LE MALATTINE NEURODE…

LE MALATTINE NEURODEGENERATIVE: milioni di persone infettate che non lo sanno

I prioni, che sono praticamente indistruttibili, costituiscono una classe di patogeni completamente nuova. Non essendo un organismo vivente, la versione anomala della proteina conosciuta come prione è in grado di tollerare condizioni che ucciderebbero ogni altro patogeno conosciuto, presentandosi per questo come una minaccia biologica mai vista prima sulla Terra. Dotate di eccezionali capacità quali quella di sopravvivere a temperature superiori a 593°C, di superare la barriera tra le specie, eludere il sistema immunitario e replicarsi nelle vittime il cui stesso corpo rimane infetto, queste terribili proteine stanno seminando la rovina tra animali ed esseri umani. Quando perfino l’HIV viene neutralizzato con acqua bollente, i normali processi di sterilizzazione risultano invece inefficaci con questa molecola modificata, che distrugge il tessuto cerebrale riempiendolo di vacuoli spugnosi.
Lo scienziato Stanley Prusiner, di San Francisco, è lo scopritore dei “prioni – un nuovo principio biologico di infezione”; per questa scoperta ha vinto nel 1997 il premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina, nonostante lo scetticismo manifestato da altri studiosi all’idea di un agente infettivo privo di materiale genetico. I prioni anomali, che si suppone si replichino alla maniera dei cristalli, deformano i prioni vicini tramite contatto, costringendoli ad “avvolgersi” in maniera impropria e a mutare a loro volta i propri vicini in un effetto domino dagli esiti devastanti: l’ospite sviluppa dei vacuoli nel cervello, perde la funzione del sistema nervoso e muore. A differenza dei prioni normali, i mutanti non si scindono durante la digestione della carne. Il sistema immunitario non riceve alcuno stimolo ad attaccare l’invasore, dato che i prioni modificati e quelli normali sono quasi identici dal punto di vista chimico.
Le implicazioni a lungo termine per il pianeta e suoi abitanti umani e animali sono angoscianti. L’elenco dei veicoli di questo oscuro omicida sembra una comune lista della spesa. Neanche i vegetariani si possono dire al sicuro: lo zucchero bianco è trattato con le ossa di mucca e le patatine fritte del McDonald’s, nonostante la pubblicità affermi siano cotte in “puro olio vegetale”, sono insaporite, come molti alti prodotti con “aromi naturali”, con grasso di manzo.

http://www.anzwers.org/free/biologia/frame_sub/prioni_sub.html

 

Un Sabato sera al Pu…

Un Sabato sera al Pub

Padova, 28 Dicembre 2003

Come passare una serata in compagnia, si sceglie un noto pub inglese del centro, uno dei pochi che dispone di un bel parcheggio per l’auto, eh si: trovare parcheggio in centro a Padova il sabato sera può essere un’impresa titanica, vuoi mettere la comodità? Poi è uno dei pochi pub a Padova dove le patatine fritte sono veramente buone, non colano di grasso e olio, croccanti e calde al punto giusto, e non sono nemmeno talmente salate da costringerti a bere litri e litri di liquidi per farti passare la sete che ti provocano.

Sembra un buon posto, è ancora presto, non sono neanche le 22 di questo sabato, entriamo nel locale, “quanti siete? sei? ah si il tavolo è là in fondo” ci si siede su questi sgabelloni alti, e subito ti portano quattro listini per sei persone.
“Che prezzi!” ce lo diciamo un po’ tutti, eh si! d’altra parte una vodka alla menta si trova in altri locali a 2,80Euro, qui invece vogliono 3,50Euro, e anche le birre sono costosette.
E le patatine? una porzione di patatine costa 3,10Euro. Ho dei buonissimi ricordi per la birra Kwak, quanto costa? quella da 0.70 litri costa 7Euro. Però è buona, li vale 7 Euro? ma si chi se ne frega, in fin dei conti siamo appena dopo natale, mamma e papà mi hanno dato la paghetta… posso permettermelo, solo che come quantità è parecchia e dopo devo guidare, ci starebbero proprio bene quelle patatine, dunque vediamo: la birra più le patatine… sono 10,10Euro!
Caspita pero’, ci avete fatto caso? una volta con ventimila lire il sabato sera ci si comprava una pizza e una birra media.. ora invece c’è la birra che costa come una vecchia pizza.
Ma si, facciamo questa pazzia, e ordiniamo: una kwak grande, le patatine, una vodka alla menta, due cocktail analcolici, un infuso d’erbe e un bacardi breeze.
ahh già! e l’infuso? una ragazza vuole l’infuso, ma sul listino non trova i gusti, gli ingredienti: “Mi scusi, a che gusto avete gli infusi?”
“infusi? il the? ehhhh che ne so io! guarda nella lista no?”
“Ma non ci sono!”
“si che ci sono in prima pagina, ahh su quello che hai te no, guarda su uno degli altri che ti ho dato!”
Eh si che scema di una ragazza, siete in sei e vi ho portato quattro listini, e non ti sei neanche accorta che due di questi listini in seconda pagina hanno un foglio con i gusti degli infusi?? ma sei proprio sveglia eh! ma è mai possibile che sti clienti facciano domande così cretine? vabbè.

