Finalmente è arrivato il bel tempo!

Week-end finalmente all’insegna del mare e non solo ! Sabato per la prima volta sono stato all’IKEA….c’era un guardaroba da 35 euro che sognavo da tempo: finalmente mettere via le camicie stirate senza doverle mettere nei cassetti piegate !! Sabato mattina quindi all’IKEA, pranzo lì (un pranzo meno accattivante di quanto pensassi,a dire il vero, ma il pesce crudo era ottimo) ed il pomeriggio a casa per montare il tutto. Eccolo !
Il guardaroba da 35 euro che ho preso all'IKEA
Il giorno dopo finalmente a Lignano al mare con Enrico e Chiara, la sua consorte : come spesso accade, l’uno l’opposto dell’altra (e per fortuna !) Ci siamo divertiti un sacco e abbiamo anche giocato un po’ a pallavolo, ma domenica prossima si ritorna in TNT per salutare un po’ di gente !

Discorso agli studenti milanesi (1955)

di Piero Calamandrei (1889-1956)

La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino ipaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegiare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.

È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…

Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sepere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…

Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamenteo di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.

Panorama vuole abolire la festa del 1 maggio ?

Mentre il settimanale berlusconiano “Panorama” propone di spostare questa festa in altra data, vediamo perchè risale al 1 maggio con un po’ di storia (tratta dal sito http://www.primomaggio.com) :

