Qualcosa sulla Carfagna

Ricevo da Alberto e ripubblico, tratto da http://insultaerika.blogspot.com/2007/11/persone-inutile-mara-carfagna.html



della serie persone inutili oggi parliamo di Mara Carfagna:
all’anagrafe Maria Rosaria Carfagna (Salerno, 18 dicembre 1975) è una showgirl e politica italiana, parlamentare di Forza Italia.
la carriera di Mara Carfagna è costellata di grandi successi televisivi: un sesto posto a miss italia, valletta di domenica in, piazza grande,la domenica del villaggio: insomma una tivù di qualità per una laureata in giurisprudenza come lei.
forte della sua laurea e della sua vocazione politica nel 2006 si candida con forza italia (circoscrizione campania) e viene eletta.
anche li,vorrei sapere cosa ne pensa della politica uno/a che vota la Carfagna.
la sua brillante carriera politica inizia con una affermazione giuridica, (eggià perchè lei è laureata in giurisprudenza e allora non è solo una topona sgallettata, è una colta) infatti, appena eletta, ad aprile afferma “Le coppie omosessuali sono costituzionalmente sterili” giustificando così in 5 parole la non necessità di riconoscere ad essi i diritti previsti nella proposta di legge dico.
e beh Mara? cosa vuol dire, che se non voglio o posso sfornare figli non ho diritto ad ottenere un riconoscimento giuridico della mio unione? ed io? se non volessi avere figli cosa fai, crei un impedimento al mio matrimonio?e tu poi,che hai già 33 anni,lo hai già sfornato un bambino?mi sembra di no… credi che la tua laurea in legge ti fornisca la possibilità di dire quel che cazzo ti pare, dandogli magari anche un peso con il termine “costituzionalmente”?
poco tempo dopo, intervistata da un giornalista riguardo alla manifestazione del gay pride 2007, le viene posta la seguente domanda:come mai in Italia non si riescono a fare i Pacs o i Di.Co. (i Cus ancora non c’erano)mentre in Spagna il Sindaco di Madrid può sposare una coppia di amici in Comune? lei ha giustamente risposto che la Spagna non ha la nostra tradizione cattolica…!?!
a questo punto, la Carfagna sarà anche laureata in legge, ma le elementari le ha saltate completamente: E la Santa Inquisinzione? I pellegrinaggi a Santiago de Compostela? Tutte le critiche al bigottismo cattolico di cui sono saturi i film di Almodovar? ma dove vive la Carfagna?
ma le iniziative politiche della carfagna non sono tutte cosi omofobiche, Mara ha presentato un impooorrrtaaantisssimaaaa proposta di legge in vista del «millenario dell’abbazia della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni» (Comune attaccato a Salerno, città della deputata) che ricorrerà nel 2011. Perché serve una legge? Semplice, per istituire un “fondo di 25 MILIONI di euro al fine di rilanciare la funzione civile e religiosa” (non è uno scherzo, ho letto la notizia QUI)
ad ogni modo,quando non insulta gli omosessuali, quando non fa dichiarazioni imbarazzanzi, quando non è intenta a convertirci tutti da brava cristiana praticante che difende i valori della moralità e della famiglia, a me piace ricordarla così come ritratta in queste foto:una donna nuda e muta.

Nessuna ferita alla famiglia

di Alessandro Zan – segreteria nazionale Arcigay responsabile Pacs – consigliere comunale a Padova nelle file dei Ds

Da “Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso e La Nuova Venezia” del 14 settembre 2005 ma sempre attuale dato che questo Paese non va mai avanti….

