Me da igual que sea Fulano o Mengano, al Sundance no vas !

E’ l’ultimo amore scoppiato tra Eva e Juanito sole poche puntate fa , nel corso di spagnolo che sto completando in queste settimane, Espanol 24, che è davvero in crisi.

Ovviamente all’inizio Eva nega, ma Juanito capisce subito che la causa del malumore di Eva è lui.
Nel fascicolo 21 che ho appena terminato ho imparato queste nuove espressioni:

Tenìa un dormir profundo -> Aveva un sonno profondo
Salir a pasear es muy agradable en esta época -> In questo periodo è molto piacevole uscire a fare una passeggiata
Al sonar el teléfono me llevé u buen susto -> Quando é suonato il telefono mi sono preso un bello spavento.
Venga bailar ! -> Che ballo !
Haberme avisado antes! -> Ah, se mi avessi avvisato prima!
al cabo de (nel giro di..): Empezò a trabajar y al cabo de tres meses le hicieron un buen contracto
Conque: allora, dunque

e per la serie “falsos amigos”:
– Tasca non significa “tasca” bensì “taverna” (tasca si dice “bolsillo”)
– Timo non è il “timo” bensì la truffa; la pianta di timo si dice tomillo
– Tutear non vuol dire “tutelare” bensì “dare del tu” (“Te puedo tutear ?”)
– Trufa non è la “truffa ma “tartufo”; la truffa si dice “estafa”
– Vera non è l’aggettivo femminle ma significa “margine, fianco, riva (di fiume)”: Merendamos en la vera del rìo”

Invece, l’espressione che più mi ha fatto ridere è ” Vete a freìr espàrragos “, letteralmente “vai a friggere gli asparagi”, ma che significa “vai a quel paese !!”. Della serie, lo spagnolo è identico all’italiano…;)
Sempre nell’ambito dei “commenti cortesi”, “Qué narices es esto ?” significa “che diavolo è questo ?”
mentre “estar hasta la coronilla/moño” vuol dire “averne fin sopra i capelli”.
Infine, vi presento (sto ancora ridendo) Fulano y Mengano…. sono i corrispondenti spagnoli di Tizio e Caio. Quindi sappiate che se vi parlando di questi due tizi, in realtà è per fare un esempio:” Me da igual que sea Fulano o Mengano, al concierto no vas!

Eres una trepa!

In questo fine settimana trascorso a scappare in moto dai numerosi temporali in arrivo e con una domenica trascorsa in moto, per la prima volta da quando ho il v-strom, sui Colli Euganei, A Teolo fino al Monte della Madonna, sono rimasti pochi minuti da dedicare al bellissimo corso di Espanol 24.
Le risate questa volta me le hanno tirate fuori due espressioni: ser un tripa y quedar unos telediarios.
La prima significa “essere un crumiro”, ovvero, spiega esaurientemente il libricino, “persona che viene promossa nel lavoro comportandosi però in modo scorretto con i colleghi al fine di guadagnarsi la fiducia dei capi.”.
La seconda (ancora sto ridendo), per esempio usata nella frase “Es una pena, a Pedro le quedan dos telediarios en esta empresa. El pròximo mes van a hacer recorte de personal”. Telediario in spagnolo è il telegiornale, che di solito ha breve durata , ed ecco che infatti la frase va tradotta con “E’ un peccato, Pedro resterà ancora poco in questa ditta. Il prossimo mese faranno dei tagli al personale”. Rimane insomma, il tempo di “qualche telegiornale”. Anche questa volta, mi sorprendo di quanto attuali siano le frasi di questi fascicoli che ho comprato oltre un anno fa, quando di crisi economia ancora non si parlava…..

La cicoria Witloof

Due settimane fa alla Coop di Torre c’era la cicoria Witloof in offerta, e così l’ho presa. Ora che  , dopo 14 giorni , continua a rimanere in frigo , e dopo che mia madre – dopo che gliel’ho descritta con il mome che c’è scritto nell’etichetta – non aveva la più pallida idea di cosa fosse, scopro che è l’indivia belga.