FESTA DEL LAVORO
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La Festa del Lavoro affonda le sue radici nelle battaglie intraprese dal movimento operaio verso la fine del secolo scorso.
Il primo maggio del 1886, infatti, negli Stati Uniti, la “Federation Trade and Labor Unions” aveva proclamato i primi scioperi ad oltranza per chiedere di sancire contrattualmente l’orario lavorativo di otto ore. Le agitazioni riguardarono circa 400 mila lavoratori dei diversi stati dell’Unione e provocarono scontri con la polizia, come avvenne il 4 maggio a Chicago, dove al termine di una grande manifestazione con oltre 80 mila persone una vera e propria battaglia causò 11 morti ed un centinaio di feriti.
La decisione di organizzare una manifestazione a data fissa per ridurre legalmente la giornata di lavoro fu presa però solo tre anni più tardi, il 14 luglio 1889, approvando all’unanimità una mozione presentata dai delegati francese e statunitense al Congresso della Seconda Internazionale.
In Europa la prima celebrazione della Festa del Lavoro si ebbe quindi nel 1890, con esclusione dell’Italia dove l’allora presidente del Consiglio, Francesco Crispi, impartì ordini severi ai prefetti di reprimere sul nascere qualsiasi manifestazione di piazza.
Nel nostro paese la prima commemorazione della Festa del Lavoro si tenne l’anno successivo, il primo maggio del 1891, in un clima tutt’altro che tranquillo, tanto che a Roma, in scontri tra polizia e dimostranti, ci furono due morti e decine di feriti.
Dal 1891 fino all’avvento del fascismo il primo maggio coincise con le celebrazioni della Festa dei Lavoratori, ma dall’ambito sindacale dell’orario di lavoro le rivendicazioni si estesero al terreno dei diritti civili e a quello della politica internazionale del Paese.
Dopo l’ottobre del 1922 Mussolini decise di abolire le celebrazioni del primo maggio e stabilì la data del 21 aprile (Natale di Roma) per festeggiare “il lavoro italiano e non quello inteso in senso astratto e universale”.
Durante il ventennio di regime fascista, tuttavia, in molte grandi città le commemorazioni proseguirono, sia pure in modo clandestino. Nel 1945, con la Liberazione, il primo maggio tornò a coincidere con la festa del lavoro.
Delle celebrazioni in epoca repubblicana resta memorabile per la sua tragicità quella del 1947 a Portella della Ginestra, nelle campagne del palermitano, dove durante una manifestazione di braccianti i banditi di Salvatore Giuliano spararono sulla folla uccidendo 11 persone.
Negli anni successivi le celebrazioni del primo maggio si intrecciano con le vicende interne alle confederazioni sindacali e agli svilupi della situazione politica, sociale ed economica dell’Italia.
Il primo maggio 1990, anno del centenario, CGIL, CISL e UIL organizzano una celebrazione a Milano, nell’area degli ex stabilimenti Ansaldo, alla quale partecipa, per la prima volta nella storia della Festa del Lavoro, il Presidente della Repubblica.
La strage di Portella della Ginestra
Nella storia del primo maggio la pagina più sanguinosa venne scritta nel 1947 a Portella della Ginestra.
Dopo anni di sottomissione a un potere feudale la sicilia stava vivendo una fase di rapida crescita sociale e politica. Un grande movimento organizzato aveva conquistato il diritto di occupare e avere in concessione le terre incolte.
L’offensiva del movimento contadino, insieme alla vittoria elettorale del blocco del popolo alle elezioni per l’assemblea regionale, suscitarono però l’allarme delle forze reazionarie. Intimidazioni contro sindacalisti e esponenti dei partiti della sinistra erano frequenti e affidate al banditismo separatista.
Il primo maggio del 1947, secondo una usanza che risaliva all’epoca dei fasci siciliani, circa 2000 contadini, uomini, donne, bambini ed anziani, si erano dati appuntamento nella piana di Portella della Ginestra. appostati sulle colline vicine, c’erano ad attenderli, armati di mitragliatrici, gli uomini della banda di Salvatore Giuliano , rinfoltita con alcuni elementi prezzolati. aveva appena iniziato a parlare il primo oratore, quando si sentirono i primi colpi. Per la folla non ci poteva essere scampo: alla fine si contarono 11 morti e più di 50 feriti.
La notizia della strage si diffuse in tutta italia e la cgil proclamò per il 3 maggio uno sciopero generale. purtroppo le indagini furono compromesse dalla volontà di una parte delle forze di governo ed in particolare del ministro dell’interno dell’epoca, Mario Scelba , di escludere in partenza la pista della strage politica.
Tutte le colpe furono addossate al bandito giuliano, malgrado il rapporto dei carabinieri indicasse come possibili mandanti, “elementi reazionari in computta con i mafiosi locali”.
Lo stesso giuliano fu eliminato, 3 anni dopo, dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta che a sua volta fu avvelenato in carcere nel 1954 dopo aver preannunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella. una strage che sembra quindi inaugurare la lunga catena di misteri e di eccidi che insanguineranno l’italia negli anni a venire.

Il questionario sulla mobilità a Padova

Sabato 30 aprile è la scadenza entro al quale riconsegnare i questionari sulla mobilità promossi dal Comune di Padova.
Una iniziativa interessante perchè costringe a ragionare sulla mobilità della Padova futura, quella che non vuole soffocare di traffico e PM10.
Conoscere i mezzi con i quali si compiono gli spostamenti, gli orari, i tragitti, le origini e le destinazioni, ma soprattutto la propensione al cambiamento, cioè quanti e in base a quali condizioni sono disposti a lasciare l’auto a casa, è sicuramente un dato importante per impostare una seria politica per una mobilità sostenibile e la lotta all’inquinamento.
Per questo motivo Legambiente sostiene il questionario del Comune di Padova ed invita tutti coloro che gravitano introno a Padova a compilarlo. E’ possibile scaricarlo all’indirizzo http://www.padovanet.it/dettaglio.jsp?tassid=631&id=5623 e poi inviarlo via mail al settore Mobilità, secondo le istruzioni.
Già dalla recente indagine del Mobility Manager del Comune su un campione di 10.000 dipendenti di aziende pubbliche e private di Padova emergevano dati interessanti. Colpiva favorevolmente che solo il 26% di chi attualmente usa l’auto per
andare al lavoro si dichiara comunque non disponibile ad usare il mezzo pubblico. Ben il 74% di chi usa l’auto sarebbe disposto a lasciarla per salire sull’autobus se il servizio migliorasse e se ci fossero servizi dedicati. E il 52% fra questi lavoratori durante il tragitto casa-lavoro non compiono altri spostamenti o soste intermedie. Fra chi va in auto al lavoro dunque vi è una quota consistente di potenziali utilizzatori del mezzo pubblico.
Oggi serve avere dati ancora più complessivi, che riguardano soprattutto le abitudini dei 300.000 city user che ogni giorno entrano ed escono dalla città in macchina per motivi di lavoro o studio.