Mentre aspettiamo, i discorsi si accavallano, come non parlare dell’aumento dei prezzi? e li i discorsi si fanno seri, ed ecco che io dico la mia:
Ha ragione Berlusconi, da quando siamo entrati “nell’Euro” … ma avete mai notato quanto sia impropria e scorretta questa terminologia? me lo immagino così: che l’Euro sia un grande uomo gay pronto ad accoglierci tutti nel suo enorme deretano, li disponibile a scaldarci col suo calore, in un mare di merda, ma al caldo! … ok… dicevo… da quando siamo ENTRATI tutti nell’EURO, i commercianti si son trovati a dover arrotondare i prezzi, e spesso ne hanno abusato, arrotondando per eccesso. eh si: una birra prima costava 7.000lire ma 7.000lire sono 3.62Euro… che brutto numero con tutti sti decimali, bisogna arrotondare, e siccome non possiamo arrotondare per difetto, facciamoli diventare 4Euro, anzi no! 4.50Euro: è così bello il cinquanta!
E se poi fanno tutti così? O che bello! ma noi comuni mortali non possiamo capire, il gusto, il piacere del movimento della lingua che da’ il pronunciare “… e cinquanta” chiedendo il saldo di una consumazione.
Molto bello, peccato pero’ che in soldoni mi hai chiesto quasi 2.000lire di più ma si, chi se ne frega, vuoi mettere il gusto della pronuncia?
Peccato che anche quando hanno convertito le buste paga dei lavoratori dipendenti non abbiano fatto lo stesso, ehhh no! una busta paga è qualcosa di ufficiale, di importante, di universalmente riconosciuto! non ci si può lasciar abbindolare dal gusto delle pronuncie, bisogna tenere i decimali PRECISI!
Sentivo tempo fa una notizia sulla ripartizione della ricchezza e della povertà data dall’ISTAT stessa, diceva qualcosa del tipo: la ricchezza in Italia non è diminuita, in realtà si è solo spostata, dalle mani di molti, alle mani di una stretta cerchia di elite di persone.
Da qui il ragionamento viene quasi spontaneo, il padrone di questo pub compra la birra da dei fornitori che come lui non riescono a resistere a questo gusto, questo irresistibile richiamo del “cinquanta”, mentre noi restiamo con i nostri decimali così brutti e che suonano così male.
E la piccola elite che ha fatto i soldi?
Vuoi vedere che la popolazione che è diventata piu’ povera è quella che prende una busta paga, mentre quella che è diventata più ricca è quella come il gestore di questo pub, che in qualche modo ha influenza sui prezzi?
Berlusconi dice allora di fare acquisti più oculati, giocando sulla concorrenza, però se i fornitori tutto sommato sono pochi? su cosa si gioca la concorrenza? solo sul rincarico finale, che è ben poca cosa.
Ho sentito Prodi ribadire che negli altri paesi Europei tutto questo non è successo, quindi la responsabilità è del governo che non è riuscito a fare i debiti controlli. Se la premessa di Prodi è vera, allora non posso che dargli ragione anche per la seconda affermazione.

