L’incubo padovano di un giovane che chiedeva aiuto

Dal "Mattino di Padova" di venerdì 1 ottobre 2004:

Mi chiamo Gianni F., avendo la ragazza a Ferrara che proprio in questi giorni si laurea , ho deciso di fare un giro a Padova e fare una visita a Sant’Antonio. Possiedo un vecchio Mercedes 200 ce, con 10 anni di vita. Arrivo in centro a Padova e guardando nel cruscotto noto la temperatura dell’acqua quasi al massimo, sicché mi fermo e vedo uscire fumo dal cofano motore, al che decido di spegnere prontamente il motore, e dando un’occhiata mi accorgo che a causa del malfunzionamento della ventola un manicotto dell’acqua forse per il forte calore si é staccato dalla sede, e tutta l’acqua é fuoriuscita .

A questo punto iniziano i miei guai padovani. Erano le 15,30 di lunedì 13 settembre scorso, nella delusione per l’auto che tra le altre cose é anche di mio fratello, cerco di spingerla verso un parcheggio di fortuna, ma almeno accostata al marciapiede. Questo in via Eremitani, di fronte alla banca. Poi dopo aver fatto la brutta scoperta di ciò che era accaduto, entro in auto e scrivo un foglio dicendo che a causa ad una avaria al motore lasciavo l’auto parcheggiata lì il tempo necessario per trovare un meccanico che possa risolvere il danno, scrivendo ora data, nome e cortesemente chiedevo scusa per l’accaduto.

Al mio ritorno dopo circa 1,45-2 ore, faccio caso che non c’è più la macchina, ma vedo un vigile nei paraggi, dove vado per chiedere la sorte dell’auto, spiegandogli se non l’avesse letto che ero rimasto in panne, al che mi sento rispondere di non essere l’unico che pur di non pagare 1 euro di parchimetro, scrive assurdi bigliettini esibiti sul cruscotto, cerco di rientrare in me stesso e chiedo cosa invece dovevo fare appunto in questo caso, e mi risponde che dovevo avvisare telefonicamente la polizia municipale, i carabinieri e la polizia, scrivere come ho fatto e avvisare i negozianti o i portinai che sono più vicini all’auto dicendo che sono rimasto in panne far verificare la vera situazione e poi a questo punto andare a cercare un meccanico.

Non é finita. Mi dirigo a piedi verso l’Aps, la società che é venuta a prendere col carro attrezzi la mia auto. Qui mi chiedono invece delle 40 euro che mi aveva assicurato il vigile matricola 4883 (in più le due multe da 33 euro l’una) il doppio della somma, 82 euro. Guardandomi in tasca praticamente arrivavo a fatica a 25 euro, con l’unica mia fonte di denaro (che é mio fratello), che é fuori all’estero, in Turchia in fiera, al che spiego all’addetto il mio problema, il quale mi risponde «senza contanti niente auto» (e più rimane lì l’auto e più costa).

Allora sempre a piedi mi dirigo al comando dei vigili urbani, chiedo di poter parlare con un graduato, e arriva l’ispettore, il quale dopo avergli spiegato tutto l’iter, praticamente mi dice che posso fare ricorso. Ma al momento lui non poteva fare niente, perché non é dai vigili che l’auto é tenuta. Gli faccio presente che non avrei dove dormire e mangiare qui a Padova, e da qui inizia un incubo snervante, demoralizzante, indegno, vergognoso. Mi é stato detto «ma tu non conosci nessuno qui a Padova che ti possa prestare 100 euro?». No, non sono di Padova, la persona più vicina sta a Bologna, e dicendo che fa l’università e dorme allo studentato mi sembra di aver fatto capire anche le possibilità che può avere questa persona, ma niente. Mi é stato detto di andare a fare una colletta nei pressi della stazione.

Non sapendo come scaricare il nervoso per la mia impossibilità ad uscire da questo grattacapo, (a 31 anni ho pianto dalla disperazione) e visto che tanto pur rimanendo nel comando dei vigili non cambiava niente della mia situazione, ho avuto la brillante idea visto che mio cugino é un carabiniere, il fratello un poliziotto, di andare a chiedere aiuto al comando dei carabinieri. Qui una volta entrato e spiegato al piantone la mia situazione, mi dice di aspettare un attimo che avrebbe messo al corrente un superiore, che mi chiama subito dopo nel suo ufficio, e spiego la mia impossibilità a pagare per almeno 5 giorni questo ritiro, chiedendo se era possibile che qualcuno di loro mi prestasse il contante in base ai miei documenti, la mia parola, ed in più ci ho messo il telefonino (Nokia 6600, del valore di 300 euro almeno). Ma dopo aver chiamato un altro maresciallo l’unica cosa che ho sentito sono state le battute che si facevano tra loro, perché ridevano solo loro. Da premettere che tutto è iniziato verso le 18, e che ormai erano le 22.

Preso sempre dalla disperazione e dopo aver fatto la mia brava figura di…, pensando al motivo della mia visita a Padova, ed essendo molto credente mi viene in mente di andare a chiedere ascolto ad un parroco. Praticamente, per farla breve, mi é stata dato anche del drogato. 11 prete mi ha mandato a quel paese e se volevo un euro… Questo ancora prima di poter spiegare la mia difficile situazione.

Ormai é notte, non so dove andare a dormire e mi dirigo di nuovo verso la mia auto all’Aps, con in tasca 40 euro e due ticket buoni pasto da 5 euro, spiego che non ho da dormire e mi viene detto di andare in stazione anche perché lì all’Aps di notte girano le guardie giurate. E questa é stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho iniziato una accesa conversazione con l’interessato dell’Aps, il quale dice che già ci ha rimesso 100 euro in questo modo, non é possibile fare nessun bollettino pur avendo tutti i miei dati, ma dopo tanto sbattimento mi dice che da 82 mi arrivava a fare uno sconto e farmi pagare 57. Ma a me mancavano sempre 17 euro.

Allora vai di nuovo in centro per poter letteralmente chiedere la carità, ma non essendo abituato, e dopo tutta la giornata ormai trascorsa, sono tornato indietro. Ancora discussioni, e sono le 23,50 e ancora discussioni, addirittura l’ispettore dei vigili viene a farci una visita per sincerarsi come é andata a finire con quella famosa Mercedes, e mi vede che sono ancora lì a contrattare l’auto. Finalmente arriviamo ad una soluzione: tutti i soldi più il telefonino in garanzia per avere la ricevuta, e così verso le 24 che sono riuscito a riprendere possesso della mia auto, rotta tra l’altro, perché senza acqua nel radiatore. Questo é il mio incubo padovano.

Sarò anche un terrone, ma a casa mia quando raccolgono le persone dal mare, gli danno da mangiare da bere, e da dormire e comunque non derisi e trattati da accattoni, drogati e fuori dal mondo. Questo é tutto.

Gianni

Un commento su “L’incubo padovano di un giovane che chiedeva aiuto”

  1. …be’,ormai dopo quello che e’ successo a me e mia moglie in questura a Udine non mi stupisco piu’ di niente…e dire che ci reputiamo un paese “sviluppato”(!)…non ho parole

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