Legambiente Padova Onlus – Circolo Eleonora Chinni – v. Monte Sabotino 28 35141 Padova
tel. 049.856.12.12 – fax. 049.856.21.63 www.legambientepadova.it

Un week-end di gelo a Rimini….

E’ vero, non ci sono più le mezze stagioni. Un week-end organizzato da tempo, quello del ponte del 25 aprile, a Rimini, per una full immersion di sole….Danilo è tornato con la tosse, io con una terribile laringite, e Marco sano (ci sua!). Abbiamo conosciuto due ragazze di Roma molto OK, Fabiana e Micol (non si scrivera’ sicuramente così ma dato che la personaggia aveva inserito Marco nella rubrica del telefonino come Marco Utile anzichè Marco Udine, ci prendiamo questa licenza….). Sabato sera passato al Classic (l’obbiettivo era il Cocorico ma c’era troppa gente, circa un’ora di coda all’una e mezza di notte), mentre domenica davvero mi sarebbe piaciuto andare al Prince, ma sarà sicuramente per la prossima volta. Ecco un po’ di foto….che voglia di mare. Un bacione a tutte e due .

Fable

Frutta e verdura biologica a Padova

CASSETTE MISTE DI FRUTTA E VERDURA BIOLOGICA

ecco la cassetta!

Il progetto “spesa Bio & Solidale ” intende proporre, cassette miste di frutta e verdura biologica con cadenza settimanale o quindicinale,
Si rivolge a persone interessate a ricevere, consegnata direttamente presso luogo di lavoro o presso vari luoghi di aggregazione sociale, da individuare o da costruire, una spesa – una cassetta – mista di frutta e verdura biologica, di stagione e, per quanto possibile, locale.

Composizione di questa settimana:

• finocchi
• carciofi
• porri
• lattuga
• patate
• bieta da costa

• carote
• peperoni
• funghi
• rape rosse
• spinaci
• cappuccio

• cavolo verza
• banane
• pere
• kiwi
• mele

La spesa è accompagnata da una scheda che identifica per ogni prodotto, il produttore, il luogo di produzione e gli estremi del controllo e certificazione. Saranno inserite ricette, informazioni tecniche, merceologiche, storiche dei singoli prodotti, oltre che la probabile composizione della spesa successiva. Si punta a relazioni di acquisto “in abbonamento”, sulla base della reciproca soddisfazione e fiducia.
La composizione della cassetta è determinata dai produttori tenendo conto della continuità, della stagionalità, conservabilità e della miglior qualità disponibile.
Il consumatore potrà indicare fino a tre prodotti che gradirebbe non fossero presenti nella sua cesta.

Anche per questa settimana sperimentiamo l’offerta di due differenti tipologie di cassetta, una da 15€ e una da 25€ (+ 1€ di cauzione per la cassetta di legno, restituibile) a copertura del costo del prodotto, del lavoro di raccolta ordini, della preparazione della cassetta, di promozione ed informazione.

Per garantire la varietà dell’offerta, oltre che una maggiore quantità unitaria di ogni prodotto, le cassette da 25€ saranno composte da un maggior numero di prodotti rispetto a quelle da 15€ (almeno 2 prodotti in più).