La serata prosegue, finalmente arriva la cameriera, con il vassoio, tutte le bevande… mette un pezzo di carta sul tavolo e dice: “Sono trentuno e sessanta”.
Beh, sono molti i locali in cui si chiede di pagare al tavolo, in effetti concordo con questo metodo, si risparmia la coda alla cassa prima di uscire. Raccolgo i soldi, pago, e noto che sto’ pagando anche le patatine che però non sono ancora arrivate:
“ecco i soldi, ma mancano ancora le mie patatine”.
“si te le porto subito”.
La mia birra è sul tavolo, dentro il suo boccale, tutto particolare perchè caratteristico di questa birra da 7Euro.
E comincio ad osservare il pezzo di carta che la cameriera ha lasciato sul tavolo come fosse uno scontrino, e osservo come invece essendo dello stesso tipo di carta (largo cinque centimetri e stampato)e riportando in effetti i prezzi dell’ordinazione e la somma totale in fondo, non da’ nessun’altro tipo di informazione.
Ripenso così a uno sfogo avuto nel pomeriggio da un amico, stufo dell’illegalità di molti locali di Padova, che chiedono prezzi esorbitanti, e non rilasciano nemmeno la ricevuta fiscale. Cavolo! questa non è una ricevuta fiscale, la cameriera non ha portato una ricevuta, ma una carta stampata da una normale calcolatrice a rullo, priva di ogni segno necessario come la partita iva, la denominazione sociale, il numero della ricevuta, la data… non c’è nulla.
Io però i soldi li ho dati, ho pagato.
Fosse stato un’altro giorno, me ne sarei fregato subito, ma si: porco governo ladro, ci chiede il 20% su ogni cosa che compriamo! eppure… 31,60 euro … quant’è l’IVA? uhm… 5 Euro circa! e chi li tiene questi 5 Euro? noi? noi no, noi abbiamo pagato anche l’Iva!! è come se avessimo dato al pub una mancia di circa 10.000lire!!!.

Nel frattempo è passata più di mezz’ora, la mia birra (0,70 litri) è quasi finita, e le patatine? ancora non sono arrivate. Fermo la cameriera “mi scusi stò ancora aspettando le patatine ordinate prima”.
Alla faccia del “te le porto subito…”.

Riprendiamo a parlare; siamo in compagnia, ed è diventata una serata dai discorsi impegnati: internet, le leggi emanate di recente per limitare la nostra libertà di espressione, comunicazione e la nostra privacy, e le ultime note incazzature di Rodotà.
I discorsi sono lunghi, prendono tempo… e ancora delle patatine non si vede traccia.
Caspita però ste patatine che ho già pagato anticipatamente 3,10Euro… saranno anche particolarmente buone, ma si fanno aspettare! Dopo un’ulteriore sollecito, finalmente la cameriera porta al tavolo questa bella porzione, di patatine asciutte, calde, croccanti, … mette la porzione sul tavolo, un’altro pezzo di carta e mi dice: “sono tre euro e dieci”.
“prego?? no guarda che le ho già pagate ancora prima, da un bel pezzo!”
“come? a me non risulta!”
“e invece è così”
La cameriera se ne va scocciata, e il finto scontrino fiscale resta, assieme alle patatine.

Certe sere, sei più attento a certi piccoli particolari,forse anche a causa dei fumi dell’alcol con delle patatine arrivate troppo tardi… o per certi sguardi incattiviti di camerieri e banconieri, che poveretti hanno già tutto il loro da fare a servire ai tavoli…
Però mi chiedo, ora l’iva evasa che lasciamo al pub è aumentata; si perchè le patatine sono piaciute talmente tanto, che un altro oltre a me ha deciso di ordinare una porzione.
31,60 + 3,10 = 34,7 di cui Iva circa 6 euro.
Caspita! in pratica è come aver dato 1 euro a testa, che invece di finire nelle casse dello stato, finisce direttamente nella cassa del gestore del pub, assieme al resto dei soldi così bene arrotondati.
E che bel servizio! una ragazza trattata con sufficenza e quasi menefreghismo per un infuso, un’attesa interminabile per un piatto di patatine culminate con la richiesta di doppio pagamento delle stesse da parte di una cameriera che certamente lavora troppo poverina, non puo’ certo sorridere a tutti…
E la cameriera si è fatta aspettare pure per la seconda porzione di patatine.
Certo è che a tutti noi sei seduti a quel tavolo ha dato fastidio tutto questo. Sono soldi nostri in fin dei conti… e l’esercente del pub ci ha di fatto proposto di evadere il fisco, ma senza darci nulla in cambio, non un buon servizio del personale, solo quello che gli avevamo chiesto, e un paio di porzioni di buone patatine, nulla più.

