Da circa un anno mi sono trasferito a S. Lazzaro , vicino Padova est . In questo quartiere non esiste nemmeno una buca delle lettere, tuttavia a poche centinaia di metri, a Mortise, c’è un ufficio postale. Nel caso il destinatario di una raccomandata non sia in casa le raccomandate non recapitate della zona di S. Lazzaro (via Galante e limitrofe) finiscono al lontano (e su strade di traffico intensissimo, dato che di mezzo c’è il nodo di Padova Est) ufficio postale di via Bravi a Ponte di Brenta anzichè all’ufficio Postale di Mortise in via MADONNA DELLA SALUTE che è di gran lunga più vicino ! Ho fatto presente la cosa ad un dipendente dell’ufficio postale di Ponte di Brenta, con una lettera scritta di suggerimento per migliorare il servizio. La risposta di questo signore è stata:”E’ sempre stato così e e sempre sarà”. Ho tentato nonostante il tono profetico, di lasciare comunque un pezzo di carta come segnalazione, e mi è stato risposto che non sapeva a chi darlo….ma non esiste un responsabile in ogni ufficio postale , o nella cura della privatizzazione si è perso anche questo ?
Autore: fable
Colloqui di lavoro a confronto
C=Candidato T=Titolare
Colloquio del 2000
T: Buongiorno…
C: Buongiorno! Vi ho fatto aspettare?
T: Oh no, non si preoccupi, solo due ore e un quarto. Ma avevamo dei giornali da leggere ci siamo aggiornati sulla situazione. Ci siamo aggiornati sulla situazione di Tiscali.
C: Oh Tiscali, si li conosco.
T: Davvero!? E cosa ci dice al rigurardo?
C: Beh mi hanno offerto un lavoro, ma sto valutando.
T: Saremmo interessati anche noi. Ci fa sapere le sue competenze?
C: Dunque io sono un esperto del mondo di Internet e del Web. Ho comprato un computer l’anno scorso e ho fatto l’abbonamento a Internet. Ho preso familiarità con la posta elettronica, e so mandare messaggi. Inoltre ho acquisito familiarità con le tecnologie del WWW e quindi so usare il browser Netscape. Questo per cominciare.
T: Interessante, continui
C: Poi mi sono specializzato nelle tecnologie multimediali, e ho imparato il linguaggio di programmazione del Web, l’acca-ti-elle-emme. Sono infatti un programmatore web avanzato. E poi mi sono specializzato nelle tecnologie più avanzate sempre del web.
T: Ovvero?
C: Io sono uno dei pochissimi al mondo a essere in grado di scrivere codice htlm che sono in grado di visualizzare le famose mappe delle città che vedete su Interet. Ha presente il sito della astrovox?
T: Veramente no…
C: Ah ok, beh non si può pretendere che conosciate tutto, però mi sembra che non siate molto addentro al mondo di internet, è un sito famosissimo. Comunque ha in copertina una tecnologia innovativa e rivoluzionaria.
T: Cioè?
C: Cioè viene visualizzata una città virtuale, e cliccando sopra può scegliere le varie parti, ovvero può andare al cinema, nella biblioteca e così via, E con questo accede alle varie sezioni del sito. Questa cosa è realizzata con una tecnologia rivoluzionaria.
T: Che tecnologia?
C: Si chiama ImageMap e io sono uno dei pochissimi che sa utilizzarla. Ovviamente per queste competenze mi faccio pagare bene. Io sono specializzato nella costruzione, appunto, di città virtuali.
T: Il suo profilo (cerchiamo un esperto internet) ci interessa. Le potrebbe interessare una assunzione da noi?
C: Uhmmm si, potrebbe. Però vede ho molte offerte, quindi vorrei ponderare bene. La cifra base dello stipendio è… ?
T: Dieci milioni di lire le possono bastare?
C: Beh quelle me le danno tutti, comunque mi sembrate una ditta interessante. Naturalmente ci vogliono un po’ di facilitazioni del mio lavoro, per parcheggiare stamattina non è stato facile e devo fare mezz’ora di auto per arrivare qui.
