Come lo stress (ed il cortisolo) possono danneggiare la tua vista

Lunedì 29 ottobre 2018 mi sono svegliato il mattino senza vederci da vicino. Tutto appariva sfuocato fino ad almeno due metri di distanza, contornato da una specie di luce bianca che sembrava essere in rilievo . Inoltre quando tenevo gli occhi aperti nella camera da letto con gli scuri chiusi i contorni degli oggetti, come le tende , i bordi dell’armadio ecc. era come se fossero meno netti, mentre la vista da vicino, anche guidando, era perfetta ed i contorni degli alberi , delle foglie, ecc. per strada erano netti.

Dopo tre giorni in cui nonostante mettessi il collirio non miglioravo per niente e fossi assolutamente disperato (lavoro al computer tutto il giorno e non riuscivo a leggere il test nemmeno con i caratteri grandi, per non parlare dei messaggi al telefono, per cui per una settimana sono stato fisicamente lontano da ogni strumento elettronico, programma televisivo, quotidiano cartaceo, ecc.) sono corso da un’oculista privatamente che ha trovato tutto a posto , sia la pressione oculare (che serve per la diagnosi del pericoloso glaucoma) sia la retina . Eppure io in una notte avevo avuto un peggioramento terribile della vista. Ho continuato a prendere il Wakix ma il Provigil ogni 4/5 giorni no (quando lo prendo la messa a fuoco peggiora in modo percettibile ma non grave, ma il gioco vale la candela eccome, ma non certo in quel frangente).

Ho parlato della mia situazione con le persone che hanno come me la ME/CFS: una ha una infiammazione cronica al nervo ottico e periodicamente ha periodi di alcune ore in cui non riesce a mettere a fuoco, altri solo in periodi di affaticamento per quelle che per le persone sane sono normalissime attività quotidiane, come per esempio andare a fare la spesa, ma in ogni caso sintomi che il giorno successivo con un po’ di riposo scomparivano. Nel mio caso no. Una mia conoscente mi disse che aveva avuto sintomi praticamente identici (le sue parole furono :” come se il nervo ottico non riuscisse a controllare il cristallino per la messa a fuoco da vicino”) , le fecero addirittura una TAC al cervello che per fortuna risultò negativa e che dopo qualche giorno la cosa si risolse da sola.

In effetti la settimana precedente a quel week-end avevo avuto forte stress arrivato sia dal lavoro sia da un evento che mi ha comportato una certa perdita economica. Ho pensato ai topolini che muoiono di stress se nella gabbia (ed io , tra lavoro e ME/CFS che non mi consente di fare sport , sono metaforicamente in gabbia) non hanno una ruota sulla quale correre come matti, sono andato in palestra ed ho fatto il massimo che le condizioni energetiche del corpo consentono, 12 minuti di corsa con il cardiofrequenzimetro (passando le tre ore successive a letto sdraiato…..) .

Sarà forse un caso ma dal tardo pomeriggio ho notato un lentissimo ma percepibile miglioramento. Ora non ho recuperato del tutto la vista persa ma potrei dire quasi del tutto. Non mi era mai accaduta una cosa del genere in 44 anni . Ho saputo poi dalle mie amiche Patrizia e Simona che anche loro conoscono persone , anche “sane” (cioè senza ME/CFS) che in condizioni di stress hanno problemi di vista gravi , soprattutto da vicino.

Per approfondimenti ho trovato questi link :

  1. http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2018/06/22/lo-stress-cronico-puo-danneggiare-persino-la-vista_2622fbe1-3c47-4fbb-9fc5-0bdea137d257.html
  2. https://www.medimagazine.it/luteina-zeaxantina-migliorano-livelli-stress-psicologico/
  3. https://www.drsamberne.com/how-cortisol-affects-vision/

Terapia sostitutiva di cortisone per iposurrenalismo: un aggiornamento.

Pochi giorni fa sono stato alla visita di controllo a Endocrinologia a Padova con gli esami del cortisolo salivare in 6 punti per valutare l’adeguatezza della terapia precedentemente prescritta (37.5mg / giorno).
In effetti mi ero accorto da un lato che 25mg presi la mattina erano troppi (diventavo troppo nervoso irascibile e ancora più de-concentrato del solito) , dall’altro che l’effetto svaniva prima delle sei ore dopo le quali avrei dovuto prendere la seconda dose (12.5mg, pari a 1/2 compressa).