Le consegne saranno effettuate venerdì 29/04.
Chi di voi fosse interessato all’acquisto di una o più cassette è pregato di dare comunicazione via e-mail entro martedì 26/04, entro le ore 12,00.

Siamo aperti ad ogni consiglio e osservazione utile, oltre che ad intervenire nei luoghi e nei momenti più opportuni per far conoscere i vantaggi della nostra iniziativa.

riferimento Matteo Sandon
Associazione Bio Rekk
e-mail: biorekk@frege.homeip.net

Caro Sindaco di Padova….

L’impressione (spero vivamente di sbagliarmi) leggendo i quotidiani locali, è quella che giunte cittadine di centrosinistra e di centrodestra non cambino poi di tanto nel modo di amministrare la città. Quando c’era il centrosinistra all’opposizione, guerra all’aumento dei biglietti aps perchè ingiustificato e senza un miglioramento del servizio. Ora c’è Zanonato alla guida della città: non abbiamo (ancora) visto un km in più di pista ciclabile (Sindaco, vada nella zona tra Padova Est e Via Venezia e PROVI a percorrere quella pista ciclabile….fatta di pali!), non abbiamo visto una corsa in più su linee trafficatissime dove la gente da anni rimane a piedi in caso di pioggia (leggi : linee 4 , 19), non abbiamo visto un metro di corsia preferenziale in più , vediamo ancora i telelaser “sparati” sui cavalcavia con agenti di polizia municipale nascosti, in compenso assenti quando , nelle giornate ecologiche, ad andare in centro in bici rischi di non trovarla più perchè non ci sono (ancora) parcheggi custoditi per le biciclette in centro.
E la rabbia sale quando il sindaco, di centrosinistra, in una città dove mancano , come in tutta Italia, asili nido, torna alla ribalta con ….un nuovo stadio !
L’invito è quello di sempre: caro Sindaco, faccia qualcosa di sinistra.

Le Ferrovie ? Un altro miracolo italiano

15/04/2005

Aperte già tre inchieste sul treno deragliato
Valsugana: per due minuti si è temuto il peggio. Ora la Procura vuole sapere .
Trenitalia ha avviato i suoi accertamenti: «Un’avaria sorprendente ed unica»
di RINALDO CAO

