Cosa non si deve fare per un visto…

Questo e’ quello che e’ successo a me e mia moglie lo scorso maggio durante il nostro soggiorno nel Bel Paese.

In parole povere, mia moglie non e’ una comunitaria (per l’ Unione Europea e’ considerata “un’aliena”!), cosi’ dopo aver richiesto e ottenuto il visto all’Ambasciata d’Italia a Bangkok, mi sono accorto che le era stato rilasciato il visto solo per un mese, dopo che avevamo detto e ridetto che non sapevamo ancora quanto tempo avremmo speso e che avevamo un biglietto valido 3 mesi. Cosi’ ho chiamato l’Ambasciata e mi hanno detto che uno, potevo richiedere un nuovo visto a Bangkok ma avrei dovuto aspettare un’altra settimana (mancavano 3 giorni alla partenza) o due, sarei potuto andare semplicemente a rinnovare il visto in Questura a Udine. Da buon friulano (“fasin di bessoi”) ho optato per la Questura…non l’avessi mai fatto.

L’iter e’ il seguente: prima bisogna andare dai Vigili nel Comune di residenza e farsi rilasciare un documento che attesta che io (non sono residente in Italia da qualche anno)e mia moglie siamo ospitati da mia madre. Fin qui niente di male, ero in ritardo per la registrazione (bisogna registrarsi entro 48 ore dall’arrivo ma all’Ambasciata non me l’avevano detto…) ma hanno chiuso un occhio su quello, dato che avrei potuto pagare una bella multina per la mia disattenzione e mi hanno detto che cosa avrei dovuto preparare per il rinnovo del visto.

Nel pomeriggio ho provato a chiamare l’ufficio informazioni della Questura ma non ha mai risposto nessuno.Dopo vari tentativi a vuoto,ho chiamato il Centralino che e’ riuscito a mettermi in contatto con appunto l’ufficio informazioni. Sono cosi’ riuscito a spiegare la mia situazione e la risposta dell’operatore e’ stata: “ Se vuole avere informazioni deve venire alla Questura e le diranno cosa fare.” Dopo di che’ ha riattaccato dicendomi che non aveva tempo perche’ aveva un sacco di lavoro da fare.

Decisi  che sarei andato in Questura il giorno seguente. Avevo preparato tutti i documenti necessari (che non sono pochi) e alle 8 e un quarto eravamo davanti all’ufficio immigrazione. L’ufficio apre 3 giorni la settimana dalle 9 alle 12, ma non e’ tutto.

Adesso viene il bello. Una volta in fila ho scoperto che non sei autorizzato ad entrare in ufficio se non hai “prenotato”, cosi’ ho chiesto alla guardia cosa dovevo fare per avere delle semplici informazioni.La risposta secca e’ stata:”Telefona all’ufficio informazioni”. E ha continuato dicendomi che se volevo avere delle informazioni direttamente in Questura dovevo prima prenotare e mi cacciato in fila di nuovo.Ma per cosa? Non avevo questa benedetta prenotazione e devo pure stare in fila! Allora ho chiesto a una ragazza filippina (un’altra “aliena”) cosa dovevo fare e mi ha spiegato che sarei dovuto venire la sera prima, dare il mio nome alla guardia che mi avrebbe a sua volta dato un pezzettino di carta con un numero e mi avrebbe detto di venire il giorno dopo prima delle 7(!!).

Ho appreso poi che anche se hai sto bigliettino non e’ detto che ti  lascino entrare perche’ accettano solo un centinaio di persone al giorno. E se il tuo nome non e’ sulla lista devi tornare la volta dopo, e devi prenotare di nuovo. Proprio in quel momento la guardia e’ uscita con un pezzo di carta stropicciato e scritto a mano (capisco che c’e’ recessione pero’…)su cui c’erano i nomi dei fortunati “vincitori”.Agli altri e’ stato detto di tornarsene a casa e venire la volta dopo.E qui sono iniziati i problemi:la lista non viene appesa alla porta e le persone non vengono nemmeno chiamate.Come fara’ mai uno a controllare se c’e’ il suo di nome nella lista?

E qui sono iniziate le scene che vediamo in televisione, gente incazzatissima perche’ hanno chiesto un permesso per venire in Questura a regolarizzare il loro permesso di lavoro e che,in alcuni casi, hanno speso la nottata in qualche parco di Udine rischiando di essere pure arrestati per vagabondaggio! Le guardie hanno quindi chiamato dei rinforzi ma ormai la situazione era senza controllo e si sono barricati in Questura, hanno aspettato una decina di minuti e sono tornati fuori quando la gente si era calmata.

Le scene sono continuate ancora  per un po’,ma a  quel punto abbiamo rinunciato e, delusi,  ce ne siamo andati.

Premetto che in cinque anni all’estero non mi e’ mai capitato di essere trattato come un animale, mia moglie –prima volta in Italia- c’e’ rimasta malissimo.Non sapevo cosa dirle. E’ stata un’umiliazione.

Vi dico solo una cosa: in un Paese in via di sviluppo come la Thailandia quando vai all’immigrazione ti rechi all’ufficio di cui hai bisogno (visti, permessi di lavoro ecc.) e  sei accolto in una sala con l’aria condizionata ,ti prendi il tuo bigliettino e ti metti a sedere aspettando che ti chiamino  e l’ufficio e’ aperto dal lunedi’ al venerdi’ con orario continuato. E importante, i documenti sono sia in lingua thailandese che in inglese. Se non parli nessuna delle due lingue l’immigrazione dispone di interpreti in varie lingue. All’aeroporto di Malpensa alla dogana mi sono ritrovato ad aiutare degli arabi a cui veniva chiesto da dove venivano in ITALIANO e nessuno alla dogana parlava inglese. Pure mia moglie e’ stata “intervistata” in italiano, lei che le uniche parole che conosce sono le parolacce (magari le avesse dette).

Per fortuna che siamo in un Paese sviluppato. A voi.
Alessandro

Un commento su “Cosa non si deve fare per un visto…”

  1. ma chi gliel’ha fatto fare di tornare in Italia? si stà tanto bene fuori….
    portatemi fuoriiiiiii

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