T: Le possiamo dare l’appartamento per lei nell’edificio accanto.
C: Questo è un punto a favore. E a stock options come siamo messi?
T: La nostra ditta prevede un piano di incentivazione che comprende anche quelle. Le faccio avere per posta elettronica i dettagli.
C: Ehm no, lasci perdere la posta elettronica, se me li mette per iscritto me li leggo più comodamente, e poi il mio commercialista non è molto pratico di Internet.
T: Gli faccio preparare la documentazione dalla segretaria, insieme a una offerta scritta che comprende stipendio e benefit.
C: Perfetto, allora mi studio il materiale e le faccio sapere.
T: la ringrazio.
Colloquio del 2005
C: E’ permesso? Posso entrare?
T: Non vorrei sembrarle scortese ma le faccio osservare che è in ritardo di due minuti. Non è un buon inizio.
C: Veramente sono qui da quattro ore, ed ero andato un attimo in bagno quando ha chiamato, l’appuntamento io mi ero segnato che era tre ore fa. Mi scusi tantissimo.
T: Si accomodi e mi parli rapidamente delle sue competenze. La prego di essere breve, ci sono almeno altri sette candidati che aspettano.
C: Dunque io lavoro con il software dal 1980 e con Internet dal 1995. Ho venticinque anni di esperienza con il software e dieci di internet. Conosco i linguaggi di programmazione Java, Perl, C++, C# PHP a livello avanzato, so usare Adobe Photoshop e Macromedia Flash, conosco i sistemi operativi Windows e Linux a livello amministrazione di sistema, conosco i router, sono certificato MCSE, RHCE, Sun Java, Cisco e Macromedia. Ho sviluppato 25 applicazioni di livello enterprise e ho diretto team a livello di project manager. I dettagli sono nel mio curriculum.
T: Direi una qualificazione professionale abbastanza ordinaria. Niente di speciale.
C: Se lo dice lei…
T: Guardi praticamente tutti quelli che stanno rispondendo all’annuncio hanno queste caratteristiche. E’ tutto assolutamente ordinario.
C: Allora speriamo di aver fortuna e che scegliate me…
T: Cosa potrebbe offrirci per farla scegliere?
C: Guardi io lavoro 11 ore al giorno in media, compreso sabato e domenica. Sono preciso e consegno sempre il software di qualità e ben testato, e quando ci sono i rilasci lavoro anche 48 ore di seguito senza dormire.
T: Onestamente mi sembra il minimo, se uno ha cuore per il suo lavoro.
C: Forse ha ragione… posso avere qualche informazione sulle EVENTUALI condizioni economiche?
T: Lei ha la partita iva?
C: No ma la posso prendere.
T: E come ha lavorato finora?
C: Prima di questo avevo un Contratto a Progetto, un CO-CO-PRO lo chiamano così. Poi è finito…
T: E perchè non glielo hanno rinnovato?
C: Veramente la ditta è fallita prima che mi finisse.
T: Uhm, potremmo anche fare qualcosa del genere ma preferiamo collaboratori a partita iva che lavorino a un progetto.
C: Va bene mi organizzo al riguardo; quando saprò qualcosa riguardo alle vostre scelte?
T: Non si preoccupi, abbiamo i suoi recapiti. Le faremo sapere. Arrivederci.
Bicarbonato contro le infezioni delle vie aeree
Suffumigi, un rimedio sempre attuale
Per decongestionare le vie respiratorie degli adulti può essere di sollievo fare dei suffumigi, aggiungendo due cucchiai di bicarbonato di sodio per uso alimentare all’acqua calda, naturalmente una volta tolta dal fuoco. Respirare i vapori col il naso per circa dieci minuti tenendo la testa coperta con un asciugamano per impedirne la dispersione. Fare attenzione a non scottarsi!
Se volete invece attenuare una congestione alle vie respiratorie dovete aggiungere un cucchiaino di bicarbonato di sodio al vaporizzatore, a meno che le istruzioni del vaporizzatore indichino che questo o additivi in generale non possono essere usati.
