Grazie assessore Ivo Rossi per le ore fermi al semaforo

dal “Mattino” di domenica scorsa. Condivido approvo e sottoscrivo !
Vorrei sapere dall’assessore al traffico di Padova, Ivo Rossi, per quali motivi, dopo un paio di ripensamenti, è stata definitivamente tolta «la freccia» che dava la possibilità di girare a destra con il rosso al semaforo dell’incrocio tra corso Garibaldi e via Trieste, nonostante sia stata mantenuta la segnaletica orizzontale che facilita l’inserimento dei veicoli
Tutte le mattine con il mio scooter, dopo aver rispettato il lunghissimo semaforo (immancabilmente rosso) dell’incrocio con la Riviera dei Ponti Romani e quello posto difronte al parco dell’arena (dove gli autobus che devono andare diritti sono immancabilmente bloccati da chi gira a sinistra creando a volte code lunghissime) arrivo all’incrocio con via Trieste aspetto i 2-3 minuti che questo diventi verde, faccio circa 2 (due) metri e mi fermo ad aspettare che il semaforo che regola il passaggio pedonale diventi verde. Dopo circa 100 metri altro stop al semaforo del passaggio pedonale posto di fronte al deposito delle corriere.
Alcune volte dopo altri 200 metri mi devo nuovamente fermare al semaforo dell’incrocio con via Gozzi. E’ mai possibile che per fare circa un chilometro devo stare oltre 5 minuti fermo e con il motore acceso? Non è molto si potrebbe dire, ma per i circa 200 giorni all’anno di lavoro fa circa 16 ore di inutile stop! Visto che poi ogni mattina ci sono decine e decine di scooter e moto che fanno lo stesso percorso, direi che l’impatto ambientale e lo spreco di benzina è davvero rilevante. Con le temperature di questi giorni poi molte persone esasperate girano lo stesso con il rischio di essere multate. Non sarebbe possibile e auspicabile tornare alla situazione precedente?
Infine visto che siamo nel XXI secolo, a quando una gestione «intelligente» del traffico? E’ possibile in luglio e agosto stare fermi dei minuti davanti ai semafori per non vedere passare neanche un’auto? Se solo si buttassero via inutilmente meno soldi…

Giancarlo Padova

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