Babbo Natale non riesce a consegnare i regali perchè la strada è interrotta. Volete aiutarlo ?
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Cercare di vivere con la ME/CFS ed ipersonnia centrale.
Le cose belle insegnano ad amare la vita, quelle brutte a saperla vivere.
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Facciamo un po’ di conti. Con il Condono Fiscale, il Governo ha permesso alle aziende di rendere impenetrabili ai controlli i bilanci dal 1997 al 2001. Con l’ultima manovra finanziaria, il periodo è stato esteso all’intero 2002. Con il “concordato preventivo”, una specie di condono a priori, le aziende potranno concordare col Fisco le imposte dei prossimi due anni. Quindi, niente più necessità di scontrini fiscali, fatture e bolle degradate a meri strumenti per le necessità informative dell’azienda.
Non è questa la sede per discutere sull’opportunità di misure una tantum, sulla cattiva educazione al contribuente, su come si sentano trattati quelli che hanno pagato tutte le tasse. Quello che ci interessa qui è sapere come verrà impiegato tutto quel popò di polizia tributaria, che fino a oggi è andata nelle aziende, nei negozi, per scovare gli evasori, multarli ed intentare loro causa. Tecnicamente, avranno le mani legate per un periodo che va dal 1997 al 2005. Quindi, quale sarà l’obiettivo delle loro indagini? Avete già indovinato?
La nostra opinione è che principalmente si occuperanno di pirateria informatica, verificheranno cioè la presenza delle licenze sul software effettivamente impiegato in azienda. Alla luce di queste considerazioni, il lancio della campagna di comunicazione che lo scorso settembre ha presentato la BSA (Business Software Alliance), già di per sè notevole per efficacia e tempismo, sfiora il profetico. Molti di voi ricorderanno l’immagine dell’asino sdoppiato sormontato dal titolo: “Clonazione abusiva. Asino di legge”.
Trenitalia : ogni anno un orario peggiore.
Sinceramente non avrei creduto che Trenitalia sarebbe riuscita a peggiorare l’orario dell’anno precedente. Ci sono riusciti.
Vorrei tornare indietro di un paio d’anni per descrivere i tempi di attesa di un viaggiatore sulla tratta Bologna-Trieste ; un viaggiatore che ha pochi collegamenti diretti con gli intercity. Con l’unico Eurostar su quella direttrice, perde 40 minuti di viaggio perché da Mestre anziché ripartire per San Donà-Portogruaro , va fino a Venezia S. Lucia e torna indietro. Ha a disposizione un intercity, il famigerato “Miramare”, che viaggia tutti i santi giorni con un ritardo variabile tra i 40 e 60 minuti (e questo da due anni: si spera che con il cambio d’orario, o con la riduzione del numero di fermate, o con un potenziamento della composizione, o con altri mezzi, Trenitalia riesca a porre fine a questi cronici ritardi, e invece non è così).
Ma il peggioramento più tangibile nella vita non solo dei pendolari ma dei viaggiatori anche nel fine settimana , è quello relativo agli interregionali : da Padova, dopo la soppressione degli interregionali Milano-Venezia qualche anno fa, sono rimasti solo gli interregionali Bologna- Venezia. Due anni fa (nel 2001, per capirci), i treni da Bologna arrivavano a Mestre ai minuti ’39 e alle ’03 dell’ora successiva c’era un treno interregionale per Trieste. Venti minuti di attesa , tenendo conto di possibili ritardi, era un buon compromesso. Con l’orario entrato in vigore nel dicembre 2002, le partenze dei treni per Trieste sono stati spostati in avanti di dieci minuti (attualmente partono alle ’13 di ogni ora). Dal prossimo orario partiranno da Mestre alle ’22 di ogni ora. Il che vuol dire, dato che gli orari sono cadenzati, che chiunque arrivi con un interregionale da Bologna-Padova e volesse prendere un treno per Trieste, dovrà attendere quaranta minuti in stazione.
