Una lezione di politica dallo statista Zapatero

(intervistatore) Lei, in una nota dichiarazione dopo la vittoria socialista nelle elezioni del marzo 2004, ha affermato: “Il potere non mi cambierà”. Perché ha sentito il bisogno di pronunciare pubblicamente questa frase? Lo ha fatto perché in quel momento la Spagna viveva una fase difficile della vita politica, in cui si avvertiva la necessità di un intreccio più stretto tra etica e potere politico?

Quella frase rispondeva a un’esigenza di autenticità, soprattutto da parte degli elettori di sinistra. La sinistra, in termini generali, si trova nelle condizioni migliori per vincere spesso la sfida elettorale. C’è più gente di sinistra nelle nostre società perché i valori della sinistra sono più attraenti, generano maggiore speranza e perché esiste una maggioranza di cittadini che è favorevole al progresso sociale nell’equità, alla crescita della libertà.Credo che la sinistra non vince quando non è autentica. E l’autenticità comporta prima di tutto la realizzazione degli impegni presi e non il cercare pretesti di stato per non fare le cose.Questo era il senso di ciò che mi chiedevano nella notte della vittoria elettorale con la frase no nos falles [non ci deludere; N.d.R.].A distanza di quasi due anni da quella notte, qui negli uffici del governo alla Moncloa, mi è chiaro che si può non fallire, che si può non deludere la fiducia della gente. È una questione di volontà politica. Quella frase, no nos falles , esprime la domanda di chi non ha potere. La politica interessa soprattutto la gente che non ha potere, il cittadino normale, chi non è proprietario di una grande impresa, chi non può influire. Si tratta del cittadino le cui azioni stanno soltanto in una scheda elettorale. E per un cittadino che non ha potere, quella scheda elettorale è il suo investimento: l’unico di cui dispone per giocare un ruolo attivo nel sistema di convivenza collettiva.

(dal libro “Zapatero il socialismo dei cittadini” , ed. Feltrinelli, che mi sono regalato per Natale e che sto letteralmente divorando) 

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