L’aggiunta di bicarbonato di sodio aiuterà tra l’altro anche a tenere pulito l’apparecchio.
Annamaria sei grande !!
Ci sono modi e modi di vivere il proprio lavoro….quello del tecnico è un mestiere un po’ particolare, perchè il tuo lavoro è risolvere problemi …. computer che non si accendono, stampanti che non stampano, letttori che non leggono, e così via. E così quando i nostri utenti ci chiamano, spesso sono arrabbiati: noi non c’entriamo, e lo sappiamo, ma non è colpa loro se non sono di buon umore quando ci parlano.
C’è una lodevole eccezione, una nostra collega napoletana, della sede di via Portogallo, che mi ha scritto questa mail…devo dire che sarà un piacere farle avere, domani, una stampante nuova…bisogna premiare la simpatia, in un mondo dove lo standard è la smorfia ed il fastidio. Brava Annamaria!
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Sono stati celebrati oggi pomeriggio – alla presenza di pochi intimi (io e io) – i funerali della mia stampante LASERJET 4000
che non ha più nulla del suo ridondante nome … nè “laser” … nè tantomeno “jet”!!!!!
Tempi lunghissimi (per ogni foglio, prima si “tace” e poi si riprende non riuscendo a stampare due / tre fogli “di seguito”!), fa un rumore da camion (ma questo, forse, perchè è appoggiata direttamente sulla scrivania…..), segnala inceppamento carta: apro vassoio… apro coperchio … premo bottone verde …. e vai…. verso un’altra segnalazione di inceppamento carta!!!! e il bello è che la carta non è inceppata, non ci sono fogli a metà strada.
Penso che sia ora di consentirle il pensionamento. (o magari lo consentite a me e vi tenete lei …………..!)
Scherzi a parte (se non ci scherzavo un pò su, per come sta andando oggi pomeriggio, vi arrivava per “via aerea” in Via Po) è necessario intervenire a cambiarla. mi fate sapere qualcosa? Grazie grazie grazie
La patria del mondo libero ?
da www.repubblica.it di oggi:
Pechino risponde alle accuse del Dipartimento di Stato sui diritti umani
e diffonde un durissimo rapporto sulla situazione negli Stati Uniti
“America violenta e razzista”
In un dossier la vendetta cinese
Nel documento accuse su povertà, aids, criminalità e discriminazioni
Non è una raccolta di slogan, ma di dati attendibili attinti da fonti ufficiali
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
Detenuti nel carcere Usa di Guantanamo
PECHINO – Stufa di essere bacchettata ogni anno dal rapporto del Dipartimento di Stato Usa sui diritti umani, la Cina ha deciso di restituire la cortesia. Il governo di Pechino pubblica una pagella sul rispetto dei diritti umani nell’unico paese assente dal rapporto americano: gli Stati Uniti. Il New York Times reagisce seccato. In un articolo intitolato “La Cina dà l’insufficienza all’America”, sostiene che “invece del sobrio studio del Dipartimento di Stato, questo è un atto di accusa e dipinge una caricatura dell’America”.
Ma chi va a leggersi il rapporto cinese in versione integrale (vai al sito) in realtà rimane sorpreso per il motivo opposto: la sua attendibilità. Lungi dall’essere infarcito di slogan di propaganda antiamericana, è costruito attingendo a fonti ufficiali, spesso lo stesso governo di Washington. Elenca una serie di dati incontestabili – dal boom della popolazione carceraria alle ingiustizie razziali, dalla violenza privata alla piaga della povertà minorile – che potrebbero fornire la sceneggiatura del prossimo film di Michael Moore.
Alla fine i cinesi fanno centro: l’immagine degli Stati Uniti come la patria delle libertà, e la loro pretesa di dare i voti al resto del mondo sui diritti umani, ne escono malconce.
Il rapporto, intitolato Human Rights Record of the United States 2004, è suddiviso in sei capitoli: diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale; libertà politiche; diritti economici, sociali e culturali; discriminazioni razziali; diritti della donna e del bambino; diritti umani dei cittadini stranieri.