Il grafico che mostra in alto l’andamento del cortisolo salivare con la terapia consigliata e quello, molto molto basso, che produce il mio corpo. Il crollo di energie è avvenuto dopo una violentissima mononucleosi nel 1998 e nel 2008 si è accentuato dopo una infezione intestinale.

L’analisi del cortisolo salivare ha confermato ciò che già io sentivo, e quindi la terapia è stata reimpostata in tre somministrazioni a distanza di 4-5 ore l’una dall’altra. Io alla fine , per ridurre i danni (che sicuramente ci saranno) di atrofizzazione delle mie surrenali (che smettono di funzionare se viene introdotto cortisone dall’esterno in dosi uguali a quelle che il corpo dovrebbe produrre) , ho ridotto la dose a tre somministrazioni da 1/4 cp ciascuna , per un totale di 18.75 mg giornalieri e vedo che i benefici superano, al momento , gli aspetti negativi.
Tra l’altro è interessante la casualità (se è casualità) che la dose che ho ridotto un po’ da me (ma avvisando il prof.) dai 37.5mg della prescrizione iniziare alla metà è esattamente a quella equivalente a 15mg di idrocortisone (bioequivalenza) che in un paper italiano citato nel mio precedente post viene considerata come la dose più frequentemente prescritta , ancorchè leggermente insufficiente, perchè con minori effetti collaterali.

Una delle immagini della risonanza magnetica che mostra la zona dell’ipofisi, detta anche ghiandola pituitaria.

Ho fatto avere anche al prof. che mi segue anche una risonanza magnetica dell’encefalo del 2012 (dove si trova la ghiandola pituitaria, ovvero l’ipofisi, il cui malfunzionamento è la causa del mio iposurrenalismo secondario) per vedere se si riesce a capire qualcosa o se è il caso di farne una appositamente. Non mancherò di scrivere qui i risultati.
Ho anche acquistato una bilancia che misura massa grassa ed acqua corporea per tenere sotto controllo la ritenzione idrica del cortisone.

La nuova bilancia che misura BMI , massa grassa , massa ossea ed acqua corporea ed il metabolismo basale HS-5 di Apple.

Tra i benefici di questa terapia, l’enorme sonnolenza (tremenda) che avevo si è ridotta drasticamente, come pure la perenne sensazione di freddo (tranne dopo aver riposato mezz’ora ogni 3-4 ore, cosa che ovviamente al lavoro non posso fare) scomparsa, e un miglioramento della disidratazione cronica. Ora ho un obbiettivo: dato che per anni  , al lavoro, ingoiavo zuccheri per rimanere sveglio, vorrei riuscire a perdere i 5 kg che ho preso durante quel mese terribile con l’inutile e dannosa terapia CPAP, di cui ho parlato in un post precedente.

Ho trovato molto interessante e stimolante questo articolo (in inglese) sulla storia dell’uso, abuso e – dice l’articolo – immeritata cattiva fama dell’idrocortisone, in particolare dove dice:

It is now established fact that the physiologic replacement dosage for someone who has no adrenal function at all in unstressed conditions is 40 mg a day of hydro-cortisone (equivalent to only 10 mg per day of prednisolone for example) and for those suffering from adrenal insufficiency, where always some function remains, the dose in unstressed conditions is typically around 20 mg daily. Hydro-cortisone as produced by the adrenal glands is not patentable so similar chemicals have been produced and patented. A common example being the steroid drug prednisolone. This is about 4 times as powerful as the bio-identical hormone hydro-cortisone, and is typically given in dosages from 10 to 60 mg daily. This is equivalent to a hydro-cortisone dose of 40 to 240 mg daily, far above what the body requires to function properly. Hydro-cortisone and its drug derivatives have powerful effects on the body and dosages that are significantly above the required amount to obtain physiological balance will produce some serious side effects that can include blood sugar disorders, muscle wasting and other significant side effects.

Aggiornamento di metà 2016: purtroppo , come già descritto in letteratura , nonostante l’accertata disfunzione dell’asse HPA nel mio caso, la terapia di cortone acetato (equivalente a idrocortisone) ha addirittura peggiorato la fatica anche se ha migliorato la sonnolenza . E’ come se la sonnolenza e la necessità di riposare fosse un modo del sistema nervoso centrale per compensare uno stato o infiammatorio o di qualche altra disfunzione.  Ho dovuto quindi, d’accordo con Endocrinologia  a Padova, abbandonare anche questo tentativo.