E parliamo un attimo di cosa offre la stazione di Mestre. Lo scenario a cui ho assistito domenica mattina, alle 10, era desolante: la sala Eurostar chiusa come tutti i sabati e domenica , la sala d’attesa dei viaggiatori con gente in piedi, il Mc Donald e relativo bar annesso pieni all’inverosimile: al confronto le code alle poste sono “snelle”. In questo frangente, mezz’ora al binario due con il freddo polare che c’era mi ha posto a chiedermi: ma chi predispone le variazioni all’orario ferroviario pensa al fatto che un viaggiatore non può vedere di anno in anno aumentare i tempi di percorrenza , senza alcun motivo ?
Un ringraziamento anche per la velocizzazione dell’intercity notte Marco Polo , che dal 14 dicembre impiegherà altri dieci minuti in più sul percorso Latisana-Padova, dato che una volta arrivato a Mestre proseguirà per Venezia prima di prendere direzione Padova-Bologna. Il che vale a dire 2 ore e 10 per 103 chilometri, ad una velocità commerciale inferiore ai 50 chilometri all’ora.
Complimenti.
A quando un orario MIGLIORE ?
Agente Arancio
A quarant’anni da quando gli Stati Uniti cominciarono ad usare l’Agente Arancio in Vietnam, i due paesi inizieranno a cooperare per valutare gli effetti prodotti dalla sostanza chimica tossica sulla salute umana e sull’ambiente. L’Agente Arancio è un defoliante che contiene TCDD, la forma più pericolosa di diossina, la quale causa il cancro, disfunzioni del sistema immunitario e malformazioni alla nascita. Gli Stati Uniti spruzzarono milioni di litri di Agente Arancio sul territorio del Vietnam dal 1962 al 1971 nel disperato tentativo di stanare il nemico e vincere la guerra impedendo che i combattenti trovassero riparo nella foresta. Questa pratica ha dato vita ad una delle più durature, dannose e controverse eredità lasciate dal conflitto; nei primi dieci anni del dopoguerra, circa 50.000 bambini presentavano alla nascita deformità e paralisi attribuite all’Agente Arancio. Delegati dei due paesi cominceranno a discutere l’attività congiunta di ricerca sugli effetti nel corso di una conferenza di quattro giorni che si terrà ad Hanoi all’inizio di marzo.
Fonte: Good News Agency
Lo shopping di Berlusconi
Armi nucleari, biologiche e chimiche, ovvero armi di distruzione di massa. Cercate (e non trovate) in Iraq, ce le potremmo ritrovare presto in casa nostra. Il governo italiano ha dato ordine di acquistarle. L’elenco completo non si trova in qualche documento segreto ma nel supplemento ordinario della Gazzetta ufficiale numero 171 del 25 lug corrente anno.Con decreto 13 giugno 2003 il ministro della Difesa Antonio Martino – “di concerto con il ministro degli affari esteri Frattini, dell’Interno Pisanu, dell’Economia e delle Finanze Tremonti e delle Attivita’ produttive Marzano” – ha approvato l’acquisto di “agenti tossici chimici e biologici, gas lacrimogeni, materiali radioattivi, relative apparecchiature, componenti, sostanze e tecnologie”.
A pag 17 l’atto ministeriale specifica che i militari italiani si devono dotare di “agenti biologici e sostanze radioattive adattati per essere utilizzati in guerra per produrre danni alle popolazioni o agli animali, per degradare materiali o danneggiare le colture o l’ambiente, ed agenti per la guerra chimica”.
In particolare si autorizza l’acquisto di gas nervini, tra questi il micidiale Sarin (quello dell’attentato al metro’ di Tokyo del 20 marzo 1995), il Soman, il Tabun, il Vx.
E ancora: “agenti vescicanti per la guerra chimica: ipriti e lewisiti”. E poi continuando: “agenti inabilitanti e defolianti” tra i quali anche i tristemente famoso Agente Arancio, utilizzato dagli americani in Vietnam e i cui effetti devastanti si riscontrano ancora sulla popolazione di questo paese.
Nell’elenco sono comprese anche “apparecchiature progettate o modificate per la disseminazione delle sostanze chimiche” oltre a “tecnologia per lo sviluppo, la produzione, l’utilizzazione degli agenti tossici”.
Quanto al capitolo nucleare, l’autorizzazione non si limita “al software in grado di simulare un’esplosione”, ma fa riferimento anche all’acquisto di “sostanze radioattive” e alla costruzione di “impianti per l’ottenimento del plutonio 239 e loro apparecchiature e componenti appositamente progettati e preparati”.
