Mia piccola ed opinabile considerazione sulla questione “tassisti”

Il dibattito quotidiano sul decreto competitività del ministro Bersani non ha potuto non coinvolgermi, in particolar modo sono rimasto colpito, come molti del resto, dalla protesta dei tassisti.

Premetto che non ho nulla contro questa categoria, ci tengo però a dire che sono fermamente convinto che gli interessi collettivi vengano prima di quelli individuali o di ristretti gruppi.

Mi rendo benissimo conto che quando si è toccati in prima persona si reagisce in maniera diversa, per questa ragione non me la sento di biasimare lo sciopero previsto per l’11 di luglio da parte dei tassisti nè, tantomeno, i loro tentativi di infastidire lo svolgimento delle normali attività cittadine attraverso un mirato blocco del traffico in punti chiave della viabilità italiana.

Credo però che queste scelte siano frutto di un piano governativo, non il becero tentativo di farsi belli agli occhi dell’opinione pubblica.

Mi sento di affermare ciò perché riflettendo un attimo:

Se le licenze vengono liberalizzate(che poi in realtà rimane a discrezione del comune, per cui diciamo aumentate di numero, e come già detto dal ministro non si tratta di liberalizzazione vera a propria) e, se ciò comporterà anche la nascita di società che gestiscono un discreto parco auto con dei tassisti dipendenti stipendiati, quali vantaggi avremo?

Semplice, intanto il lavoro verrà ripartito tra piu’ persone ridistribuendo la ricchezza, in parole povere piu’ posti di lavoro sebbene con un reddito medio inferiore a quello attuale di un tassista.

L’assunzione di tassisti dipendenti comporterà un introito maggiore di tasse versate nelle casse dello Stato, sappiamo bene come adesso sia impossibile controllare, un minimo non dico totalmente, il loro reddito e di conseguenza quanto essi debbano contribuire a livello di tasse.

Questo poi contribuirà alla vera nascità di un servizio per il cittadino, ora come ora il taxi non lo trovi sempre perché ci son orari in cui non è conveniente lavorare perché si guadagna troppo poco, invece essendo stipendiati la società stessa ripartirà i turni in modo tale da coprire efficientemente tutte le fasce orarie, ciò non aumenterebbe loro i costi poiché, in realtà, avere l’automobile in funzione 24ore su 24 permette di ammortizzare meglio le spese.

Parlando di grandi società poi si potrebbe ipotizzare, anche se questo aspetto è sicuramente marginale, l’assunzione diretta di meccanici per la manutenzione dei mezzi, per cui altri posti di lavoro.

Sicuramente gli autonomi andrebbero scomparendo ma non vedo a livello di società quale problema possa comportare questa concreta possibilità.

Inoltre ci siam domandati mai perché un tassista allo stato attuale debba essere così privilegiato?

Non so se tutti ne siano a conoscenza, però la loro categoria fa parte degli artigiani(ar|ti|già|no
s.m., agg.
AU
1 s.m., chi produce o ripara oggetti con metodi tradizionali non su scala industriale, come ad es. il falegname, il panettiere, l’idraulico, ecc. | al pl., la categoria che comprende tali lavoratori: gli artigiani sostengono le loro rivendicazioni
2 agg., artigianale: bottega, fiera artigiana
)(ar|ti|gia||to
s.m.
CO
1 l’attività produttiva degli artigiani: la scomparsa dell’a. regionale | estens., il prodotto di tale attività: mostra dell’a. toscano
2 la condizione, la categoria sociale degli artigiani
) Mi pare evidente che non so cosa ci azzecchino con gli artigiani(non fan parte del resto di nessun altra categoria specifica), ma se l’ho fatto presente è perché voglio arrivare al nocciolo di un’altra questione secondo me molto importante: di fatto il loro non è un lavoro per nessun aspetto specializzato ma retribuito come se lo fosse.Dicendo questo non faccio riferimento al loro grado di istruzione, per quel che mi riguarda anche un laureato può svolgere tale occupazione, intendo invece rimanere strettamente legato a ciò che svolgono.Un elettricista, ad esempio, nonostante per l’appunto non abbia un titolo di studio specifico(come può essere per un chirurgo) ha comunque una conoscenza specifica del campo in cui svolge la propria attività.
Una cassetta degli attrezzi particolare, non in possesso di tutti, che gli permette di domandare una certa cifra per portare a termine un lavoro.
Il tassista che cassetta degli attrezzi ha? Cosa sa piu’ di noi? Ha studiato per imparare due strade…e allora? E’ un lavoro che tutti possono svolgere solo che ciò non è possibile per via delle limitate licenze. Tutto ciò permette a costoro un tenore di vita piu’ alto di tanta gente piu’ specializzata, mi viene in mente, per dirne uno, un metalmeccanico.
Altra questione che risulta chiara è che, tornando al caso dell’elettricista, io posso scegliere a chi far svolgere il lavoro, per capacità e prezzo, mentre se prendo un taxi chi mi capita me lo tengo e, sinceramente, senza trarne vantaggio o svantaggio.Questa categoria si rende benissimo conto di essere privilegiata quando in realtà, è probabilmente una delle meno qualificate al mondo, e figurarsi se vuol perder certi diritti acquisiti e anche di qui nasce la paura, chi mai sceglierà un tassista perché piu’ bravo di un altro?Questo è il motivo per cui ad es. una liberalizzazione in altri campi, come quello degli avvocati, a mio modo di vedere non dovrebbe spaventare nessuno!La differenza in quel caso tra professionista e professionista c’è e si può contastatare, per cui quelli bravi saran sempre liberi di domandare una certa cifra e, allo stesso tempo, dei giovani che voglion farsi un nome e non lucrare potranno assolutamente aver delle parcelle vantaggiose.
In questo caso il problema è che moltissimi giuristi vivono bene di lettere e piccole prestazioni profumatamente retribuite e han paura, come probabilmente sarà, di non poter piu’ far la bella vita senza sporcarsi troppo le mani.
Volevo, per finire, far presente come già ampiamente detto dal ministro Bersani che egli aveva già, a suo tempo, portato a termine una liberalizzazione delle licenze pubbliche:

son passati parecchi anni e, oltre a non esserci stati tali proteste e fermenti, non mi pare che tale manovra abbia portato nessuno sul lastrico, anzi ha probabilmente contribuito ad ampliare le nostre possibilità di scelta e selezione.

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