Un Sabato sera al Pu…

Un Sabato sera al Pub

Padova, 28 Dicembre 2003

Come passare una serata in compagnia, si sceglie un noto pub inglese del centro, uno dei pochi che dispone di un bel parcheggio per l’auto, eh si: trovare parcheggio in centro a Padova il sabato sera può essere un’impresa titanica, vuoi mettere la comodità? Poi è uno dei pochi pub a Padova dove le patatine fritte sono veramente buone, non colano di grasso e olio, croccanti e calde al punto giusto, e non sono nemmeno talmente salate da costringerti a bere litri e litri di liquidi per farti passare la sete che ti provocano.

Sembra un buon posto, è ancora presto, non sono neanche le 22 di questo sabato, entriamo nel locale, “quanti siete? sei? ah si il tavolo è là in fondo” ci si siede su questi sgabelloni alti, e subito ti portano quattro listini per sei persone.
“Che prezzi!” ce lo diciamo un po’ tutti, eh si! d’altra parte una vodka alla menta si trova in altri locali a 2,80Euro, qui invece vogliono 3,50Euro, e anche le birre sono costosette.
E le patatine? una porzione di patatine costa 3,10Euro. Ho dei buonissimi ricordi per la birra Kwak, quanto costa? quella da 0.70 litri costa 7Euro. Però è buona, li vale 7 Euro? ma si chi se ne frega, in fin dei conti siamo appena dopo natale, mamma e papà mi hanno dato la paghetta… posso permettermelo, solo che come quantità è parecchia e dopo devo guidare, ci starebbero proprio bene quelle patatine, dunque vediamo: la birra più le patatine… sono 10,10Euro!
Caspita pero’, ci avete fatto caso? una volta con ventimila lire il sabato sera ci si comprava una pizza e una birra media.. ora invece c’è la birra che costa come una vecchia pizza.
Ma si, facciamo questa pazzia, e ordiniamo: una kwak grande, le patatine, una vodka alla menta, due cocktail analcolici, un infuso d’erbe e un bacardi breeze.
ahh già! e l’infuso? una ragazza vuole l’infuso, ma sul listino non trova i gusti, gli ingredienti: “Mi scusi, a che gusto avete gli infusi?”
“infusi? il the? ehhhh che ne so io! guarda nella lista no?”
“Ma non ci sono!”
“si che ci sono in prima pagina, ahh su quello che hai te no, guarda su uno degli altri che ti ho dato!”
Eh si che scema di una ragazza, siete in sei e vi ho portato quattro listini, e non ti sei neanche accorta che due di questi listini in seconda pagina hanno un foglio con i gusti degli infusi?? ma sei proprio sveglia eh! ma è mai possibile che sti clienti facciano domande così cretine? vabbè.

Mentre aspettiamo, i discorsi si accavallano, come non parlare dell’aumento dei prezzi? e li i discorsi si fanno seri, ed ecco che io dico la mia:
Ha ragione Berlusconi, da quando siamo entrati “nell’Euro” … ma avete mai notato quanto sia impropria e scorretta questa terminologia? me lo immagino così: che l’Euro sia un grande uomo gay pronto ad accoglierci tutti nel suo enorme deretano, li disponibile a scaldarci col suo calore, in un mare di merda, ma al caldo! … ok… dicevo… da quando siamo ENTRATI tutti nell’EURO, i commercianti si son trovati a dover arrotondare i prezzi, e spesso ne hanno abusato, arrotondando per eccesso. eh si: una birra prima costava 7.000lire ma 7.000lire sono 3.62Euro… che brutto numero con tutti sti decimali, bisogna arrotondare, e siccome non possiamo arrotondare per difetto, facciamoli diventare 4Euro, anzi no! 4.50Euro: è così bello il cinquanta!
E se poi fanno tutti così? O che bello! ma noi comuni mortali non possiamo capire, il gusto, il piacere del movimento della lingua che da’ il pronunciare “… e cinquanta” chiedendo il saldo di una consumazione.
Molto bello, peccato pero’ che in soldoni mi hai chiesto quasi 2.000lire di più ma si, chi se ne frega, vuoi mettere il gusto della pronuncia?
Peccato che anche quando hanno convertito le buste paga dei lavoratori dipendenti non abbiano fatto lo stesso, ehhh no! una busta paga è qualcosa di ufficiale, di importante, di universalmente riconosciuto! non ci si può lasciar abbindolare dal gusto delle pronuncie, bisogna tenere i decimali PRECISI!
Sentivo tempo fa una notizia sulla ripartizione della ricchezza e della povertà data dall’ISTAT stessa, diceva qualcosa del tipo: la ricchezza in Italia non è diminuita, in realtà si è solo spostata, dalle mani di molti, alle mani di una stretta cerchia di elite di persone.
Da qui il ragionamento viene quasi spontaneo, il padrone di questo pub compra la birra da dei fornitori che come lui non riescono a resistere a questo gusto, questo irresistibile richiamo del “cinquanta”, mentre noi restiamo con i nostri decimali così brutti e che suonano così male.
E la piccola elite che ha fatto i soldi?
Vuoi vedere che la popolazione che è diventata piu’ povera è quella che prende una busta paga, mentre quella che è diventata più ricca è quella come il gestore di questo pub, che in qualche modo ha influenza sui prezzi?
Berlusconi dice allora di fare acquisti più oculati, giocando sulla concorrenza, però se i fornitori tutto sommato sono pochi? su cosa si gioca la concorrenza? solo sul rincarico finale, che è ben poca cosa.
Ho sentito Prodi ribadire che negli altri paesi Europei tutto questo non è successo, quindi la responsabilità è del governo che non è riuscito a fare i debiti controlli. Se la premessa di Prodi è vera, allora non posso che dargli ragione anche per la seconda affermazione.