Autorizzato anche l’acquisto di vari tipi di gas lacrimogeni in funzione antisommossa.
Sulla vicenda il verde Paolo Cento ha indirizzato l’8 settembre scorso unainterrogazione parlamentare al ministro della difesa, che pero’ non ha ancora ritenuto di dover rispondere.
“L’elenco e’ in contrasto con le convenzioni internazionali, scrive Cento, perche’ e’ destinato a supportare azioni militari non solo difensive ma anche offensive”.
Ciao amici , mi chiamo Marco e proprio l’anno scorso vi ho scritto spiegandovi come e quando è avvenuto il mio primo trapianto di midollo osseo ed inoltre per ringraziare infinitamente il “mio amico donatore”.
In contemporanea con la pubblicazione di quella lettera, il Centro Trapianti Midollo Osseo nel quale sono tuttora in cura, mi diede una spiacevole notizia: la mia malattia a distanza di 10 mesi dal trapianto si era ripresentata. I medici decisero di chiedere ancora una volta al donatore la sua disponibilità.
Egli accettò subito e dopo uno stretto monitoraggio della malattia si arrivò al secondo trapianto, prelevando il midollo dello stesso donatore. Il trapianto è avvenuto il 4 novembre 1999, sempre presso il CTMO dell’Ospedale Niguarda di Milano… speriamo che questa sia la volta buona!
E’ passato circa un anno da quel giorno, in questo lasso di tempo ho avuto tanti problemi però, grazie a tutto il personale del centro in cui sono in cura e alla mia famiglia, che mi è stata sempre vicina, sono riuscito a superarli ed ora sto bene. Scrivo questa lettera per portare la mia testimonianza a conferma di un articolo scritto su ADMO Notizie l’anno scorso, nel quale si parlava di una seconda donazione.
Tutti coloro che sono affetti da queste “disgraziate” malattie del sangue hanno tanto bisogno di voi donatori, ed in certi casi, i più sfortunati, anche una seconda volta.
Senza la vostra donazione, tutti i nostri sforzi per combattere la malattia sono vani.
Io non finirò mai di ringraziare il MIO AMICO DONATORE che mi ha ridato la vita per la seconda Il numero dei donatori nel mondo deve aumentare per dare a tutti i malati una speranza e una possibilità di guarigione.
Grazie a tutti voi donatori e grazie ADMO
Tratto dal sito http://italy.indymedia.org/news/2003/09/375647_comment.php , dopo che ho visto questa sera, dopo tanto tempo, il tg3 nazionale
Non furono «mele marce», non furono «abusi di singoli». E allora, come dice un magistrato, «a pagare devono essere i generali, non i soldati». I 73 avvisi di fine indagine spediti ieri dalla procura di Genova, ultimo atto prima delle richieste di rinvio a giudizio per le violenze alle scuole Diaz/Pascoli e a Bolzaneto, sono un atto d’accusa contro la polizia italiana. Franco Gratteri, vicinissimo a Gianni De Gennaro, dovrà rispondere di falso, calunnia aggravata e abuso d’ufficio per quella «perquisizione» che si risolse in un massacro, la notte del 21 luglio di due anni fa dopo due giorni di scontri: 61 feriti, 93 arresti arbitrari, due false molotov, una coltellata fantasma e verbali che parlavano di «accesa resistenza» e di attrezzi da carpentiere usati come «armi improprie». Le stesse gravi accuse toccano a Gianni Luperi e Lorenzo Murgolo, indicati come coloro che comandarono l’operazione insieme a Gratteri e al defunto Arnaldo La Barbera, allora capo dell’antiterrorismo. Per i pm agirono «al fine di costruire un compendio probatorio a carico degli arrestati e, quindi, per commettere i reati di calunnia e abuso d’ufficio, nonché per giustificare la violenza usata». «Costituendo per posizione gerarchica il livello apicale di riferimento – proseguono – ed esercitando di fatto i poteri connessi, consapevoli di quanto nella realtà accaduto, determinavano ed inducevano agenti e ufficiali di polizia giudiziaria ad attestare falsamente: di aver incontrato resistenza; che quanto rinvenuto nell’istituto (mazze, bastoni, picconi, assi, spranghe) era stato utilizzato come arma impropria anche per commettere i reati di resistenza; di aver rinvenuto due bottiglie incendiarie; l’aggressione ai danni di un agente che sarebbe stato attinto da una coltellata vibrata all’altezza del torace». E ancora: «Incolpavano, sapendolo innocente, ciascuno dei predetti indagati per i delitti loro ascritti (associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, resistenza a pubblico ufficiale, possesso di esplosivi e armi improprie), nonché un soggetto ignoto ma tra costoro individuabile per tentato omicidio».
