Come avrete già letto sul mio blog, nell’estate dell’anno scorso a Padova è stato chiesto a me e degli amici il prezzo folle di 16 euro per 3 km , con un taxi con capienza 5 persone.
In quell’occasione ho chiamato il Comune di Padova per chiedere ragione di un prezzo così ingiustificato ma non avevo la ricevuta della corsa. Non era comunque difficile rintracciare il tassista, dato che avevo prenotato il taxi per telefono. Purtroppo, tra Comune e Polizia Municipale, ci hanno messo quasi tre settimane e dopo 30 giorni , per la legge sulla privacy , i dati di chi ha chiamato (che sarebbero serviti per risalire al tassista) vengono cancellati, e così non è stato possibile risalire alla “corsa” e verificare la congruità della tariffa applicata. Il mio caso però non è isolato, come potete vedere dalla denuncia di un turista trentino per i 18 euro che gli ha chiesto un taxi a Montegrotto (preciso: gliel’ha chiesto un tassista, una persona, non una macchina) per 3200 metri.

Beh, a Barcellona , nell’agosto di quest’anno, di notte, un tassista mi ha chiesto 15 euro a fronte dei 9,60 euro che apparivano sul display del taxi (cosa che avvenne anche a Padova quella sera nell’altro caso che vi ho citato all’inizio). Gli avevo chiesto se era sicuro del prezzo e mi aveva detto la solita cosa tipo :” Credi che ti stia fregando ? C’è il supplemento notturno” che però , a Barcellona, c’è solo dal giovedì alla domenica (sì, il fine settimana a Barcellona inizia il giovedì 😎 ) . Chiedo al tassista, memore di quanto mi era capitato l’anno prima a Padova, la ricevuta e mi consegna – pensando che fossi evidentemente un imbecille – quello che vedete qui sotto.

Come vedete, manca praticamente qualsiasi dato , orario, percorso, e soprattutto il suo numero di licenza, dal quale si può risalire al veicolo che mi aveva trasportato. Grazie però al mio cell, ho tenuto il numero di licenza, il 2533 , e , dopo aver raccontato l’accaduto ad altri tassisti sempre lì a Barcellona (che, per la cronaca, mi hanno chiesto scusa loro per il comportamento del loro collega e mi hanno detto che assolutamente avrei dovuto fare denuncia e uno mi ha lasciato il numero da chiamare addirittura!) , mi sono deciso a scrivere una mail nel mio spagnolo notoriamente molto basico :
Buenas tardes. Os escribo via e-mail porque he vuelto a Italia y prefiero este sistema .
Deseo informaros de lo que me ha pasado el dia 7.8.2012 en Barcelona. Preciso que llevo muchos anos como turista en Barcelona he siempre he apreciado mucho el servicio Taxi.
Aquel dia cogì un taxi desde la zona del Eixample hasta c/Cantabria XX, zona San Martì. El taximetro ponìa algo como 9.60 y el taxista me dijo que tuviera que pagar 15 euro, 5 euro por suplemento noche, pero normalmente cuando hay un suplemento en la pantalla eso sale, y no salìa , ademas no era un dia (jueves, viernes, sabado, domingo) con suplemento.
Pedì el recibo que veràs en este mail como enlace, y como podeis ver nì firma nì ruta nì nada.
Purtroppo non ho mai ricevuto risposta, ed ho scoperto che l’ente ATM a cui avevo scritto non era competente e mi aveva dato un indirizzo che aveva la casella piena. Mi sembrava abbastanza strano che una regione così progredita a livello di tutela del consumatore e di livello di servizi pubblici come la Catalogna addirittura non rispondesse ! E infatti , purtroppo dopo qualche mese, ho scritto una email all’Institut Metropolità del Taxi , che mi ha risposto:

Mi hanno chiesto di compilare un modulo, di firmarlo e di inviarlo per posta normale.

Ieri mi è arrivata una lettera dall’Istituto con i dati del tassista e chiedendomi altre informazioni più precise ed il mio numero di DNI (carta di identità).
Vi terrò aggiornati, ad ogni modo il mio obiettivo era di far sapere all’Autorità per i taxi di Barcellona che qualcuno dei loro tassisti fa il furbo, e , a quanto pare, ci tengono a che questo non avvenga. Grande Catalogna!