Petrolchimico, Casson: 128 operai in reparto anche se malati


Sono 128 gli operai del reparto addetto alla produzione di Cvm al Petrolchimico di Porto Marghera che continuarono a lavorarvi nonostante i medici del lavoro ne avessero richiesto l’allontanamento per gravi motivi di salute.

La notizia è emersa oggi al processo d’appello per le morti e l’inquinamento da Cvm, nel corso della seconda udienza della requisitoria del pm Felice Casson. Casson ha infatti mostrato nell’aula del tribunale di Mestre, dove si sta svolgendo il processo, le schede di numerosi lavoratori, addetti in particolare alle autoclavi, cui erano state riscontrate alterazioni epatiche fin dagli anni Settanta che continuarono a lavorare con il Cvm, contraendo malattie come angiosarcoma, epatocarcinoma, cirrosi e morbo di Raynaud.

Tra gli operai c’era anche Rino Faggian, cui fu diagnosticata un’alterazione epatica nel 1977 con conseguente indicazione di allontanamento, e che tuttavia restò addetto allo stesso reparto fino alla pensione. Faggian morì di angiosarcoma nel 1999.

I casi di questi 128 operai secondo Casson "sono l’esempio di un comportamento omissivo, e quindi di colpa specifica, da parte delle aziende". Criticando la sentenza di primo grado, giudicata contraddittoria, il pm ha ribadito che "le aziende devono rispondere dei morti e dei malati perchè sono state violate norme specifiche di condotta, e sono stati messi in atto comportamenti contra legem".

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