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Più parcheggi per i pendolari alla stazione di Ponte di Brenta (dal “Mattino” di oggi)

Dopo numerose «battaglie» condotte negli anni scorsi con Trenitalia per dare dignità ai pendolari che prendono il treno a Ponte dì Brenta, studenti e lavoratori diretti soprattutto a Venezia, i risultati si sono visti: oggi, quando i treni non sono puntuali, se non altro veniamo puntualmente avvisati (con gli altoparlanti, i video e gli sms). Meglio di niente e meglio di cinque anni fa.
La stazione di Ponte di Brenta è brutta e sporca, disadorna e sempre piena di siringhe usate. Aggiungiamoci i treni sporchi e in ritardo e verrebbe voglia di usare l’automobile. Ma tant’è, invece la stazione ci è ancora utile. Ci prendiamo il treno ogni giorno: ci porta a Mestre, a Venezia, qualcuno va anche a Padova o a Vicenza. Ci andiamo a lavorare o a frequentare i corsi all’università.
E’ comodo usare il treno. Tra l’atro non contribuiamo a congestionare il traffico e ad aumentare le polveri sottili. Non andremmo premiati? No. Il Comune di Padova ha ben pensato di no, aggiungendo un nuovo disagio ai tanti di essere pendolari.
E così venerdì 17 marzo (mai giorno così propizio…) ha farcito di divieti di sosta una strada cieca e senza uscita, servita per arrivare alla Stazione di Ponte di Brenta dall’argine e (fino al giorno prima) per parcheggiare l’auto per andare al lavoro. Ci potevano stare parcheggiate una ventina di auto, senza intralciare nessuno.
Un solerte geometra comunale ha disegnato il nuovo parcheggio: sei posti auto in tutto. E le altre? Un solerte vigile urbano ha pensato anche a quelle, che per non perdere il treno ed arrivare in ritardo al lavoro sono state lasciate fuori dai sei parcheggi sei. Trentuno euro di multa per tutti. Foglietto giallo e bollettino da pagare in posta entro 30 giorni.
Nel frattempo, ai sensi della legge 241,0, tutti noi, in quanto cittadini utenti della stazione di Ponte cli Brenta ed interessati da questo nuovo e fondamentale provvedimento riguardante la difficile viabiità padovana, chiediamo perciò di conoscere:
1) Con quale provvedimento sono stati disposti i lavori di definizione dei parcheggi e dei divieti di sosta e sulla base di quali motivazioni esso è stato posto in essere, anche in relazione al fatto che: a) tale parcheggio veniva usato in questo modo da tantissimi anni, senza destare alcun disturbo a nessuno; b) la strada è senza uscita e il suo utilizzo come parcheggio nei pressi della stazione di Ponte di Brenta non ha mai costituito intralcio per la circolazione; c) la stazione tra un paio di anni verrà chiusa, e per quindi un intervento di questo genere è meno che meno giustificata la spesa.
2) Per quale motivo in questi anni non si sono mai viste forze dell’ordine (con libero accesso a drogati, ladri d’auto, motorini e biciclette, vandali,…) nei pressi della Stazione di Ponte di Brenta e, invece, dopo soli tre giorni dalla copiosa apposizione dei cartelli di divieto di sosta con rimozione si sono subito presentati i vigili urbani ad erogare multe a chi frequenta la stazione per andare al lavoro o a studiare?
3) Perché tanta fretta ad apporre i divieti, quando il parcheggio sull’altro lato (via Ceron) è ancora inagibile, sterrato e pieno di fango quando piove e raggiungibile da una strada congestionata qual è in questi giorni via Ceron per via dei lavori in corso per il raddoppio della rete ferroviaria, ovvero intasando ulteriormente il semaforo di Ponte di Brenta (per le auto provenienti da oltre Brenta)?
Ci aspettiamo una risposta; non la risposta di utilizzare il parcheggio scambiatore in via San Marco. Quello è lontano dalla Stazione, è utile a chi prende l’autobus, non a noi. Ci attendiamo invece la rimozione dei divieti di sosta e l’aggiunta di nuovi spazi per parcheggiare. Ascoltare i cittadini, anche dopo un provvedimento palesemente errato, è una prova di democrazia.
I pendolari di Ponte di Brenta (multati e non)

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