Verso un nuovo pareggio al Senato anche se vince la destra..

http://marcocucchini.wordpress.com/2008/01/28/verso-un-nuovo-pareggio-al-senato/

Allora, come promesso, ecco i calcoli del Senato che verrà, Porcellum alla mano…

Secondo la normativa vigente, il Senato viene eletto su base regionale (come disposto dalla Costituzione, art. 57, comma 1), il che significa che non viene previsto un computo nazionale del totale dei voti ricevuti da ogni forza politica, ma la composizione dell’Assemblea è il prodotto di 20 diverse e distinte competizioni regionali, alle quali si aggiungono i risultati delle competizioni relative ai seggi spettanti agli italiani all’estero (6 su 315).

Queste 20 diverse competizioni regionali funzionano nel modo seguente:

* 17 competizione proporzionali con premio di maggioranza regionale pari al 55% dei seggi da assegnare alla singola regione;
* 2 competizioni regionali su collegi maggioritari uninominali, costruiti per favorire la rappresentaza delle regioni etnicamente plurali (Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige), che eleggono complessivamente 8 seggi;
* 1 competizione proporzionale senza premio di maggioranza, nella regione Molise, che elegge solo 2 senatori.

Pertanto, su 315 seggi elettivi, solo 299 vengono attribuiti con premio di maggioranza. Il premio di maggioranza regionale viene attribuito al partito/coalizione di partiti che ottiene anche un solo voto più della coalizione giunta seconda ed è prefissato nella misura di 55% dei seggi, eventualmente arrotondato all’unità superiore. Quindi, nel caso in cui in una regione debbano essere attribuiti complessivamente 40 seggi, il partito/coalizione vincente ne prende 22 quale che sia la percentuale complessiva di voti da esso raggiunti…

Complessivamente – quindi – nel caso in cui una coalizione fosse in grado di vincere tutte e 17 le competizioni regionali potrebbe conquistare 165 seggi e se tale trionfo dovesse estendersi anche alle 3 regioni senza premio di maggioranza e alla circoscrizione estero, allora il dato più alto raggiungibile sarebbe di 180, contro i 135 complessivamente spettanti alla coalizione giunta seconda. Non male, ma impensabile.

Impensabile perchè la distribuzione dei voti è molto variabile da regione a regione e vi sono – per semplificare le cose – regioni nelle quali il centrodestra vince qualsiasi cosa accada (Veneto, Lombardia), regioni nelle quali il centrosinistra vince cascasse il Mondo (Toscana, Emilia Romagna) e regioni ballerine, che possono spostarsi ora di qua, ora di la. Quindi il dato di 180 seggi va ritoccato verso il basso ed io l’ho fatto secondo il seguente criterio:

1. attribuzione al centrodestra di tutte le regioni storicamente ad esso affini (56 seggi per il CD);
2. attribuzione al centrosinistra di tutte le regioni “rosse” (32 seggi);
3. attribuzione al centrodestra di tutte le regioni vinte nel 2006, nonchè di quelle conquistate nel 2006 dal centrosinistra con uno scarto di voti inferiore al 10% (dal momento che si ipotizza un netto calo dei partiti dell’ex Unione, ma non un tracollo sotto i livelli storici minimi consolidati). Questo dato aggiunge ulteriori 46 seggi al centrodestra;
4. attribuzione al centrosinistra di tutte le regioni vinte con un distacco superiore a 10 punti nel 2006 e – in aggiunta – della regione Lazio (nel 2006 vinta dal centrodestra per uno scarto inferiore all’1%), nella convinzione che l’ipotesi di una candidatura a premier di Walter Veltroni (sindaco di Roma), favorirebbe un’aggregazione di tipo localistico attorno alle forze di centrosinistra. Quindi, ulteriori 25 seggi da attribuire al centrosinistra;
5. distribuzione dei seggi minoritari, che aggiungono ulteriori 39 seggi al centrodestra e 75 al centrosinistra.

Il dato parziale – dunque – è di 141 seggi al centrodestra e 132 al centrosinistra. Restano da attribuire 6 seggi nelle circoscrizioni estero e 36 nelle regione “ballerine”, cioè in quelle in cui il risultato elettorale appare più aperto.

I 6 seggi della circoscrizione estero sono stati assegnati nel 2006 4 all’Unione, 1 al centrodestra e 1 indipendente. I cittadini che votano nella circoscrizione estero sono persone per lo più distanti dalla quotidianità dell’Italia, patria ideale lontana spesso non visitata da anni, se non addirittura mai nella vita, verso la quale hanno un legame di tipo culturale, sentimentale e associazionistico, ma anche una lontananza dalle quotidiane fibrillazioni e fluttuazioni della realtà italiana.

E’ quindi un voto più rigido, meno sensibile alle oscillazioni e agli umori di chi in Italia vive e lavora, spesso articolato e strutturato ad opera delle associazioni di emigrati, che nei fatti gestiscono e drenano il consenso dei pochi cittadini di origine italiana che si recano al voto dando vita a potentati personali che – a parer mio – sono più impermeabili ai cambi di orientamento politico e ideologico. Quindi sono portato a ritenere che il rapporto tra centrosinistra e centrodestra resti confermato: 4 al centrosinistra e 2 al centrodestra.

Quindi, siamo 143 per il centrodestra, 136 per il centrosinistra. E veniamo ai 36 seggi in palio nelle regioni incerte. Che sono 5: Liguria, Abruzzo, Molise, Calabria e Sardegna. Ipotizzando un cappotto del centrodestra (cosa difficile) questo vorrebbe dire aggiungere altri 20 seggi alla coalizione di Berlusconi, ipotizzando un cappotto del centrosinistra (assurdo), questo porterebbe i 20 seggi a Veltroni, più credibilmente – potrebbe finire 50 e 50…con il centrosinistra vincente in Liguria e Sardegna, perdente in Abruzzo e Calabria, pari (1 a 1) in Molise.

Il mio conto totale darebbe pertanto i seguenti risultati:

* centrodestra 161 seggi
* centrosinistra 154 seggi
* 7 senatori a vita: due (Andreotti e Pininfarina) con il centrodestra e 5 con il centrosinistra.

Conto finale:

* centrodestra 163
* centrosinistra 160

Annotazione sull’Udeur. Si tratta di un partito che ha un seguito elettorale minimo (480.000 voti nazionali) e solo in Campania riesce a raggiungere una percentuale di voti non trascurabile (5%). Ma questo dato non cambia i rapporti di forza tra le coalizioni, dato che anche nel 2006 la Campania venne attribuita al centrodestra e quindi il cambiamento di campo di Clemente Mastella, almeno sul piano numerico, non sposterebbe seggi tra le coalizioni.

Questi i conti. Magari sbaglio o magari no.

Domanda: sarebbe per il bene del Paese, che il centrodestra rifiuta di rifare la legge elettorale ? O per una ennesima mancanza di lungimiranza ?

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