Al che a vedere tanto spirito di sacrificio, mi chiedo: ma Alberto sei proprio sicuro che questi non siano scontrini fiscali? Magari sei solo un grande ignorantone te…. ma no, questi sono proprio scontrini!! sono tanto simili…
E se chiamassi al 117 la guardia di finanza? forse loro lo saprebbero ben dire, forse loro sanno… possono illuminarmi…! insomma, non voglio mica fare una denuncia, in effetti non sono ancora uscito dal locale.
Ok provo, e per la prima volta nella mia vita di 28 anni, chiamo il 117.

Compongo il numero, l’operatore con spiccato accento meridionale mi risponde quasi subito, cerco di spiegargli al situazione, e mi dà una conferma: “non posso dirle che il pezzo di carta che lei ha in mano non è una ricevuta fiscale, ma personalmente da quello che mi dice pare e penso proprio che lei abbia ragione, che non lo sia … tuttavia, potrebbe anche essere che il gestore abbia la cassa guasta e che non possa emettere ricevuta al momento, e che ci abbia già avvisato… bisognerebbe verificare…. poi adesso non abbiamo volanti li in zona, se vuole fare denuncia, bisogna che aspetti li, che gliene mando una, dopodichè bisognerà fare il verbale… sentire entrambe le parti…”.
Ringrazio e saluto l’operatore e rifletto, sono ormai le 23 passate, alle 0.30 dobbiamo essere a casa, certo sarebbe una serata diversa, ma ora che aspettiamo gli agenti, che spieghiamo, che sbrighiamo…. quanto tempo?
Ma in fin dei conti chi ce lo fa fare? magari poi la finanza potrebbe prendere di mira noi e comincia a controllarci, magari il pub paga una tangente e i finanzieri comunque farebbero cadere tutto nel nulla… già l’operatore del 117 non era molto convinto di cosa sarebbe stato piu’ conveniente fare, figuriamoci noi piccoli clienti in un pub inglese di Padova.
Un dilemma al quale abbiamo riflettuto e pensato fino al momento di alzarsi dal tavolo.

In fin dei conti è una cosa tanto comune… in fin dei conti son cose che fanno tutti… ma potrebbe essere un’occasione per uscire da una forma di omertà.
Non voglio dirvi cosa abbiamo o no fatto, non voglio raccontare la storia di una multa, o la storia di una complicità in evasione fiscale, non sono qui a dire cosa la gente deve o non deve decidere di fare, ho scritto tutto questo per mettervi un tarlo, per farvi passare un po’ di tempo in questa lettura, per soffermarvi a leggere qualcosa che magari vi farà pensare, e chissà forse la prossima volta che capiterà a voi, sarete più consci delle azioni che fate.
Sappiate comunque che la cassa di quel pub era ben accesa, e le patatine fritte erano veramente buone, come pure la birra.

Alberto Baldan
albald@bigfoot.com
http://alb.hey.to

LA LETTERINA PE’ BAB…

LA LETTERINA PE’ BABBO NATALE
Un monello de Favriano
se svejò quella mattina
prese carta e penna in mano
e spedì ‘sta letterina

“Caro Babbo de Natale,
che me porti i regaletti,
‘na richiesta ‘n po’ speciale
spero che me la permetti.

‘St’anno non me portà gnente
non me posso lamentà
ma ‘na cosa veramente
te la vojo domannà

Tu non è che c’hai un minuto,
a riuscicce entro l’inverno,
per levacce quel cornuto
che sta a capo del governo?

Questo qui sta a fa un macello
ogni giorno ne fa una
Me l’ha detto anche il bidello :
pare che porta sfortuna.

Teremoti, teroristi,
chiude fabbriche a rumore,
magistrati comunisti
forse er Milan tricolore !

Babbo mio è disoccupato
e ce soffre per davero.
Quello lì j’ha consijato
de trovà lavoro in nero

Pe’ le Fiat la soluzione
l’ha trovata prontamente:
“Basta de cambiaje el nome
che se vende come gnente”

Se c’hai spazio ‘nta la slitta,
se la renna je la fa,
porta via tutta la ditta
che c’ha messo a comannà

Mica tocca che l’ammazzi !
Basta che li porti via,
che se resta qui so’ cazzi :
sta a accoppà l’economia !