Nel primo capitolo viene ricordato, per esempio, che ogni anno 31.000 americani sono uccisi (in media 80 al giorno) e 75.000 sono feriti da armi da fuoco. Sono per lo più vittime innocenti di una società armata fino ai denti, dove il 41,7% degli uomini e il 28,5% delle donne hanno un’arma da fuoco in casa.
Le statistiche del Dipartimento di giustizia americano dipingono anche una polizia dal grilletto facile, e non solo con fucili e pistole. L’ultimo trend che preoccupa la magistratura americana è l’uso indiscriminato dei Taser da parte dei poliziotti: pistole che lanciano una scarica elettrica, hanno fatto 80 morti dalla loro introduzione come armi d’ordinanza nel 1999. E’ sempre il Dipartimento di giustizia Usa a confermare che l’America ha in proporzione la più alta proporzione carceraria del mondo: si è sestuplicata in vent’anni, da 320.000 a due milioni di prigionieri.
La frequenza di errori giudiziari è elevata. La costruzione di nuove carceri procede implacabile: la California negli ultimi vent’anni ha inaugurato una sola nuova università e 21 istituti di pena. Le prigioni sono il secondo datore di lavoro dopo la General Motors. Il capitolo sulle libertà democratiche si apre con un’analisi (sempre riportata da fonti americane) del ruolo corruttore del denaro nelle campagne elettorali: 4 miliardi di dollari quella del novembre 2004.
Una citazione va anche al problema – molto sentito dalla stampa americana – dei giornalisti perseguiti per non aver voluto rivelare le proprie fonti, o dei reporter stranieri respinti alla frontiera per le nuove normative post-11 settembre.
La discriminazione razziale? Il patrimonio medio di una famiglia bianca è 15 volte quello di una famiglia di neri. Le persone di colore e le minoranze etniche compongono il 70% della popolazione carceraria. Parità fra i sessi? Lo stipendio medio della donna americana è l’81% di quello maschile. Il numero di cittadini che vivono sotto la soglia della povertà ha raggiunto i 36 milioni, in aumento di 1,3 milioni in un anno. Venti milioni di bambini vivono in famiglie sotto il livello di sussistenza, e ogni anno 400.000 minori finiscono vittime dell’industria della prostituzione.
Il rapporto include gli scandali più recenti che hanno avuto come vittime cittadini stranieri: i documentati casi di torture di prigionieri nelle carceri di Guantanamo e di Abu Ghraib, incluse le sevizie sessuali, in violazione della Convenzione di Ginevra. Un orrore su cui ancora sono aperte diverse indagini giudiziarie, e che ha macchiato l’immagine degli Stati Uniti nel mondo.
In quanto alle guerre “di liberazione”, i cinesi ricordano che l’invasione dell’Iraq ha fatto 100.000 vittime civili, in larga parte donne e bambini. Nonostante queste performance, conclude il rapporto di Pechino, il governo americano ogni anno si erge a giudice del mondo intero, assegnando una pagella sui diritti umani a 190 paesi.
Naturalmente il rapporto cinese, pur costruito a regola d’arte, è pieno di ironie involontarie. Il lungo capitolo dedicato alle note disfunzioni dei seggi elettorali americani (dalla Florida in poi) ci ricorda che a Pechino il problema è stato risolto alla radice evitando che i cittadini possano eleggersi i propri governanti. La difesa dei diritti dei giornalisti americani viene da un paese che ha il record di giornalisti in carcere (incluso un cronista cinese del New York Times).
Brillano anche certe lacune nell’istruttoria anti-Usa. Non vengono menzionati i “bracci della morte” nelle carceri americane, forse perché in Cina si eseguono più condanne capitali che in tutto il resto del mondo: per mantenere i giovani sulla retta via, ci portano ad assistere anche le scolaresche. Manca un’analisi accurata del Patriot Act e del regresso nelle tutele degli imputati americani dopo l’11 settembre, ma in Cina la polizia ha poteri illimitati e il giro di vite americano deve essere passato inosservato.
