15/04/2005
Aperte già tre inchieste sul treno deragliato
Valsugana: per due minuti si è temuto il peggio. Ora la Procura vuole sapere .
Trenitalia ha avviato i suoi accertamenti: «Un’avaria sorprendente ed unica»
di RINALDO CAO
TRENTO. E’ stato un inferno, durato due lunghissimi minuti l’altra sera sulle due automotrici della ferrovia Valsugana, quando ormai erano prossime ad entrare nella stazione di Bassano: i vetri dei finestrini infranti, l’olio motore ha preso fuoco ed i passeggeri sono entrati nel panico. A provocare l’incidente il cedimento del motore della vettura di testa che staccandosi è finito sotto il treno in corsa. Tre le inchieste in corso, quella penale della procura della Repubblica e due interne delle ferrovie. A dodici ore dall’incidente ferroviario sulla Valsugana, nel quale tra l’altro sono rimaste ferite due persone, una donna del posto leggermente ustionata ed un giovane marocchino che si è procurato una lacerazione saltando dal finestrino appena andato in frantumi, la linea è stata ripristinata nei due sensi di marcia. Ed ieri pomeriggio alle 15,24 due automotrici del tipo «Aln, automotrice leggera nafta, tipo 668», cioè del tutto simili a quelle partite da Trento il giorno precedente, ma mai arrivate a destinazione, sono invece partite in orario alla volta di Bassano e questa volta regolarmente arrivate, naturalmente con qualche trepidazione da parte del personale viaggiante. Neppure Trenitalia è riuscita, ieri, a tranquillizzare i macchinisti (sono 36) impiegati sul tratto Trento- Bassano, né la clientela che usufruisce del servizio di trasporto sulla Valsugana. L’incidente infatti ha lasciato sbigottiti anche i ferrovieri più esperti, macchinisti che hanno alle spalle centinaia di migliaia di chilometri, ma che di fronte ad un’automotrice che perde il motore in corsa sono rimasti senza parole. Ufficialmente Trenitalia, ieri ha fatto due mosse, ha mobilitato il responsabile della direzione veneto, divisione trasporti, ingegner Giorgio Serpelloni, che si è recato a Carpenè all’abitazione della donna ferita, Chiara Rabozza di 59 anni, per donarle un mazzo di fiori e rassicurarla sulla disponibilità della società a farsi carico del suo stato, dall’altro ha informato i pendolari della zona che dal prossimo 30 di aprile sarà attivato un nuovo collegamento tra Bassano e Castelfranco. Ma per il resto l’ingegner Serpelloni non ha offerto alcuna spiegazione sull’accaduto al treno «aln 668», che Trenitalia ha ritirato dalla circolazione ed ha trasferito al centro di Treviso dove sarà smontato ed analizzato pezzo per pezzo. «Un incidente senza precedenti», ha commentato il responsabile delle relazione esterne di Trentinalia «su un tipo di macchina robusta, che non ci ha mai dato problemi e che viene sottoposta a dei regolari controlli, secondo un calendario che prevede accertamenti sempre più rigorosi con il crescere del chilometraggio». Insomma cosa sia successo mercoledì sera alle 17,20 mentre il treno stava per arrivare a Bassano resterà ancora per qualche tempo un mistero: «Non dimentichiamoci – ha aggiunto il responsabile delle relazioni esterne – che stiamo parlando di motori, quindi di complessi meccanismi che talvolta possono ancora guastarsi». Sul treno della Valsugana partito da Trento alle 15,24 di mercoledì viaggiavano anche due studenti universitari, saliti a Povo e destinati a Bassano, mentre gli altri passeggeri erano tutti veneti. Per loro come per gli altri protagonisti di questa vicenda la sequenza del deragliamento del treno che ha perso il motore resterà a lungo impressa nella memoria. In una nota diffusa ieri in serata Codacons e Listaconsumatori hanno invitato i passeggeri coinvolti nel deragliamento a chiedere il risarcimento danni, soprattutto quelli «da paura», mentre il segretario della Cisl trasporti di Trento Giuseppe La Pietra ha sollecitato l’azienda ad assumersi le proprie responsabilità senza neppure tentare di addossarle ai macchinisti. «Sostenere che una semplice frenata, posto che ci sia stata – ha sottolineato Giuseppe La Pietra – possa aver contribuito a far cadere il motore a terra è inverosimile, oltre che scandaloso». I ferrovieri, intanto, è stata la conclusione del sindacalista avranno un motivo in più per scioperare il prossimo 20 di aprile nella vertenza che ha sulla sicurezza uno dei punti di qualificazione della piattaforma contrattuale.