Vivere ai margini della società , non sempre è una necessità, può essere anche una scelta, specie se si tratta di un breve periodo. Indubbiamente è un’esperienza che permette di viaggiare oltre quei confini comuni che stabilisce la società. E’ come ritornare da un viaggio e raccontare la "diversità". C’è chi fa un ritorno, racconta… e c’è invece chi vive da semrpe e vivrà per sempre quella realtà che è l’"emarginazione". Barboni, malati di mente trascurati dall’assistenza, drogati e migliaia di altri individui che hanno rinunciato a lottare per accontentarsi di sopravvivere.
In ognuno di loro c’è una storia di amore o di violenza o di chissà quale altra situazione umanamente definibile. Ognuno di noi ha una mente che gli permette di accettare e rispettare la "diversità".
Se alla mente si avvicina il cuore, si può anche amare la diversità. Chi ha scelto l’emarginazione forse avrebbe preferito più amore, più attenzione, e non trovandola nei confini ha preferito sconfinare; non è mai troppo tardi per dare dei confini in termini di amore e sicurezza. L’anima va laddove la ragione non arriva: quando si riesce a superare se stessi ed i propri limiti, accettando, ma soprattutto arrivando ad amare senza timore la "diversità".
Anna Maria Lupi (dal libro "Dalla strada alla penna" di Gianluigi Venditti, che sto leggendo in queste settimane)