I treni di Vittorio Casarin (dal Gazzettino di oggi)

I treni sono in ritardo? Vengono soppressi senza nemmeno avere il coraggio di avvisare i viaggiatori? Sono stracarichi, sporchi, penalizzano quotidianamente pendolari, lavoratori e studenti?
Beh, scriviamo una lettera sui giornali, dove stiamo dalla parte dei più deboli; rampognamo Trenitalia che ci crea tanti fastidi e… crediamo di aver fatto quanto basta!

Caro Presidente Casarin, è una sfortuna che Trenitalia sembri quasi aver preso di mira S. Giustina in Colle, addirittura Fratte dove lei risiede da quando è nato (e quanti viaggi ha fatto anche lei, in giovinezza, in treno…), comunque il Camposampierese, dove la sua ultima elezione è stata in pratica avvallata.

Ma sinceramente a chi ogni giorno viaggia in treno due righe sul giornale sembrano davvero poco.

E’ vero che questi possono sembrare “dettagli” per chi ha un autista che lo va a prendere alle porte di casa, ma da un concittadino, o meglio da un Presidente della Provincia, sarebbe (è) lecito aspettarsi qualcosa di più che credere alle promesse di Trenitalia.

Forse non si è capito bene che ogni ritardo, ogni soppressione, comincia a costare cara, in tempo e denaro, ai viaggiatori: oltre a un biglietto che vale sempre meno. Trenitalia non si fa scrupoli ad aumentare i costi, ma non è altrettanto capace a garantire un servizio adeguato.

E chi allora se non un Presidente eletto (di casa o meno), magari affiancato dai sindaci, può intervenire affinchè una normalità (mica si pretende la puntualità svizzera…) sia garantita.

E, per favore, basta con le promesse della Metropolitana di Superficie: utopia che i Veneti attendono ormai da troppi anni.

Insomma fatti, non interventi scritti, caro Presidente! I cittadini le chiedono solo di esercitare il suo ruolo, magari cominciando a viaggiare spesso in treno con loro. A volte anche la “condivisione” rende certi disagi più sopportabili.

Vasco Mason

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