Rimango ogni volta sorpreso dal fatto che in cucina ci si spieghi sempre in termini molto approssimativi, al contrario dell’informatica . “Mamma, ho preso la cicoria Witloof “- “La catalogna ? ” Che ? ” “Ma dici il radicchio ? ” “Ma no , è allungato , bianco, abbastanza spesso”. Alla fine Google mi ha aiutato . Stasera la taglierò per lungo, togliendo il cuore amaro, e la farò in padella con un goccio di burro. Speriamo bene 😉

Le bionde

Una bionda in aereo è seduta in classe turistica. Ad un tratto si alza, va in prima classe e si siede.
La hostess che l’ha vista passare dalla turistica alla prima classe, le si avvicina e le chiede il biglietto.
Controllando il biglietto la hostess dice gentilmente alla bionda che ha pagato per la turistica e non per la prima classe, quindi si dovrebbe alzare e tornare a sedersi dove era seduta prima. Al che la bionda risponde: ‘Sono bionda, sono bella, sto andando a New York e resterò seduta qui….’
La hostess va allora nella cabina dove sono il Pilota e il Co-pilota dicendo che c’è una bionda seduta in prima classe che ha però il biglietto per la turistica e che non ha nessuna intenzione di alzarsi. Il co-pilota va dalla bionda e cerca di spiegarle che, avendo fatto un biglietto in classe turistica, deve lasciare la prima classe e tornare al suo posto.
La bionda risponde: ‘Sono bella, sono bionda, sto andando a New York e resterò seduta qui’.
Il Co-pilota dice al pilota che, probabilmente, solo lui può avere l’autorità di convincere la bionda ad alzarsi e a tornare al suo posto.
Il Pilota fa: ‘Hai detto che è bionda? Sistemerò io la cosa. Sono sposato con una bionda. Io parlo il biondo.
Il pilota va dalla bionda e le sussurra qualcosa nell’orecchio al che lei esclama: ‘OH, Mi scusi! …’
Si alza e torna a sedersi in turistica.
La Hostess e il Co-Pilota restano a bocca aperta e chiedono al Pilota cosa abbia detto alla bionda per convincerla ad alzarsi visto che sembrava non voler sentire ragioni.
E il Pilota risponde: ‘Le ho solo detto che la prima classe non va a New York’.

Il discorso indiretto in spagnolo

A oltre metà del corso di spagnolo Espanol 24, le cose iniziano a farsi difficili. Questo fascicolo tra le altre cose tratta le discorso indiretto e di come trasformare una frase dal discorso diretto a indiretto. Se con l’indicativo va tutto bene (i tempi rimangono quelli del discorso diretto, salvo variare alcuni avverbi di luogo, come aqui che diventa allì e gli aggettivi possessivi che ovviamente cambiano perchè la persona che parla è un’altra), con il passato e ancor più  congiuntivo le cose cambiano.

Se nel discorso diretto c’è un imperativo ed il tempo è il presente, come in italiano si utilizza il congiuntivo, mentre se il tempo è passato si utilizza il congiuntivo imperfetto (es. Déjame en paz – Dijo que la dejaras en paz). Se il modo del discorso diretto è il congiuntivo, il presente nel discorso diretto diventa imperfetto nella indiretta (es. Ojalà que me case este ano – Dijo que ojalà que se casara este ano), mentre l’imperfetto nel discorso diretto diventa preterito pluscuamperfecto (es. Quìzas ha tenido un problema – Dijo que quìzas hubiera tenido un problema) . Tra l’altro il verbo tener è irregolare forte , e spesso mi dimentico come coniugare alcuni tempi.  Ricorderò sempre la volta in cui Edu di Barcelona mi scrisse in chat “el tubo” e io tentavo di tradurre quella frase pensando che fosse il soggetto (“il tubo” in italiano), in realtà tubo è anche passato di tener (egli tenne ,  ma non ero sicuro nemmeno dell’italiano !!!). Per il resto anche oggi ho imparato (ma ricordarsele è un’altra cosa) un po’ di vocaboli nuovi e divertenti:

chiste = barzelletta
chulearse = prendersi gioco di
engripado= influenzato
pagarlo con alguien=prendersela con qualcuno
palabrota=parolaccia
pintalabios=rossetto
quedarse con= portar via qualcosa