Mo te spiego come fa:
‘nta du’ sacchi belli grossi
metti Fini e anche Saccà
Fede, Buttiglione e Bossi

e non te scordà Tremonti
co’ Gasparri pe’ ‘na svista.
Uno che non sa fa i conti,
l’artro che è ‘n mezzo fascista

Tu che voi bene ai monelli
e che c’hai ‘na certa età
Ficca su pure a Rutelli:
Cicciobello ce l’ho già.

Poi li manni tutti insieme
‘nta la neve co’ le pale.
E’ na cosa che me preme.
Se pò fa già pe’ Natale?”

Dopo che passò la festa
e finì la cerimonia
giunse al piccolo ‘na busta
scritta da “FORZA LAPPONIA”

Er monello ansiosamente
ce se mise a legge fitto.
Co’ quel tipo de mittente
chissà che ce stava scritto !

“Giovanotto mi consenta,
ricevetti la sua lista :
con la sua fan centotrenta
dal sentore comunista.

Come lei sa certamente
vesto rosso e son barbone,
ma il mio voto di recente
non lo do a Rifondazione.

Già nell’anno che è venturo
muterò molto d’aspetto.
Ben rasato di sicuro
cravattina e doppiopetto.

D’ora in poi per il Natale
scriva a “Daddy Christmas spa”
che la sede mia fiscale
l’ho spostata a Panamà.

Non mi faccia il disfattista
poichè Silvio , il cavaliere,
è da un po’ nostro az ionista :
ci finanzia che è un piacere.

La sua lettera è nemica ,
rema contro senza tregua.
La minaccia bolscevica
che giammai mi si dilegua.

Per le sue strane richieste
e i commenti esacerbati
nelle sue prossime feste
si rivolga a Cofferati

Se non vota Berlusconi
o Alleanza Nazionale
porterò solo carboni.
Non più suo, Babbo Natale”

Er munello col magone
pensò “Porca la puttana,
s’è venduto anche er ciccione.
Famme scrive a la Befana…”

Paolo Lorenzini
Agente19
ICQ 13126686

[…] “C’è che io ho…

[…] “C’è che io ho questa voglia di capire, di entrare nell’intimità di ogni persona, di buttarmi nella loro vita, di conoscere gente. Io sono affamato di gente e ogni persona che non riesco a conoscere mi sembra una opportunità che ho fallito per essere migliore. Non mi interessa che uno la pensi diversamente da me, io capisco tutti, voglio capire tutti. Certo, forse un nazista non lo capisco, e forse neanche uno che mi punta una pistola e vuole uccidermi, però tendenzialmente io voglio capire e conoscere tutti, ed è questo il bello della vita, che ci siano tante persone, che tu le possa conoscere , e conoscendo un nuovo punto di vista tu possa essere migliore”.

tratto da “Friulani brava gente ” di Alberto Garlini, che ho finito di leggere oggi, 25 dicembre 2003, Natale

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A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore, a chi saluta
ancora con un bacio, a
chi lavora molto e si diverte di
più, a chi va in fretta in auto ma
non suona ai semafori, a chi arriva
in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne
la televisione per fare due chiacchiere, a chi è
felice il doppio quando fa a metà, a chi si alza presto
per aiutare un amico, a chi ha l’entusiasmo di un bambino
e pensieri da uomo, a chi vede nero solo quando è buio
A chi non aspetta il Natale
per essere
Migliore


Buon Natale
e Felice 2004

Tanti Auguri

tratto da “Lezione di coraggio” di CURZIO MALTESE

La Gasparri non è soltanto un monumento al conflitto d’interessi, che grazie al cielo in tutte le democrazie rimane una malattia da combattere, come testimonia lo scandalo americano intorno agli appalti in Iraq. Non è soltanto antidemocratica. È anche antieconomica. Quando Berlusconi e Fede piangono per i mille posti di lavoro di Rete4 in pericolo (in realtà sono meno della metà), qualcuno dovrebbe ricordare che Mediaset, con i suoi soli 3.500 dipendenti e il 35 per cento della raccolta pubblicitaria globale, da anni di fatto impedisce la creazione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro. Quando il ministro Gasparri spiega che la sua legge rimedia al nanismo delle imprese editoriali italiane, qualcuno dovrebbe spiegare che il nanismo deriva dal fatto che Mediaset non conta nulla oltre Chiasso e regalarle il monopolio in patria non servirà di sicuro a renderla più competitiva sul mercato mondiale. Al contrario, è la garanzia del declino del settore, com’è accaduto in passato per la chimica, i computer e l’automobile.

