’ennesima trovata per raccogliere tasse e rovinare qualche brava persona. Perché se ci tenessero tanto alla sicurezza dei cittadini allora si farebbero i turni di notte per i quartieri della città. E invece all’imbrunire abbiamo solo 2 volanti della polizia costrette al superlavoro per una città che ha quasi 250 mila abitanti. E il giorno dopo sul vostro giornale la solita lista di furti e danneggiamenti perpetrati di notte. Un’ultima cosa: negli Stati Uniti ti fermano e ti sanzionano solo se hai commesso un’infrazione stradale.

Tutela degli utenti dei taxi: Padova e Barcellona a confronto.

Come avrete già letto sul mio blog, nell’estate dell’anno scorso a Padova è stato chiesto a me e degli amici il prezzo folle di 16 euro per 3 km , con un taxi con capienza 5 persone.
In quell’occasione ho chiamato il Comune di Padova per chiedere ragione di un prezzo così ingiustificato ma non avevo la ricevuta della corsa. Non era comunque difficile rintracciare il tassista, dato che avevo prenotato il taxi per telefono. Purtroppo, tra Comune e Polizia Municipale, ci hanno messo quasi tre settimane e dopo 30 giorni , per la legge sulla privacy , i dati di chi ha chiamato (che sarebbero serviti per risalire al tassista) vengono cancellati, e così non è stato possibile risalire alla “corsa” e verificare la congruità della tariffa applicata. Il mio caso però non è isolato, come potete vedere dalla denuncia di un turista trentino per i 18 euro che gli ha chiesto un taxi a Montegrotto (preciso: gliel’ha chiesto un tassista, una persona, non una macchina) per 3200 metri.

Io e Any a Barcellona, nell'agosto di quet'anno, nella bellissima festa al Water Park di Isla Fantasia, a Villassar da Dalt

Beh, a Barcellona , nell’agosto di quest’anno, di notte, un tassista mi ha chiesto 15 euro a fronte dei 9,60 euro che apparivano sul display del taxi (cosa che avvenne anche a Padova quella sera nell’altro caso che vi ho citato all’inizio).  Gli avevo chiesto se era sicuro del prezzo e mi aveva detto la solita cosa tipo :” Credi che ti stia fregando ? C’è il supplemento notturno” che però , a Barcellona, c’è solo dal giovedì alla domenica (sì, il fine settimana a Barcellona inizia il giovedì  😎 ) . Chiedo al tassista, memore di quanto mi era capitato l’anno prima a Padova, la ricevuta e mi consegna – pensando che fossi evidentemente un imbecille – quello che vedete qui sotto.

La ricevuta del Taxi che mi è stata data a Barcellona nell'agosto 2012

Come vedete, manca praticamente qualsiasi dato , orario, percorso, e soprattutto il suo numero di licenza, dal quale si può risalire al veicolo che mi aveva trasportato. Grazie però al mio cell, ho tenuto il numero di licenza, il 2533 , e , dopo aver raccontato l’accaduto ad altri tassisti sempre lì a Barcellona (che, per la cronaca, mi hanno chiesto scusa loro per il comportamento del loro collega e mi hanno detto che assolutamente avrei dovuto fare denuncia e uno mi ha lasciato il numero da chiamare addirittura!) , mi sono deciso a scrivere una mail nel mio spagnolo notoriamente molto basico :

Buenas tardes. Os escribo via e-mail porque he vuelto a Italia y prefiero este sistema .
Deseo informaros de lo que me ha pasado el dia 7.8.2012 en Barcelona. Preciso que llevo muchos anos como turista en Barcelona he siempre he apreciado mucho el servicio Taxi.

Aquel dia cogì un taxi desde la zona del Eixample hasta c/Cantabria XX, zona San Martì. El taximetro ponìa algo como 9.60 y el taxista me dijo que tuviera que pagar 15 euro, 5 euro por suplemento noche, pero normalmente cuando hay un suplemento en la pantalla eso sale, y no salìa , ademas no era un dia (jueves, viernes, sabado, domingo) con suplemento.
Pedì el recibo que veràs en este mail como enlace, y como podeis ver nì firma nì ruta nì nada.

Purtroppo non ho mai ricevuto risposta, ed ho scoperto che l’ente ATM a cui avevo scritto non era competente e mi aveva dato un indirizzo che aveva la casella piena. Mi sembrava abbastanza strano che una regione così progredita a livello di tutela del consumatore e di livello di servizi pubblici come la Catalogna addirittura non rispondesse ! E infatti , purtroppo dopo qualche mese, ho scritto una email all’Institut Metropolità del Taxi , che mi  ha risposto:

L'e-mail di risposta dell'Institut Metropolità del Taxi

Mi hanno chiesto di compilare un modulo, di firmarlo e di inviarlo per posta normale.

