Sul G8 a Genova

Tratto dal sito http://italy.indymedia.org/news/2003/09/375647_comment.php , dopo che ho visto questa sera, dopo tanto tempo, il tg3 nazionale

Non furono «mele marce», non furono «abusi di singoli». E allora, come dice un magistrato, «a pagare devono essere i generali, non i soldati». I 73 avvisi di fine indagine spediti ieri dalla procura di Genova, ultimo atto prima delle richieste di rinvio a giudizio per le violenze alle scuole Diaz/Pascoli e a Bolzaneto, sono un atto d’accusa contro la polizia italiana. Franco Gratteri, vicinissimo a Gianni De Gennaro, dovrà rispondere di falso, calunnia aggravata e abuso d’ufficio per quella «perquisizione» che si risolse in un massacro, la notte del 21 luglio di due anni fa dopo due giorni di scontri: 61 feriti, 93 arresti arbitrari, due false molotov, una coltellata fantasma e verbali che parlavano di «accesa resistenza» e di attrezzi da carpentiere usati come «armi improprie». Le stesse gravi accuse toccano a Gianni Luperi e Lorenzo Murgolo, indicati come coloro che comandarono l’operazione insieme a Gratteri e al defunto Arnaldo La Barbera, allora capo dell’antiterrorismo. Per i pm agirono «al fine di costruire un compendio probatorio a carico degli arrestati e, quindi, per commettere i reati di calunnia e abuso d’ufficio, nonché per giustificare la violenza usata». «Costituendo per posizione gerarchica il livello apicale di riferimento – proseguono – ed esercitando di fatto i poteri connessi, consapevoli di quanto nella realtà accaduto, determinavano ed inducevano agenti e ufficiali di polizia giudiziaria ad attestare falsamente: di aver incontrato resistenza; che quanto rinvenuto nell’istituto (mazze, bastoni, picconi, assi, spranghe) era stato utilizzato come arma impropria anche per commettere i reati di resistenza; di aver rinvenuto due bottiglie incendiarie; l’aggressione ai danni di un agente che sarebbe stato attinto da una coltellata vibrata all’altezza del torace». E ancora: «Incolpavano, sapendolo innocente, ciascuno dei predetti indagati per i delitti loro ascritti (associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, resistenza a pubblico ufficiale, possesso di esplosivi e armi improprie), nonché un soggetto ignoto ma tra costoro individuabile per tentato omicidio».

Altrettanto gravi le posizioni di dieci funzionari di medio livello, per lo più vicequestori, che scrissero o firmarono i verbali: Gilberto Caldarozzi (vice di Gratteri), Spartaco Mortola (ex capo della Digos di Genova), Nando Dominici (ex capo della squadra mobile di Genova), Filippo Ferri (capo della mobile di La Spezia), Massimiliano Di Bernardini (capo dell’antirapine alla mobile di Roma) Fabio Ciccimarra (pluridecorato «mobiliere» di Napoli), Carlo Di Sarro (ex Digos di Genova), Massimo Mazzoni (ispettore dello Sco), Davide De Novi e Renzo Cerchi («mobilieri» di La Spezia). Il verbale d’arresto, secondo i pm, lo scrissero Ciccimarra, Ferri e Di Bernardini. Perquisizione e sequestro furono invece verbalizzati da Mazzoni, che dipendeva direttamente da Gratteri.

 

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