A questo Human Rights Record of the United States si può rispondere ribaltando l’accusa dei cinesi: da che pulpito viene la predica. L’Alta Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, dopo aver visitato la Cina nel settembre 2004, ha pubblicato nel febbraio 2005 un rapporto in cui descrive il ricorso sistematico ai lavori forzati, ai campi di rieducazione e agli ospedali psichiatrici per colpire “coloro che si oppongono al partito comunista”. Ha denunciato l’uso indiscriminato e generico di concetti come “turbativa dell’ordine pubblico” o “danni alla sicurezza nazionale” per imprigionare cittadini per motivi politici. Ha messo sotto accusa un sistema che persegue penalmente persone colpevoli solo di voler “esercitare in modo pacifico i loro diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani”.
Ma la pubblicazione a Pechino di un rapporto annuo sulle libertà in America è interessante a prescindere dalle pessime credenziali degli autori. E’ un gesto indicativo del nuovo rapporto di forze che sta segnando il mondo: ormai solo la Cina può permettersi il lusso di un simile sberleffo. E’ una Cina consapevole della sua forza economica, sempre più nazionalista, sempre meno disposta a subire sermoni dall’America.
Una conferma del nazionalismo si è avuta in occasione della visita di Condoleezza Rice. I mass media cinesi avevano accuratamente censurato dai resoconti dei suoi discorsi i passaggi sui diritti umani, le libertà e la democrazia in Cina. Ma le notizie filtrano lo stesso. Risultato: all’indomani i siti Internet e i forum online dei giornali erano pieni di invettive dei lettori contro le “ingerenze” della Rice.
D’altra parte la contro-lezione cinese sui diritti umani tocca un nervo scoperto in America (come dimostra la reazione del New York Times) proprio perché viene da lei, dalla nuova rivale, dalla sfidante al titolo per l’egemonia mondiale.
(30 marzo 2005)
Comnincia la tua giornata come se avesse uno scopo
Io per fortuna ce l’ho.
dal film “Hitch- lui si che capisce le donne” , visto al Cinecity di Pradamano poche settimane fa
Le Terri d’America che non vediamo in tv
da www.repubblica.it di oggi
Sun, Annette, Spiro: sono 18 mila gli statunitensi
condannati a morire ogni anno senza cura
Poveri, vecchi e bambini
le Schiavo che la tv non vede
dal nostro inviato VITTORIO ZUCCONI
Manifestazione per Terri Schiavo
Ma quante Terri muoiono in silenzio, lontane dai megafoni che conclamano inflessibili il “diritto alla vita”? È pietà vera, questa dei politici americani scesi in campo a fianco di frati, predicatori, teologi sinceri e dolenti, o opportunismo ipocrita e parassitico costruito sulla via crucis d’una donna? “Se dobbiamo sbagliare, dobbiamo sbagliare dalla parte della vita”, dice Bush ed è impossibile non essere d’accordo.
La sua appare come una posizione nobile, di principio, disinteressata. Ma ha provocato un collasso nella sua popolarità, scesa al minimo storico per lui del 45% di approval, facendo quello che neppure il calvario dell’Iraq aveva fatto, perché molti devono avere capito quanto peloso sia il pietismo di questi “neo Samaritani”. Terri occupa gli schermi della tv da mattina a sera, invade l’anima di chi non sia sordo o disumano, ma nessuno parla di Sun, di Annette, di Spiro, o dei 18mila americani senza nome e senza soldi condannati a morire ogni anno per assenza di cure mediche, come calcola l’Istituto Nazionale di Medicina, un centro di ricerche non politico. Li uccideranno i 45 miliardi di dollari tagliati dalle spese per l’assistenza ai poveri, come vuole quella legge di bilancio che non ha avuto difficoltà a trovare altri 400 miliardi di dollari per il Pentagono e 80 supplementari per tenere attaccati i tubi al malato Iracheno. Demagogia di sinistra, rispondono da destra, come se non fosse demagogia di destra questa processione dietro il letto di Terri.