La serata prosegue, finalmente arriva la cameriera, con il vassoio, tutte le bevande… mette un pezzo di carta sul tavolo e dice: “Sono trentuno e sessanta”.
Beh, sono molti i locali in cui si chiede di pagare al tavolo, in effetti concordo con questo metodo, si risparmia la coda alla cassa prima di uscire. Raccolgo i soldi, pago, e noto che sto’ pagando anche le patatine che però non sono ancora arrivate:
“ecco i soldi, ma mancano ancora le mie patatine”.
“si te le porto subito”.
La mia birra è sul tavolo, dentro il suo boccale, tutto particolare perchè caratteristico di questa birra da 7Euro.
E comincio ad osservare il pezzo di carta che la cameriera ha lasciato sul tavolo come fosse uno scontrino, e osservo come invece essendo dello stesso tipo di carta (largo cinque centimetri e stampato)e riportando in effetti i prezzi dell’ordinazione e la somma totale in fondo, non da’ nessun’altro tipo di informazione.
Ripenso così a uno sfogo avuto nel pomeriggio da un amico, stufo dell’illegalità di molti locali di Padova, che chiedono prezzi esorbitanti, e non rilasciano nemmeno la ricevuta fiscale. Cavolo! questa non è una ricevuta fiscale, la cameriera non ha portato una ricevuta, ma una carta stampata da una normale calcolatrice a rullo, priva di ogni segno necessario come la partita iva, la denominazione sociale, il numero della ricevuta, la data… non c’è nulla.
Io però i soldi li ho dati, ho pagato.
Fosse stato un’altro giorno, me ne sarei fregato subito, ma si: porco governo ladro, ci chiede il 20% su ogni cosa che compriamo! eppure… 31,60 euro … quant’è l’IVA? uhm… 5 Euro circa! e chi li tiene questi 5 Euro? noi? noi no, noi abbiamo pagato anche l’Iva!! è come se avessimo dato al pub una mancia di circa 10.000lire!!!.

Nel frattempo è passata più di mezz’ora, la mia birra (0,70 litri) è quasi finita, e le patatine? ancora non sono arrivate. Fermo la cameriera “mi scusi stò ancora aspettando le patatine ordinate prima”.
Alla faccia del “te le porto subito…”.

Riprendiamo a parlare; siamo in compagnia, ed è diventata una serata dai discorsi impegnati: internet, le leggi emanate di recente per limitare la nostra libertà di espressione, comunicazione e la nostra privacy, e le ultime note incazzature di Rodotà.
I discorsi sono lunghi, prendono tempo… e ancora delle patatine non si vede traccia.
Caspita però ste patatine che ho già pagato anticipatamente 3,10Euro… saranno anche particolarmente buone, ma si fanno aspettare! Dopo un’ulteriore sollecito, finalmente la cameriera porta al tavolo questa bella porzione, di patatine asciutte, calde, croccanti, … mette la porzione sul tavolo, un’altro pezzo di carta e mi dice: “sono tre euro e dieci”.
“prego?? no guarda che le ho già pagate ancora prima, da un bel pezzo!”
“come? a me non risulta!”
“e invece è così”
La cameriera se ne va scocciata, e il finto scontrino fiscale resta, assieme alle patatine.

