Una guerra inutile

Va premesso che quella che papa Benedetto XV° definì, nella “Nota ai capi dei paesi belligeranti” del 01 agosto 1917, una “inutile strage”, era già ricercata da tutti i paesi colonialisti (o che ambivano, come l’Italia, ad ampliare il proprio “posto al sole” con il Patto “segreto” di Londra del 1915) anche se, l’occasione,  venne il 28 giugno 1914  a Sarajevo con l’assassinio di un arciduca austriaco. Alla dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia aderì  la Germania mentre Francia, Inghilterra e Russia si schierarono come alleati della seconda. Dopo iniziali successi dei cosiddetti “Imperi Centrali” iniziò la guerra di trincea. Il 24 maggio 1915 anche l’esercito italiano scendeva in guerra contro l’Austria e i suoi alleati ma anche contro la volontà della maggioranza liberale “astensionista” e con la Sinistra avversa. Gaetano Salvemini, un grande liberale, definì , la manovra  delle minoranze di piazza, come il secondo “colpo di stato”  sabaudo preceduto, nel 1898, dall’esproprio del potere del Parlamento e dalle feroci repressioni di piazza di Umberto I°  e seguito, nel 1922, dall’incarico di Capo del Governo dato da Vittorio Emanuele III° al “marciatore su Roma” Mussolini. Dopo una rapida avanzata fino alla frontiera giuliana, ad una prima controffensiva austriaca la “strafeexpedition” nel 1916, ne seguì una seconda, nel 1917, che costrinse l’esercito italiano – dissanguato da ben 11 offensive sul Carso – a ripiegare sul fiume Piave. Il Comandante Supremo Cadorna giunse ad accusare i soldati italiani di “viltà” facendo seguire la ritirata da decimazioni ed esecuzioni sommarie. Sostituito dal gen. Diaz , d’accordo con il min. Sonnino, si giunse al punto di rifiutare i pacchi alimentari previsti dagli Accordi di Ginevra ai “vili di Caporetto”, facendo sì che su circa 300.000 prigionieri nei “lager” austriaci circa 100.000 morissero di fame. Nell’autunno del 1917, grazie al sopraggiungere in aiuto di 11 divisioni franco-inglesi, schierate in 40gg. Sulla linea del fronte, le truppe italiane prima respinsero una offensiva austro-ungarica , poi, nel 1918, passarono alla controffensiva costringendo i nemici alla resa. Il prezzo di quella guerra fu inaudito : si pensi che in un fronte limitato al Nord-Est, tra il 1915 e il ’18, i morti furono  636.000 e i feriti 975.799 ai quali vanno aggiunti i 250.000 portatori di invalidità nonché gli oltre 2.000 fucilati dai “plotoni di esecuzione “ che si erano esercitati alle decimazioni nelle colonie africane. Ad un tale dramma seguì la pandemia della “spagnola” con altri 375.000 vittime. Ma le sofferenze non finirono per i nostri militari sopravissuti! Il Primo Ministro F.S. Nitti, nel 1924 scriveva: “ L’Italia ha ancora oggi nei luoghi di pena quasi più condannati per reati di codardia , che Francia e Inghilterra messe insieme”. Concludo ricordando che, nella II° guerra mondiale, combattuta in Spagna, nei Balcani, in Africa, in Russia , in Italia si ebbero “solo” ( si fa per dire !)  483.000 caduti ! Eppoi seguì il fascismo con 3.000 assassinati tra i democratici e  la guerre senza fine ( Pelopponeso, Etiopia, Spagna, Albania fino alla…catastrofe !). Ecco perché l’art. 11 della nostra Costituzione detta:

“ L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni ; promuove , favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Difendiamola e Attuiamola !

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