Purtroppo nessuno lo può spiegare ai cittadini perché in televisione ci vanno soltanto le bugie di Berlusconi e il piagnucolio delle sue star milionarie che oggi hanno il coraggio di tirare in ballo le loro “povere” famiglie dopo aver buttato la croce ogni giorno addosso a tramvieri (a 600 euro al mese), infermieri, precari della scuola, operai cassintegrati e pensionati, tutti “egoisti” e profittatori.

Questo spettacolo di cinismo all’italiana è davvero uno dei più avvilenti e privi di dignità, fra i tanti che ci ammanniscono le nostre televisioni.

FINALMENTE A ROMA ! …

FINALMENTE A ROMA !

Dopo oltre un anno di assenza, un velocissima (25 ore ) fuga a Roma con Marco per rivedere la città. Un sacco di foto (compresa quella del ferro che è uscito dal sedile dell’Eurostar che mi ha bucato i jeans della Diesel, ci sua!) nella sezione “Album di foto e mms ricevuti“, e il rimpianto di non aver fatto in tempo a salutare Francesco (Kombat) e Diego (Sbini) di Roma, oltre al mitico gruppetto dell’NRG di Ciampino (Er Puma ma non solo). Ci saranno sicuramente altre occasioni!

Per la prima volta ho alloggiato in un bed & breakfast a due passi da Piazza Repubblica, 60 euro in due, con l’ADSL di Alice in uso gratuito: niente male.

Tratto dal bellissim…

Tratto dal bellissimo sito di Alberto Allegro , mio ex-collega che ora si trova a Shangai, che trovate nei link qui a sinistra:

Lin ha visto arrivare i bulldozer, spazzare via il mondo dei suoi padri, e nascere come funghi i nuovi grattacieli. Egli, come tutti i suoi coetanei, ama quelle nuove torri, quelle nuove case, quella nuova possibilità di vita. In dieci anni lui ha visto cambiare il suo mondo e le sue prospettive. Ha deciso di approfittarne. Non ha voluto perdere tempo sui libri di scuola, voleva vivere subito. Al compimento dei 18 anni, con la fine della scuola dell’obbligo, grazie anche ai suoi piccoli occhialini da  studentello, lo stato gli ha regalato 2 o 3 anni di vita, scartandolo dall’obbligo di prestare il servizio militare, e subito si e’ tuffato nel lavoro, con l’obiettivo di crearsi un nuovo futuro. I primi stipendi, e il boom economico hanno fatto il resto, e affascinato dal nuovo mondo che cresceva davanti alla porta di casa, ha deciso di fare il salto e di andare a vivere da solo. Ma ben presto si e’ reso conto che il nuovo mondo costa, e parecchio anche, che l’indipendenza costa, e che anche il suo buon stipendio non era sufficiente per permettergli di realizzare il suo sogno. E Lin e’ ritornato nella sua vecchia casa, con i suoi genitori, e ha ripreso ad andare allo Starbucks Coffee, tutti i giorni dopo l’orario di lavoro, a scrivere lunghe lettere d’amore a quella ragazza Canadese, che ha conosciuto durante un’estate qui a Shanghai, e della quale si e’ innamorato. Con lei progetta il suo nuovo sogno, di scappare da questa città, da questa Cina, di raggiungerla laggiù, di iscriversi all’università’, di prendersi una laurea, e magari un giorno poi ritornare. Ma Lin e’ ancora in quel Coffee a sognare, e lo troverete ancora  a lungo, a quel tavolo all’angolo, perché non e’ facile scappare da qui, serve il permesso, serve chi ti invita, serve chi ti paga tutto, servono anni per tutto ciò, perché non puoi portare soldi con te, non puoi partire quando vuoi, perché non puoi fare quello che vuoi, anche se sei nella nuova Shanghai. E intanto Lin e’ seduto lì, e vedrà passare anche questo Natale, lui che aveva sognato di farlo con la sua fidanzatina, lui che aveva sognato di scambiarsi i regali la sera del 25 sotto l’albero, quell’albero che non si può permettere nella casa dei genitori, perché troppo piccola, lui che continua a vivere al distretto, lui che non sorride, che si sente un “Young Old Boy”, lui che sogna di “fare l’Americano”, seduto al tavolo all’angolo nello Starbucks Coffee in Nan Jin Xi Lu Rd. a due passi dal Natale.

shangai