Ogni giorno, in migliaia di ospedali, sonde vengono staccate, macchine per la respirazione vengono spente, vite umane tagliate, senza che un fotogramma passi sui video e dunque senza che una lacrima venga spremuta alla Casa Bianca. Nessuno, tranne la madre, ha pianto o ha vegliato, martedì scorso, quando i medici del Texas hanno deciso che per suo figlio Sun Hudson non c’erano più speranze di miglioramento né di guarigione. La displasia tanatrofica, il difetto natale con il quale era nato, lo aveva costretto a sopravvivere agganciato a un respiratore perché il suo cuore e i suoi polmoni erano sottosviluppati e la legge sulla “Futilità dell’assistenza”, firmata dall’allora governatore George Bush nel 1999, dà ai medici l’autorità di decidere se sopprimerlo o continuare. Nessun altro istituto era disposto ad accoglierlo, perché la madre, una donna single e semidisoccupata, non aveva fondi propri e lo stato, a norma di legge, non avrebbe più pagato. Sam ha avuto la fortuna di morire in poche ore. Aveva cinque mesi, ma non il diritto allo scandalo.
“Assassini”, si grida attorno all’ospizio dove si consuma un’agonia che diventa la sostanza straziante, non più la forma, della sua fine. Un padre cappuccino, Paul O’Donnel, confessore della famiglia Schindler, si fa intervistare dalla Fox Television, la voce della destra, per chiedere che Jeb Bush, il governatore fratello, “mandi la Guardia Nazionale”, le truppe dello stato a salvarla contro la volontà di ormai 29 giudici locali e federali. Un golpe santo, ma un golpe non di meno.
Eppure non si mosse neppure un agente della stradale quando Annette Arrico, a Dallas, sentì un nodulo nel seno ma non andò a farsi vedere. Non aveva i soldi per il medico, lo stato del Texas aveva tagliato i fondi per lei. Quando si presentò in ospedale era troppo tardi. Annette Arrico aveva 36 anni. Non avendo soldi, non aveva “diritto alla vita”.
Terri si sta consumando. Dice la madre: “Ogni giorno qualcosa cede dentro di lei”, è forse già tardi per recuperarla. Spuntano da ogni studio esperti che diagnosticano a distanza una possibile ripresa, testimoni che giurano di averla sentita parlare (ma nessuno riferisce mai che cosa abbia detto). Il volto sorridente e paffuto di Terri bambina, Terri teenager, Terri sposa luminosa dilaga ovunque. I networks succhiano il suo sangue, che fa il miracolo dei ratings e dello share. Il Washington Post, nel pezzo che pubblichiamo qui sotto, ricostruisce la sua vita. Ricorda che l’arresto cardiaco che le devastò il cervello per anossia, per fame di ossigeno, quando aveva 26 anni, fu scatenato dall’altalena micidiale di anoressia e di bulimia, che la portava in poche settimane a guadagnare e perdere decine di chili. Era una giovane donna timida, la piccola di casa tiranneggiata dai fratelli maggiori, era ignara di amore e di mondo. Sposò il primo uomo che l’avesse baciata sulla bocca, Michael, l’infame, la bestia, il boia dell’ignobile kolossal. Maledetti giudici, ringhia la lobby della vita contro la “cultura della morte”, approfittando per chiedere, sul suo sito, contributi politici per sfruttare Terri nella campagna contro l’aborto volontario.
Ma chi vedrà mai le foto da neonato, i primi passi, i sorrisi del bambino di due anni che è morto tre giorni or sono, quando l’ospedale del Texas in cui era ricoverato ha ottenuto proprio da un giudice, in questo caso molto giusto, il diritto di togliergli la spina, contro la volontà della madre.
Terri deve essere salvata a ogni costo e ormai tutti sono condannati a cavalcare questa tigre politica che soltanto una minoranza rumorosa approva, dicono i sondaggi. L’essere diventata un simbolo ormai disumanizzato, una croce lungo la via dolorosa, ha finito per condannarla, anziché salvarla, trasformandola nel football di una partita storica, teologica e costituzionale infinitamente più grande di lei.
