I commercianti di Padova….

Vi scrivo perche’ sono stanco di leggere le continue polemiche alimentate dai commercianti sul calo delle vendite e ancor peggio sulle targhe alterne nella nostra citta’, come se non esistessero i mezzi pubblici per recarsi nei negozi e come se non si potessero scegliere altri giorni (il sabato ?) per andare a fare acquisti.
Due dati: un giubbino Woolrich , a Milano in Piazza Duomo (negozio JDC) costa 135 euro (verificato di persona tre settimane fa), a Padova da Pellizzari in Via Venezia ben 168 euro (gia’ scontato del 10%!).
Infine ,pochi padovani sanno che tutti gli anni, a Udine (e non da quando esiste l’Euro ma da molto piu’ tempo) esistono gli "shopping days" ; quest’anno durante lo scorso week-end (12-13-14 novembre) moltissimi negozi del centro di Udine e della prima periferia hanno aderito: negozi di abbigliamento (dei migliori marchi, non con merce degli anni precedenti), profumerie, ecc. Gli sconti variavano da un  minimo del 20 ad un massimo del 33%.
E, particolare non secondario, nel caso di abbigliamento, si trattava di capi della stagione invernale, non di merce di magazzino.
Quando si sveglieranno i commercianti padovani ? E intanto i contratti non vengono rinnovati, l’inflazione reale e’ del 10% (andiamo a vedere quanto costano gli sprtz, con gli aumenti magari concertati con l’amministrazione comunale) e il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti (quelli che le tasse non le possono evadere) crolla.

Un commento su “I commercianti di Padova….”

  1. Purtroppo Padova è una città governata dai commercianti, che impongono a qualsiasi amministrazione ci rappresenti come cittadini scelte motivate solo ed esclusivamente dal profitto di bottega, quello più gretto del guadagno veloce, senza farsi troppe domande sul futuro e su una pianificazione dei propri guadagni in rispetto al territorio dove esercitano.
    Per mascherare poi le contraddizioni ed i disastri che creano, questi individui, che non brillano di certo per coerenza, si incazzano per il tram e votano un’analfabeta che il tram glielo appioppa lo stesso e anche fatto male, vogliono le macchine in centro e vogliono trovare sempre parcheggio, cacciano via i tossici dal Prato della Valle con la bella idea di render la piazza più grande d’Europa un circuito per pattinaggio in linea con tanto di cartelli di pericolo attraversamento pattinatori, con il risultato che i tossici adesso se li trovano sotto le loro botteghe confusi e nascosti dal cosiddetto “popolo dello spritz”, che detto per inciso è diventato popolo da quando queste gattemorte hanno promosso lo spritz come fenomeno padovano a cui non mancare, sperando di attrarre masse di compratori dalla provincia e trovandosi invece tutti gli alcolizzati della provincia che non comprano un cazzo e bevono come Maserati, pisciandogli tutto il bel pavè.
    Come quel ricco signore che possiede una nota catena di supermercati, imbufalito perché si è comprato un palazzetto in via dei Fabbri e non può uscire di casa senza trovarsi le colonne del portico restaurate olezzanti di acido urico, tanto da formare un comitato di commercianti indignati contro lo spriz. Ma una volta non c’erano quelle soluzioni peraltro architettonicamente in linea con lo stile del periodo (il Libery) chiamate anche vespasiani?
    Sì, ma i nonni di costoro per far più decoroso il centro dove cominciavano ad aprire le loro butiques in pieno boom economico, li eliminarono tutti.
    E adesso permeati di intolleranza e proibizionismo dicono eliminare lo spriz, di renderlo illegale, dove sposteranno il problema e le relative pisciate?
    Basterebbe un poco di buon senso, qualche cesso chimico e pensare un po’ meno che Padova sia un centro commerciale o un parco a tema da attraversare con il bus rosso a due piani e rendersi conto che la nostra è una città abitata da cittadini e non da clienti. Ma questi signori, da sempre guardano più nelle loro casse che fuori dalle finestre per vedere cosa dice e fa la gente.

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