“Mio figlio beve e fuma spinelli”

dal “Mattino” di oggi

Il papà di un ragazzo di 17 anni che da due si sballa “Non riesco ad esercitare nessuna autorità su di lui”

Il figlio sta per compiere 17 anni, va a scuola (qualche volta), da due anni fuma spinelli con generosa regolarità e i pomeriggi li conclude tracannando spritz nelle piazze, Quegli spritz che, se la ricetta annacquata del sindaco Zanonato non diventerà legge per i baristi, continuano ad essere delle bombe alcoliche da 30 gradi. Il padre sta per chiudere il capitolo dei 50, a scuola ci è stato per 35
anni come insegnante di Lettere, qualche canna l’ha fumata e solo di buon grado riempie il bicchierino: non sarà un asceta ma di sicuro non
è uno smandruppato, anzi, è persona di grande equilibrio. E pacatezza. Doti. invidiabii, con cui affronta anche la preoccupazione per il figlio diciassettenne che dopo un biennio comune di hashish e sbronze, non pare intenzionato a cambiare indirizzo. Lui, come tanti suoi coetanei.

La maglietta di un ragazzo in discoteca

E’ in ansia per suo figlio?
«Mi preoccupa e so di non avere una reale possibilità di controllo. Mi devo fidare di lui. So che fuma le canne, l’ho visto fatto, ma lui difende il diritto a fumarle, dice che lo preservano dall’eroina. Per lui, e i suoi amici, c’è un rapporto diretto tra il concetto di libertà e l’uso di sostanze: tanto, dicono, se mi proibisci questo, prendo qualcos’altro».
Cosa fa un padre preoccupato per il figlio che ha cominciato a sballarsi e ubriacarsi a 14 anni?
«Lascio sempre aperto un canale che io chiamo diplomatico, di scontro e dialogo. E basta. Non riesco ad esercitare alcuna autorità su di lui. Spero che la mia autorevolezza, solo apparentemente non riconosciuta, gli possa impedie di fare cose troppo stupide. Nlon so come facciano gli altri papà».
Cosa pensa degli spritz in piazza?
«Sono passato qualche giorno fa per via Soncin: ho visto una marea di ragazzi ubriachi che bevevano spritz e fumavano. Mi hanno fatto impressione, una cosa degradante per loro e per l’ambiente. So che mio figlio è lì in mezzo. L’ho visto col bicchiere e la sigaretta».
Ne ha parlato con il ragazzo?
«Si, con lui e due suoi amici. Dicono che anche a loro non piace quella sporcizia, che dovrebbero esserci dei bagni, che è assurdo che i bagni pubblici chiudano alle 20. Che per questo ci sono pipì e vomitate dappertutto. Chiedono queste cose concrete.
E degli spritz meno alcolici, cosa dicono?
«In teoria sono d’accordo, o magari sostengono che sì potrebbe mettere una tessero da tre spritz, una volta finita, basta. Ma in realtà dicono che non serve a niente perché se lo spritz è meno forte, uno per sballare ne beve di più o va a berselo altrove».
Un ineludibile bisogno di sballo, quindi?
«
Sì. Mi rispondono che se non cannellano o bevono, si drogano in modo più pesante. Pur di sfuggire dalla realtà. E lo fanno tutti, tanti almeno.
Da dove arriva il bisogno di sfuggire alla realtà, a 14-15 anni?
«Intanto l’80% dei ragazzi che vedo ha la famiglia sfa sciata. Poi parlano di una realtà che li disgusta, ingiustizia, corruzione, gente che guadagna sulla pelle altrui. Voi potete cambiare le cose o almeno provarci, io dico. Ma loro rispondono che non ci credono. Non credono di poter cambiare nulla. Punto e basta. Infatti non sono impegnati in politica, né altrove. Sono completamente incapaci di impegno»

Uno sì ubriaca e fuma spinelli perché questa è la moneta corrente da spendere per divertirsi.
«
Ci piace farlo e lo facciamo, mi dicono. Non ammettono che vengano posti dei limiti alla loro libertà. Hanno un ‘esigenza sfrenata di sentirsi liberi. Mio figlio passa le notti fuori, anche se io gli dico di non farlo, pur di affermare li suo diritto alla libertà».
Non ci sono alternative?
«No. Io so che alla loro età avrei saputo argornentare meglio le mie opinioni. Leggevo tanto, suonavo e sognavo di diventare musicista. Per loro nulla dì tutto questo. Loro esprhnono solo paura, sfiou cia nei confronti della realtà. E fanno ibulli, esagerano lii tutto per sentirsi forti. Ogni giorno muoiono di fame migliaia di bambini in Africa e tu rompi le scatole per uno spinello? mi dice mio figlio».
Guardando al futuro di suo figlio, è pessimista?
«No. Penso che sia una fase transitoria. Intravvedo elementi certissimi di lento cambiamento. Magari non in mio figlio, per adesso, ma in altri suoi amici sì».
Lei ha insegnato per 3 anni. La scuola, adesso, cosa fa per questi ragazzi? E cosa potrebbe fare?
«Molto dipende dalla qualità degli insegnanti: pochi quelli che hanno cultura, carisma, autorevolezza. Troppi quelli che hanno scarso amore per il loro lavoro. Magari anche giustificati da come vengono trattati: 1200 euro dopo 30 anni di lavoro. La scuola potrebbe essere una sponda fondamentale: negli anni ‘70 i ragazzi passavano i pomeriggi dentro la scuola, e io stavo con loro senza avere una lira in più, mi dava grosse soddisfazioni. Io scelsi di insegnare alle superiori rinunciando ad un incarico all’università perché ci credevo, avevo l’illusione di servire, che la scuola potesse forgiare i ragazzi. Ora come insegnante non servi più, in un mondo dove trionfano le veline, il Grande fratello e la De Filippi».

Un commento su ““Mio figlio beve e fuma spinelli””

  1. Non tutti sono fatti per studiare. Cmq la colpa è del padre: doveva mandarlo ad asfaltare le strade e si sarebbe subito calmato

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