È quello che stanno cercando di fare i figli di Spiro Nikopoulos, che hanno ottenuto dai tribunali di Houston di rinviare la sua sentenza di morte emessa dall’ospedale che non viene più rimborsato dallo stato del Texas e dunque vuol staccare la spina. Ma quale chiesa, partito, parlamentare, presidente mobiliterà aerei, fedeli, iscritti, elettori per Spiro?
Diciottomila americani muoiono ogni anno per mancanza di assistenza sanitaria. Centocinquemila bambini, soltanto in Texas, lo Stato cristianissimo, sono stati esclusi quest’anno dall’assistenza sanitaria pubblica, per risparmiare spese (sprechi, nel gergo elettorale). Sono troppi perché possano andare tutti in tv a strapparci il cuore come Terri.
(26 marzo 2005)
Cos’è il mobbing ?
Il mobbing, dice Dr Masi, non che «la diretta conseguenza dell’attuale organizzazione del lavoro basata sulla competitività e la gerarchia», ma è soprattutto frutto del fatto che «nell’83% dei casi le aziende selezionano i propri collaboratori disinteressandosi alle loro attitudini. Questo significa che non danno importanza nè alla loro creatività nè alla loro felicità. Ciò che interessa alle imprese avere a disposizione dei duttili esecutori, moderatamente infelici: cioe, dei burocrati» «. E dei burucrati sono «capi quasi sempre incompetenti sopra a persone competenti». Il mobbing è quindi una necesità di difesa da parte di burocrati incompetenti nei confronti di collaboratori mediamente migliori di loro. In detinitiva l’impresa moderna è tutta basata, non su un cambiamcnto possibile, bensì su una resistenza al cambiamento anche con mezzi quali la violenza psicologica.
dal libro “Il lavoro molesto”, di Daniele Ranieri, ed. Ediesse, che sto leggendo in questo periodo, dopo aver visto il film “Mi piace lavorare”
In memoria dell’eccidio delle fosse ardeatine
ROMA – Proteste contro la presenza del governatore Storace stamattina durante la cerimonia del 61esimo anno dall’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il presidente della Regione faceva parte di una delegazione composta, tra gli altri, dal Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi, dal Ministro della Difesa Antonio Martino, dal Sindaco Walter Veltroni e il Presidente
Provincia Enrico Gasbarra.
Durante la celebrazione due esponenti dell’Associazione Nazionale Ex Deportati hanno abbandonato la delegazione: “Non doveva essere qui oggi – ha detto un membro dell’Associazione, Mario Limentani, riferendosi a Storace – offende la memoria dei poveri morti. Io sono stato 18 mesi in un campo di sterminio e sono stato torturato”. Aldo Pavia, che è anche presidente dell’ Aned, gli ha fatto eco: “Rispetto le istituzioni, in questo caso non chi le rappresenta. Sono contro la legge che mira a riconoscere i repubblichini di Salò come belligeranti, loro che hanno venduto per 12.000 lire tre persone della mia famiglia e me e mia nonna per 5.000 lire. Trovare qui Storace dopo 60 anni mi sembra semplicemente uno spot elettorale di cattivo gusto”.
Un po’ di storia
Il 23 marzo 1944 in un’azione di guerra a Roma in via Rasella, un gruppo di partigiani dei Gap uccideva 33 soldati del battaglione Bozen e ne feriva 38 facendo scoppiare una carica esplosiva e attaccando la colonna nemica con armi automatiche e il lancio di bombe da mortaioleggere. Accuratamente preparata, l’azione colpiva uno dei battaglioni specializzati in azioni di rappresaglia e faceva seguito a una serie di massacri perpetrati nei mesi precedenti dai tedeschi nelle zone intorno alla capitale ai danni di persone innocenti, spesso donne, vecchi e bambini: 18 vittime a Canale Monterano, 32 a Saturnia, 14 a Blera, 40 a San Martino, 14 a Velletri ecc.
