Attenzione ai giudizi

dal “Mattino” di oggi

Se come pubblica opinione vogliamo dare una mano ai protagonisti, ai compagni di classe, ai genitori, ai professori, implicati nel caso di presunto stupro durante una gita scolastica, asteniamoci dall’esprimere giudizi, che diano ad uno la patente di persecutore ed all’altro quella di vittima. Distribuendo di qua i buoni e di là i cattivi, da una parte l’innocenza ed il bene, dall’altra la colpevolezza ed il male. E’ un modo di procedere del nostro tempo, che ragiona per «bianco o nero»: pensiero magico onnipotente, fisiologico nel bambino, altrove francamente patologico. Le mille sfumature della realtà dovrebbero impedire il meccanismo infantile dell’idealizzare l’ uno e svalutare l’altro, a seconda che il primo soddisfi le nostre convinzioni e il secondo le smentisca. Eppure i giudizi assoluti, figli dei pregiudizi, imperano nell’era del narcisismo: sia che ragioniamo di politica come di funzionamento della Chiesa; di scuola, famiglia, di nuove generazioni, d’immigrati e molto altro. I ragazzi d’oggi, ad esempio: nè mammolette nè delinquenti, sono figli del presente con le sue conquiste ed i suoi fallimenti; con linguaggi e mezzi di comunicazione propri, difficili da recepire da parte degli adulti e sui quali va sospeso il giudizio, non certo l’attenzione partecipata. Anche i genitori odierni tentano di adeguarsi ai figli per «prova ed errore», talvolta lassisti, talaltra rigorosi in eccesso. Facile criticarli, difficile astenersi dal farlo. Per non parlare della scuola e dei suoi docenti, mai come oggi sotto pressione ed accusa; bollati come poco attivi e capaci di adeguarsi persino dal ministero competente. In questo quadro di disagio complessivo, la gita scolastica ha da un paio di generazioni perduto la fisionomia di momento ludico, per divenire esperienza iniziatica di identità in divenire, lontane dalla routine d’ogni giorno. Non fingiamo di non sapere. Anche in viaggio, come a scuola ed ovunque, ai ragazzi è resa accessibile la droga.. Avvampano, come troppo a lungo imbrigliati, i loro impulsi violenti, gli istinti amorosi, l’attrazione sessuale. Pensiamo alle cauzioni che gli alberghi chiedono per difendersi dalla distruzione di camere e suppellettili, trasformati in campi di battaglia da ragazzi ubriachi e privi di freni inibitori. Difficile in quei contesti modulare il rapporto tra sessi diversi; interpretare segnali di seduzione senza deformarli; resistere alla voglia di dare di sè un’immagine, legata a superati eppure latenti stereotipi di genere. Mentre insegnanti sovraccarichi di responsabilità dovrebbero essere, ventiquattr’ore su ventiquattro, cerberi e compagnoni insieme. Troppo per tutti. Una via d’uscita? Per ragazzi ed adulti, di volta in volta, provare a mettersi in gioco senza accuse e retro accuse di sorta. Sforzarsi di capirsi e compatirsi. Disposti a piacersi, ma anche a rispettarsi. A relazionarsi senza prevaricarsi. Come sarà poi nella vita vera. Dove il disordine morale fa retrocedere la società, mentre la consapevolezza di sè la fa crescere.

Un commento su “Attenzione ai giudizi”

  1. Un saluto da una vecchia persona. Gabri di Padova (p.s. Se mi mandi il tuo n. a amudipd@ yahoo.it vorrei chiamarti per un saluto)

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