TRENTO. E’ stato un inferno, durato due lunghissimi minuti l’altra sera sulle due automotrici della ferrovia Valsugana, quando ormai erano prossime ad entrare nella stazione di Bassano: i vetri dei finestrini infranti, l’olio motore ha preso fuoco ed i passeggeri sono entrati nel panico. A provocare l’incidente il cedimento del motore della vettura di testa che staccandosi è finito sotto il treno in corsa. Tre le inchieste in corso, quella penale della procura della Repubblica e due interne delle ferrovie. A dodici ore dall’incidente ferroviario sulla Valsugana, nel quale tra l’altro sono rimaste ferite due persone, una donna del posto leggermente ustionata ed un giovane marocchino che si è procurato una lacerazione saltando dal finestrino appena andato in frantumi, la linea è stata ripristinata nei due sensi di marcia. Ed ieri pomeriggio alle 15,24 due automotrici del tipo «Aln, automotrice leggera nafta, tipo 668», cioè del tutto simili a quelle partite da Trento il giorno precedente, ma mai arrivate a destinazione, sono invece partite in orario alla volta di Bassano e questa volta regolarmente arrivate, naturalmente con qualche trepidazione da parte del personale viaggiante. Neppure Trenitalia è riuscita, ieri, a tranquillizzare i macchinisti (sono 36) impiegati sul tratto Trento- Bassano, né la clientela che usufruisce del servizio di trasporto sulla Valsugana. L’incidente infatti ha lasciato sbigottiti anche i ferrovieri più esperti, macchinisti che hanno alle spalle centinaia di migliaia di chilometri, ma che di fronte ad un’automotrice che perde il motore in corsa sono rimasti senza parole. Ufficialmente Trenitalia, ieri ha fatto due mosse, ha mobilitato il responsabile della direzione veneto, divisione trasporti, ingegner Giorgio Serpelloni, che si è recato a Carpenè all’abitazione della donna ferita, Chiara Rabozza di 59 anni, per donarle un mazzo di fiori e rassicurarla sulla disponibilità della società a farsi carico del suo stato, dall’altro ha informato i pendolari della zona che dal prossimo 30 di aprile sarà attivato un nuovo collegamento tra Bassano e Castelfranco. Ma per il resto l’ingegner Serpelloni non ha offerto alcuna spiegazione sull’accaduto al treno «aln 668», che Trenitalia ha ritirato dalla circolazione ed ha trasferito al centro di Treviso dove sarà smontato ed analizzato pezzo per pezzo. «Un incidente senza precedenti», ha commentato il responsabile delle relazione esterne di Trentinalia «su un tipo di macchina robusta, che non ci ha mai dato problemi e che viene sottoposta a dei regolari controlli, secondo un calendario che prevede accertamenti sempre più rigorosi con il crescere del chilometraggio». Insomma cosa sia successo mercoledì sera alle 17,20 mentre il treno stava per arrivare a Bassano resterà ancora per qualche tempo un mistero: «Non dimentichiamoci – ha aggiunto il responsabile delle relazioni esterne – che stiamo parlando di motori, quindi di complessi meccanismi che talvolta possono ancora guastarsi». Sul treno della Valsugana partito da Trento alle 15,24 di mercoledì viaggiavano anche due studenti universitari, saliti a Povo e destinati a Bassano, mentre gli altri passeggeri erano tutti veneti. Per loro come per gli altri protagonisti di questa vicenda la sequenza del deragliamento del treno che ha perso il motore resterà a lungo impressa nella memoria. In una nota diffusa ieri in serata Codacons e Listaconsumatori hanno invitato i passeggeri coinvolti nel deragliamento a chiedere il risarcimento danni, soprattutto quelli «da paura», mentre il segretario della Cisl trasporti di Trento Giuseppe La Pietra ha sollecitato l’azienda ad assumersi le proprie responsabilità senza neppure tentare di addossarle ai macchinisti. «Sostenere che una semplice frenata, posto che ci sia stata – ha sottolineato Giuseppe La Pietra – possa aver contribuito a far cadere il motore a terra è inverosimile, oltre che scandaloso». I ferrovieri, intanto, è stata la conclusione del sindacalista avranno un motivo in più per scioperare il prossimo 20 di aprile nella vertenza che ha sulla sicurezza uno dei punti di qualificazione della piattaforma contrattuale.

Il pilota e l’elicottero

Un elicottero sta volando dalle parti di Seattle quando un guasto elettrico disabilita tutti gli apparati di navigazione e comunicazione dell’apparecchio. A causa delle nuvole e della nebbia, il pilota non puo’ determinare la posizione dell’elicottero e fare rotta all’aeroporto. In questa situazione il pilota vede un palazzo molto alto, vola verso di esso e inizia a girargli intorno. Scrive un biglietto e lo mette sul finestrino dell’elicottero. Il biglietto del pilota dice “DOVE MI TROVO?” a lettere cubitali. La gente nel palazzo prontamente risponde al velivolo, scrivendo un biglietto e mettendolo su una finestra del palazzo. Il loro biglietto dice “TI TROVI IN UN ELICOTTERO”. Il pilota sorride, guarda la sua mappa e determina la rotta con sicurezza Giunti all’areoporto il co-pilota chiede al pilota come il biglietto “TI TROVI IN UN ELICOTTERO” avesse potuto aiutarlo a determinare la loro posizione. Il pilota risponde “Sapevo che doveva trattarsi del palazzo della Microsoft perche’, come i loro help in linea, mi hanno dato una risposta tecnicamente ineccepibile, ma completamente inutile”.