tratto da “Lezione di coraggio” di CURZIO MALTESE
La Gasparri non è soltanto un monumento al conflitto d’interessi, che grazie al cielo in tutte le democrazie rimane una malattia da combattere, come testimonia lo scandalo americano intorno agli appalti in Iraq. Non è soltanto antidemocratica. È anche antieconomica. Quando Berlusconi e Fede piangono per i mille posti di lavoro di Rete4 in pericolo (in realtà sono meno della metà), qualcuno dovrebbe ricordare che Mediaset, con i suoi soli 3.500 dipendenti e il 35 per cento della raccolta pubblicitaria globale, da anni di fatto impedisce la creazione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro. Quando il ministro Gasparri spiega che la sua legge rimedia al nanismo delle imprese editoriali italiane, qualcuno dovrebbe spiegare che il nanismo deriva dal fatto che Mediaset non conta nulla oltre Chiasso e regalarle il monopolio in patria non servirà di sicuro a renderla più competitiva sul mercato mondiale. Al contrario, è la garanzia del declino del settore, com’è accaduto in passato per la chimica, i computer e l’automobile.
Purtroppo nessuno lo può spiegare ai cittadini perché in televisione ci vanno soltanto le bugie di Berlusconi e il piagnucolio delle sue star milionarie che oggi hanno il coraggio di tirare in ballo le loro “povere” famiglie dopo aver buttato la croce ogni giorno addosso a tramvieri (a 600 euro al mese), infermieri, precari della scuola, operai cassintegrati e pensionati, tutti “egoisti” e profittatori.
Questo spettacolo di cinismo all’italiana è davvero uno dei più avvilenti e privi di dignità, fra i tanti che ci ammanniscono le nostre televisioni.
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