In seguito all’azione partigiana Hitler comunicò che Roma doveva essere interamente distrutta e tutta la popolazione deportata, ma subito dopo rettificò che per la vendetta sarebbe stato sufficiente radere al suolo l’intero quartiere nel quale si era svolta l’azione. Infine Kesselring e il comandante della piazza di Roma, Kurt Maeltzer, stabilirono le modalità della rappresaglia: dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso. L’eccidio avvenne immediatamente e fu affidato al colonnello Herbert Kappler, coadiuvato dal capitano Priebke: il giorno dopo l’azione partigiana, 335 uomini furono uccisi alle fosse Ardeatine, ciascuno con un colpo alla nuca. La maggior parte delle vittime venne prelevata dal carcere di Regina Coeli e dal comando di via Tasso, cinquanta furono scelte e consegnate dal questore fascista Caruso.
Va tutto bene, mai andato così bene…storie di mobbing e di banca
Stamattina cercavo qualche informazione sulle obbligazioni di Banca Intesa. Mi sono trovato un bellissimo opuscolo che un dipendente di banca, ha deciso di scrivere sulla sua storia personale di vessazioni subìte per aver rilasciato una intervista ad un quotidiano locale nella quale scriveva che le banche sapevano tutto dei bond argentini, Parmalat, ecc. Lettera di preavviso di sanzione disciplinare per aver “danneggiato” l’immagine della propria banca. Leggete tutto , è online a questo indirizzo. Vi cito solo alcuni pezzi:
OGGETTO: Contestazione di condotta con rilevanza disciplinare ai sensi dell’art 7 Legge 300/1970
La presente per contestarLe di aver tenuto una condotta di seguito descritta, che appare sanzionabile disciplinarmente perché contraria agli obblighi di collaborazione, fedeltà e subordinazione derivanti dal rapporto di lavoro con Lei in essere.
A pagina 3 dell’edizione del 19 gennaio 2004 del Giornale di Lecco è stata pubblicata, con grande evidenza e richiamo in prima pagina, un’intervista da Lei rilasciata, dal titolo “Caso Parmalat, il mea culpa di un bancario”.
In primo luogo Le viene contestato di aver omesso di richiedere alla Direzione Generale alcuna autorizzazione al rilascio della suddetta intervista, come inequivocabilmente imposto e più volte ribadito dalla normativa aziendale (facciamo riferimento alle Comunicazioni al personale del 19/8/1993, 14/2/1996, 4/3/1997, 12/10/1999, 3/9/2001 e alla Circolare del 24/1/2003). In secondo luogo, e soprattutto, Le viene contestato di avere rilasciato dichiarazioni, allo scopo che venissero pubblicate, contenenti giudizi fortemente critici nei confronti della generalità degli istituti di credito, ma che risultano particolarmente pregiudizievoli per l’immagine della nostra azienda e del Gruppo bancario cui appartiene: il suo intervento trae infatti la propria presunta legittimazione dall’asserita esperienza personale e la Sua identità è stata palesemente messa in primo piano, con ripercussioni facilmente immaginabili nei confronti – come minimo – della clientela delle filiali presso cui opera ed recentemente ha operato.
In terzo luogo, Lei ha fatto accenno, sempre alludendo ad un’esperienza personale, a situazioni – quali la mancata formazione del personale commerciale delle banche, o l’esistenza di direttive volte a privilegiare il conseguimento di obiettivi di redditività aziendale a scapito dei clienti, o addirittura un’intenzionale e sistematica propensione a non rendere il meglio servizio possibile alla clientela – che sono completamente infondate, contrarie alla verità oggettiva, nonché gravemente e gratuitamente lesive dell’immagine della Banca
Tutto ciò premesso, La invitiamo formalmente a presentare giustificazioni relative alla contestazione mossaLe entro il termine di 5 giorni a far data dal ricevimento della presente comunicazione.
CREDITO BERGAMASCO
……il resto, leggetelo 😉