Certe sere, sei più attento a certi piccoli particolari,forse anche a causa dei fumi dell’alcol con delle patatine arrivate troppo tardi… o per certi sguardi incattiviti di camerieri e banconieri, che poveretti hanno già tutto il loro da fare a servire ai tavoli…
Però mi chiedo, ora l’iva evasa che lasciamo al pub è aumentata; si perchè le patatine sono piaciute talmente tanto, che un altro oltre a me ha deciso di ordinare una porzione.
31,60 + 3,10 = 34,7 di cui Iva circa 6 euro.
Caspita! in pratica è come aver dato 1 euro a testa, che invece di finire nelle casse dello stato, finisce direttamente nella cassa del gestore del pub, assieme al resto dei soldi così bene arrotondati.
E che bel servizio! una ragazza trattata con sufficenza e quasi menefreghismo per un infuso, un’attesa interminabile per un piatto di patatine culminate con la richiesta di doppio pagamento delle stesse da parte di una cameriera che certamente lavora troppo poverina, non puo’ certo sorridere a tutti…
E la cameriera si è fatta aspettare pure per la seconda porzione di patatine.
Certo è che a tutti noi sei seduti a quel tavolo ha dato fastidio tutto questo. Sono soldi nostri in fin dei conti… e l’esercente del pub ci ha di fatto proposto di evadere il fisco, ma senza darci nulla in cambio, non un buon servizio del personale, solo quello che gli avevamo chiesto, e un paio di porzioni di buone patatine, nulla più.

Al che a vedere tanto spirito di sacrificio, mi chiedo: ma Alberto sei proprio sicuro che questi non siano scontrini fiscali? Magari sei solo un grande ignorantone te…. ma no, questi sono proprio scontrini!! sono tanto simili…
E se chiamassi al 117 la guardia di finanza? forse loro lo saprebbero ben dire, forse loro sanno… possono illuminarmi…! insomma, non voglio mica fare una denuncia, in effetti non sono ancora uscito dal locale.
Ok provo, e per la prima volta nella mia vita di 28 anni, chiamo il 117.

Compongo il numero, l’operatore con spiccato accento meridionale mi risponde quasi subito, cerco di spiegargli al situazione, e mi dà una conferma: “non posso dirle che il pezzo di carta che lei ha in mano non è una ricevuta fiscale, ma personalmente da quello che mi dice pare e penso proprio che lei abbia ragione, che non lo sia … tuttavia, potrebbe anche essere che il gestore abbia la cassa guasta e che non possa emettere ricevuta al momento, e che ci abbia già avvisato… bisognerebbe verificare…. poi adesso non abbiamo volanti li in zona, se vuole fare denuncia, bisogna che aspetti li, che gliene mando una, dopodichè bisognerà fare il verbale… sentire entrambe le parti…”.
Ringrazio e saluto l’operatore e rifletto, sono ormai le 23 passate, alle 0.30 dobbiamo essere a casa, certo sarebbe una serata diversa, ma ora che aspettiamo gli agenti, che spieghiamo, che sbrighiamo…. quanto tempo?
Ma in fin dei conti chi ce lo fa fare? magari poi la finanza potrebbe prendere di mira noi e comincia a controllarci, magari il pub paga una tangente e i finanzieri comunque farebbero cadere tutto nel nulla… già l’operatore del 117 non era molto convinto di cosa sarebbe stato piu’ conveniente fare, figuriamoci noi piccoli clienti in un pub inglese di Padova.
Un dilemma al quale abbiamo riflettuto e pensato fino al momento di alzarsi dal tavolo.

In fin dei conti è una cosa tanto comune… in fin dei conti son cose che fanno tutti… ma potrebbe essere un’occasione per uscire da una forma di omertà.
Non voglio dirvi cosa abbiamo o no fatto, non voglio raccontare la storia di una multa, o la storia di una complicità in evasione fiscale, non sono qui a dire cosa la gente deve o non deve decidere di fare, ho scritto tutto questo per mettervi un tarlo, per farvi passare un po’ di tempo in questa lettura, per soffermarvi a leggere qualcosa che magari vi farà pensare, e chissà forse la prossima volta che capiterà a voi, sarete più consci delle azioni che fate.
Sappiate comunque che la cassa di quel pub era ben accesa, e le patatine fritte erano veramente buone, come pure la birra.

Alberto Baldan
albald@bigfoot.com
http://alb.hey.to

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