Altrettanto gravi le posizioni di dieci funzionari di medio livello, per lo più vicequestori, che scrissero o firmarono i verbali: Gilberto Caldarozzi (vice di Gratteri), Spartaco Mortola (ex capo della Digos di Genova), Nando Dominici (ex capo della squadra mobile di Genova), Filippo Ferri (capo della mobile di La Spezia), Massimiliano Di Bernardini (capo dell’antirapine alla mobile di Roma) Fabio Ciccimarra (pluridecorato «mobiliere» di Napoli), Carlo Di Sarro (ex Digos di Genova), Massimo Mazzoni (ispettore dello Sco), Davide De Novi e Renzo Cerchi («mobilieri» di La Spezia). Il verbale d’arresto, secondo i pm, lo scrissero Ciccimarra, Ferri e Di Bernardini. Perquisizione e sequestro furono invece verbalizzati da Mazzoni, che dipendeva direttamente da Gratteri.
Berlusconi sta facendo una campagna pubblicitaria per convincere gli italiani che l’intervento sulle pensioni è necessario per ragioni di bilancio. Si tratta di una falsità. I conti dell’INPS sono in ordine e potrebbero essere anche migliori se il governo si decidesse a separare la previdenza dall’assistenza (che deve essere a carico della fiscalità generale) e a perseguire l’evasione contributiva. Inoltre Berlusconi sostiene che il provvedimento sarà equo e lieve. Si tratta di una falsità. L’intervento sulle pensioni prevede:
– l’obbligo di 40 anni di lavoro per maturare il diritto alla pensione di anzianità. Così si peggiora ulteriormente la condizione dei lavoratori, che già con la controriforma Dini avevano pagato un prezzo pesante, in una situazione in cui lo sfruttamento sui luoghi di lavoro è aumentato moltissimo. Il governo continua nella strada di far lavorare di più i lavoratori e di tagliare stipendi e pensioni, mentre dall’altra riduce le tasse per le imprese e per i ricchi.
– l’abolizione delle liquidazioni e il loro trasferimento obbligatorio dentro i Fondi Pensione Integrativi. Ai lavoratori verrà così tolta, in un colpo solo, una cifra pari ad una mensilità di salario l’anno. In pratica, dovranno pagare due volte, una all’INPS e una alle assicurazioni private per avere diritto ad una pensione da fame. Il tutto allo scopo di favorire le assicurazioni private che gestirebbero i fondi pensione in modo speculativo.
– il taglio del 5% dei contributi che le imprese pagano all’INPS per ogni nuovo assunto. In questo modo le imprese risparmieranno un mucchio di soldi e nello stesso tempo i nuovi assunti avranno meno contributi versati. Ciò comporterà una pensione tagliata di oltre il 15% rispetto al sistema attuale. Inoltre, questo taglio dei contributi sui nuovi assunti determinerà immediatamente un buco di svariati miliardi nelle casse dell’INPS, mettendo a rischio le pensioni oggi erogate.
Il governo al di là delle chiacchiere vuole distruggere il sistema previdenziale pubblico, rubarsi le liquidazioni e abolire le pensioni di anzianità. Tutto questo mentre milioni di giovani sono condannati alla disoccupazione e alla precarietà per anni e anni.Il governo vuole obbligare tutti i lavoratori ad attivare la previdenza integrativa. Noi siamo contrari per 4 semplici ragioni:
1) In questo modo i lavoratori devono pagare due volte, una alla previdenza pubblica e una a quella privata, per avere la stessa pensione. Si tratta cioè di una inaccettabile riduzione del salario.