Un intervento della Chiesa contro il Pacs (Patto civile di solidarietà) era sicuramente prevedibile e atteso. Soprattutto dopo l’ascesa al soglio pontificio di Joseph Ratzinger, storico avversario del riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali. Così, dopo l’intervento a gamba tesa della Cei nel dibattito sul referendum sulla fecondazione assistita, ora assistiamo ai puntuali commenti dell’Osservatore Romano sulla società italiana. Per quanto riguarda il Pacs, l’attacco della Chiesa non agita paure zapateriste, ma si concentra su un fatto di merito sociale della questione: la lacerazione della famiglia. Il non morbido attacco dell’Osservatore Romano a Prodi segna certamente un punto di svolta rispetto al consueto atteggiamento moderato assunto finora dalla testata vaticana; anche perché le posizioni di Romano Prodi possono essere certamente considerate alla stregua di quelle assunte dall’ex premier spagnolo Aznar, lontanissime peraltro dalle posizioni di Zapatero. Il Patto civile di solidarietà è sicuramente uno dei temi che oggi vengono posti all’evidenza dal dibattito sulla modernità in corso negli ultimi anni, quando si parla di tutela giuridica delle coppie di fatto e nello specifico delle coppie omosessuali. La proposta del Pacs nasce dall’esigenza di colmare un vuoto legislativo che di fatto consente oggi il verificarsi di continue e reiterate discriminazioni nei confronti di quelle coppie eterosessuali, che per varie ragioni non scelgono il matrimonio, e di tutte le coppie omosessuali che addirittura non possono accedere a nessuna forma di tutela della loro unione. Dunque il Pacs nasce come proposta generalista, volta a tutelare sia le coppie omosessuali che quelle eterosessuali. Il vicepremier Gianfranco Fini ha messo l’accento sull’importanza di «rimuovere eventuali discriminazioni che negano i diritti individuali e personali dei cittadini che danno vita alle unioni di fatto». Sembra essere uno dei pochissimi esponenti del centrodestra ad aver compreso il carattere tutelativo e di garanzia del Pacs. Facciamo alcuni esempi concreti. A chi ha convissuto con una persona, magari per trent’anni, può essere addirittura negato il diritto di assistere il proprio partner morente in ospedale, con le famiglie di origine che hanno la facoltà di impedire al partner l’accesso al luogo di cura, escludendolo da ogni decisione riguardante il partner malato e incapace di agire. Attraverso l’istituto della riserva a favore dei legittimari può essere vietato a chi fa testamento di lasciare in eredità il proprio patrimonio alla persona con cui ha condiviso l’esistenza. Tali trattamenti si configurano chiaramente come punitivi nei confronti di quei cittadini che non ritengono il matrimonio adatto alla loro unione o non ne condividono alcuni aspetti o, in modo ancor più grave, nei confronti di chi non ha potuto nemmeno scegliere se sposarsi o meno, semplicemente perché la legislazione italiana non consente alle coppie omosessuali di contrarre matrimonio. Arriviamo ora al continuo e abusato riferimento all’articolo 29 della Costituzione, utilizzato come un «cordone giuridico» dinanzi alla possibilità del riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso o addirittura per impedire un semplice riconoscimento delle coppie di fatto. Questa storia secondo cui l’articolo 29 primo comma della Costituzione impedirebbe di riconoscere parità di diritti alle famiglie di fatto, sia eterosessuali che omosessuali, è in effetti da qualche anno un leitmotiv molto diffuso, che riesce a guadagnare peso politico grazie all’accondiscendenza dell’intera classe politica italiana: anche di molti «laici», scarsamente interessati a questi argomenti e quindi pronti ad assecondare il punto di vista clericale, ritenuto molto popolare fra gli elettori. Ma l’articolo 29 della Costituzione non dice affatto che la Repubblica riconosce come famiglia solo quella definita come «società naturale fondata sul matrimonio». L’articolo 29 dice: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». I costituenti vollero con ciò sancire che lo Stato non avrebbe potuto fare a meno di garantire «i diritti» delle famiglie fondate sul matrimonio, alle quali veniva così assicurata una relativa sfera di autonomia rispetto al potere regolativo dello Stato. Lo stesso Aldo Moro, in sede di Assemblea costituente, dichiarò che quella dell’articolo 29 «non è una definizione, è una determinazione di limiti». Dunque, l’articolo 29 è nato per difendere l’autonomia della famiglia fondata sul matrimonio come «formazione sociale intermedia», che non avrebbe potuto essere invasa da interventi autoritari. Un riconoscimento come il Pacs non riguarderebbe perciò minimamente la materia regolata dall’articolo 29, e non avrebbe alcuna incidenza su quel che l’articolo 29 dispone, dato che non comprometterebbe in alcun modo e in alcuna misura i diritti o la sfera di autonomia delle famiglie tradizionali. Allora, di quale lacerazione della famiglia si sta parlando ?