Quelle torte in faccia per tutti

di Mino Fuccillo (da "Il Mattino di Padova di venerdì 29 ottobre 2004)

Hanno perso il controllo delle parole, figurarsi quello delle cose. Ieri An ha ufficialmente scoperto, leggendo l’Espresso, che, con l’aliquota massima dell’Irpef al 39 per cento, Berlusconi in persona ci guadagna 76Omila euro l’anno. Insomma hanno scoperto con dieci anni di ritardo niente meno che Berlusconi è l’uomo più ricco d’Italia.

Singolare e intempestivo “scandalo ‘ Ancora più singolare, anzi decisamente curioso è che questo sia l’argomento portato contro il taglio fiscale targato Forza Italia. Di motivi per bocciarlo o criticarlo ce n’è quanti ne si vuole.

E’ quasi sicuramente inutile per il rilancio dei consumi (poco più di un euro al giorno per contribuente in media).

Di sicuro sottrae risorse là dove servono: investimenti, ricerca, competitività come dico no in inascoltato coro l’opposizione, la Confindustria, la Commissione europea, il Fmi, la matematica e Il buon senso.

Ma il grido di An ("Ci guadagna Berlusconi!") è francamente demagogico. Vale l’argomento per cui un parlamentare di sinistra deve essere povero altrimenti non vale. Fa il paio con la incompatibilità progressista delle scarpe di D’Alema e delle cravatte di Bertinotti.

Oltre tutto è un argomento bugiardo, miope e capzioso. Si appoggia infatti sul dato per cui solo 643.121 italiani avrebbero redditi superiori ai 70 mi la euro annui. Questi e solo questi sarebbero i ricchi e i benestanti. In realtà questo è il numero di coloro che dichiara no, obbligati, simili redditi. Basta dare un’occhiata ai patrimoni e alla vita di ogni giorno per vedere come ben più di 600 mila e passa siano «li abbienti. Infatti milioni di non lavoratori dipendenti dichiarano meno della metà di quanto in cassano. Se An cerca d’improvviso equità fiscale potrebbe ricordarsi che si paia meno quando si paga tutti. Non risulta che il partito di Fini abbia mai battuto ciglio sui con doni o proposto inasprimenti contro elusione ed evasione fiscale. E’ anzi agli atti come An sia nella stessa maggioranza e governo che ha già rinunciato perfino alla revisione dei patti di settore fiscali per professionisti e lavoratori autonomi. Oltre il grido di Masaniello An non va.

Ma Forza Italia si difende con l’argomento di Maria Antonietta, quella che al popolo che aveva fame suggeriva di mangiare brioches. Spiega il portavoce ufficiale di Berlusconi quei 760mila euro il premier li darà in beneficenza. Come se il fisco di un paese fosse un problema di mance ed elargizioni. Replica vanagloriosa e insipiente. E così un pomeriggio squallido segue una mattinata che doveva essere di prestigio. Roma cuore d’Europa. Ma è durata poche ore: la Lega ufficialmente sgambetta la ratifica italiana della Costituzione europea. Un suo alto esponente giura: è più facile che un gatto attraversi indenne l’Aurelia che l’Italia firmi senza passare per il referendum. Poi dice che in Europa non si fidano dl noi, e non solo perché i leghisti non si ricorda no bene che si trattava del cammello e dell’ago invece che del gatto. Masaniello, Maria Antonietta, ministri celtici, Frate Rocco e torte in faccia per tutti. Fanno tutto da soli, sarebbe comico ma non c’è da ridere.

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