2) I fondi pensionistici privati hanno una resa inferiore alla previdenza pubblica. A parità di capitale versato danno cioè luogo ad una pensione più bassa.
3) I Fondi pensionistici privati, per far rendere il capitale, investono in larga parte in borsa. Quando le borse crescono non vi sono problemi, ma quando calano sono guai, come si vede già oggi per i fondi pensione statunitensi. I lavoratori non possono essere esposti a questo rischio.
4) Visto che i mercati sono globali, questi fondi finiranno nelle borse internazionali. I risparmi dei lavoratori saranno così utilizzati dalla speculazione finanziaria mondiale. Il governo Berlusconi motiva il taglio della pensione dicendo che la spesa previdenziale italiana è molto più alta di quella europea.
E’ falso!
Le statistiche dicono che la spesa previdenziale italiana è pari al 13,5% del Prodotto Interno Lordo, mentre la media europea si aggira sul 12%. Non dicono però che in quel 13,5% vengono conteggiate anche le liquidazioni (valgono l’ 1,5%), che nulla hanno a che vedere con la pensione. Non dicono inoltre che in altri paesi, ad esempio in Germania, sulle pensioni non si pagano le tasse, per cui tutto l’importo finisce nelle tasche dei pensionati.
In Italia, al contrario, una parte della spesa pensionistica (pari al 2% del P.I.L.), ritorna allo stato sotto forma di IRPEF. Se venissero quindi usaticriteri omogenei (senza TFR e al netto delle tasse), si vedrebbe come la spesa pensionistica italiana sia addirittura al di sotto della media europea e cioè circa al 10% del Prodotto Interno Lordo.
L’esperienza passata, nella misura in cui diventa parte della memoria, è rifiutata come il rifugio primitivo di coloro che non hanno il discernimento necessario pe rapprezzare le incredibili meraviglie del presente.
John Kenneth Galbraith , in "Breve storia dell’euforia finanziaria"
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Mlist – mlist.belowtheweb.it
Esperienze, idee, visioni. Su Internet
se vuoi leggere tutti i messaggi di questo thread:
http://mlist.belowtheweb.it/archivi/3d/env/msgid-15918.html#15918
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E allora parliamo anche di Wind
Il 10 febbraio ho mandato una disdetta a tutti i servizi di telefonia fissa di wind (il contratto l’avevo fatto con infostrada) essendo passato alla fibra (sono un cliente quasi contento di fastweb, a parte due o tre cosette: videorec che taglia gli ultimi 5 minuti dei programmi registrati, nessuna risposta del servizio clienti, estrema facilità ad abbonarsi a servizi aggiuntivi e cavalli di Frisia per recedere, cose gratuite che diventano a pagamento come il riconoscimento del numero di chi chiama..)
wind: continuo a ricevere le bollette. bene: non pago da quando reputo di non dover pagare, dal 10 febbraio. loro hanno un credito con me (saranno 60 euro circa) ma da quando ho spedito una lettera a quattro mani con un mio amico avvocato non si sono fatti più sentire. una esperienza da fare è andare in via lorenteggio 257 e cercare di entrare per parlare con qualcuno di wind. io l’ho fatto avuto il piacere di parlare solo con una guardia giurata che mi ha impedito di entrare e poi (eravamo soli) mi ha raccontato quello che succede tutti i giorni ai cancelli: una cinquantina di persone "urlanti" che sventolano bollette per servizi attivati a: deceduti, ultraottantenni, emigrati, ecc. facciamo due conti: 185 euro al bimestre (la mia bolletta) x tre bimestri sono 555 euro iscritti a bilancio come crediti che, per quanto mi
riguarda, sono inesigibili 50 persone al giorno per 300 giorni lavorativi fanno 15000 persone che si sono mosse per fer valere i loro diritti (50 euro? 100 euro?) facciamo 50 euro per 15000 = 750000 euro.
e quelli che non pagano e non ci vanno? io scorgo una strategia che tende ad aumentare i crediti in vista di una
vendita "gonfiata" truffa secondo me è la parola esatta.
Ma quello che mi lascia veramente perplesso è che non c’e’ uno STRACCIO di authority che interviene