Infine, una delle tante pubblicità della Generalitat per promuovere la città di Barcellona, ovviamente in catalano !

Auchan, l’INPDAP dei supermercati

Parafrasando Brunetta, mi verrebbe da dire: ” Un genitore che fa la spesa all’Auchan, si vergogna di dire a proprio figlio che ha fatto la spesa lì”. Oggi, per l’ennesima volta, sono troppo stanco e salto palestra. Prendo il 18 e scendo all’Auchan, per comprare una pentola a pressione Lagostina in offerta.

L'Auchan di Padova

Scendo dal bus, aspetto il semaforo, attraverso queste sei corsie, entro nel centro, percorro tutta la galleria (nella stazione di North Sydney il percorso più breve per entrare nel supermercato non lo si fa dal parcheggio auto ma dalla stazione dei treni, 30 metri circa per arrivare al primo ortofrutta) . Dato che non ci sono armadietti dove lasciare zaini ecc. (come invece ho visto – e utilizzato – al Carrefour della Rambla a Barcellona) , mi faccio impacchettare lo zaino da palestra, cerco il primo cestino- trolley (che ovviamente non è all’entrata) e mi dirigo scazzato al reparto pentole a pressione. Guardacaso (Elena, benedette le tue parole!) non c’è la Lagostina ma una magnifica “Miakasa” , udite udite, garantita a vita , per meno di 13 euro.

Cerco (dato che non è ora di punta, non dovrebbe essere impossibile) una persona qualunque che lavori lì che mi dica dove posso trovarla, se le hanno finite, ecc. Dopo un centinaio di metri avanti e indietro mi suggeriscono:” Ma ha guardato all’entrata a destra ? Perchè qualche volta le mettono lì”. Prendo vado lì e tra frullatori, microonde, olive nere e detergenti per il water, non trovo alcuna pentola. Chiedo però ad una tizia che mi dice: “provi a chiedere all’accoglienza”. Prima però torno a vedere questa “Miakasa”….apro la confezione e vedo che c’è serigrafato “Leggere prima il libretto di istruzioni”, solo che del libretto di istruzioni nemmeno l’ombra. Apro altre tre scatole e niente libretto. Esco per l’uscita senza acquisti e mi dirigo (e mi accodo) al box accoglienza. Chiedo notizie della Lagostina, e la tipa mi fa- con l’aria di quella “ma scusi, lei crede alle favole?” – “l’abbiamo finita già da un pezzoooooo” , allora chiedo come mai non ci sia il libretto di istruzioni nelle uniche pentole a pressione che vendono, anche perchè la garnazia a vita senza il libretto….”Come si chiama ? Casamia ?” – “No no, Miakasa…. ” – “Guardi, non mi risponde nessuno, provi a chiamare domani mattina”. Certo, sicuramente domani mattina non avrò niente di meglio che telefonare all’Auchan . Che tu possa prendere fuoco quanto prima, ipermercato di m…… !

Risolvere l’emergenza con stile

Nuove infiltrazioni in Camera di Commercio, ma c’è modo e modo di risolverle.

Un collega ci ha segnalato “una continua caduta d’acqua che ha addirittura bucato il cartone della risma di fogli”, ecco perchè la soluzione migliore è quella di porre un pezzo di legno a protezione di un solido cestino in PVC che raccolga l’acqua piovana. La laurea servirà pure a qualcosa….