La lettera che ho ricevuto ieri dall'Institut metropolità del Taxi di Barcellona

Ieri mi è arrivata una lettera dall’Istituto con i dati del tassista e chiedendomi altre informazioni più precise ed il mio numero di DNI (carta di identità).
Vi terrò aggiornati, ad ogni modo il mio obiettivo era di far sapere all’Autorità per i taxi di Barcellona che qualcuno dei loro tassisti fa il furbo, e , a quanto pare, ci tengono a che questo non avvenga. Grande Catalogna!

 

I bus piccoli (e strapieni) della linea 12 nei giorni festivi a Padova (Ponte di Brenta – Tencarola / Selvazzano)

Lo scorso sabato 8 dicembre ho avuto la pessima idea di recarmi in centro dalla zona di S. Lazzaro e in tale giornata c’era l’orario festivo (metà delle corse).

Spiace rilevare che in occasione delle festività si sia pubblicizzato (e realizzato) un potenziamento della linea del tram, che ha alle due estremità due parcheggi scambiatori, che collega la parte nord e sud della città, dimenticando l’asse est-ovest, il percorso Ponte di Brenta- Tencarola della linea 12.

Come per Trenitalia non dovrebbero esistere solo le “Frecce” , per Aps non dovrebbe esistere solo il tram da potenziare per incentivare l’uso del trasporto pubblico in città nei giorni di forte traffico per le festività natalizie.

Il motivo della presente e-mail però è più tecnico, e tocca la vivibilità e l’accessibilità effettiva dei mezzi su questa linea per il tipo di bus previsti per l’erogazione del servizio nei giorni festivi.

Come certamente l’Aps sa (ma non so se questa cosa sia nota anche al vicesindaco e al settore mobilità del Comune) dato che nei giorni festivi la linea da Ponte di Brenta non ha capolinea opposto alla Sacra Famiglia bensì a Tencarola/Selvazzano, per un problema (così mi dicono gli autisti) di scarso raggio delle curve delle vie vicine al capolinea di Tencarola/Selvazzano non possono essere utilizzati i bus doppi ma quelli normali.

Il percorso della linea festiva 12, che attraversa Padova est ad ovest.

Stiamo parlando di una linea che serve tutta l’area commerciale di Padova (Auchan, Ikea, Media World) e dove molte persone che si recano in quei centri utilizzano il bus ! Sabato 8 dicembre alle 9.30 del mattino il 12 era strapieno ,e stiamo parlando di una linea che ha un percorso molto lungo (da Ponte di Brenta a Tencarola/Selvazzano). Stessa cosa al ritorno, intorno alle 11.40, con una frequenza di una corsa ogni 40 minuti.

Se forse chiedere un’intensificazione della frequenza, come avviene per il tram, è chiedere troppo, certamente il chiedere che la gente non stia stipata come sardine, con il rischio che vediamo tutti i giorni nella nostra città di furti a bordo dei mezzi Aps (agevolati dal sovraffollamento dei mezzi), senza contare del comfort di viaggio indecente, a mio parere dovrebbe essere una priorità di Aps e del suo principale “committente”.

Se l’impedimento è di tipo tecnico chiedo a Comune ed Aps di valutare un percorso differente o anche un capolinea differente nella zona di Tencarola/Selvazzano o altrove in modo tale che possano essere impiegati i bus doppi, quelli che abbiamo la fortuna di vedere nei giorni feriali e prefestivi (dove il capolinea è alla Sacra Famiglia) .

Un bus Aps in stazione a Padova

Zaia: ” i rifiuti campani non arriveranno in veneto…”

dal sito http://noinceneritorepadova.it/2011/05/oltre-2-mila-tonnellate-di-rifiuti-del-sud-conferiti-allinceneritore-san-lazzaro/

PADOVA. Alla fine sono arrivati. Oltre 2 mila tonnellate di rifiuti dalla Campania sono stati conferiti all’inceneritore di San Lazzaro. Ora è ufficiale. Lo dice un verbale dell’Arpav, dopo un sopralluogo richiesto dall’ente Provincia sulla base delle segnalazioni giunte dai cittadini e dai comitati ambientalisti. Dunque, nonostante il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, avesse più volte respinto l’ipotesi, i rifiuti campani in Veneto sono arrivati eccome.