A proposito di dipendenti pubblici e di Dirigenti pubblici

il 13 agosto “Il Mattino” ha pubblicato, in prima pagina, la notizia di una dipendente dell’Azienda Ospedaliera che ha rinunciato al proprio diritto a sospendere le ferie per sopravvenuta malattia. Ha fatto questa scelta per evitare, come previsto dalla nuova normativa, la decurtazione dello stipendio.
Il giornale La Repubblica in data 18 agosto pubblica, in prima pagina, la notizia che La Regione Veneto premia i Direttori Generali delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie, anche se non hanno raggiunto gli obiettivi, con un aggravio di costi di € 960.000.
Le due notizie non possono essere scollegate l’una dall’altra.
In questi ultimi anni i dipendenti pubblici sono diventati oggetto di un attacco mediatico senza precedenti, esattamente come è avvenuto per i Rom e gli immigrati. Si è prima convinta l’opinione pubblica dell’esistenza del “mostro”, per poi intervenire con soluzioni, demagogiche e di immagine, che dessero la sensazione di risolvere il problema alla radice.
Come ogni vicenda umana, le situazioni sono molto più articolate e complesse di come si rappresentano.
Per ragioni di spazio, mi limito a dire che dati OCSE ( Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) indicano il nostro Servizio Sanitario Nazionale come il secondo al mondo, in termini di qualità, dopo la Francia, e come il meno costoso di Europa rispetto al PIL. Gli Stati Uniti, che si basano su un sistema assicurativo, spendono il doppio di noi. Sono dati forniti da un organismo ufficiale, internazionale.
Ancora, spulciando Il Sole 24 Ore, si possono ricavare dati che evidenziano come il costo del personale è cresciuto soprattutto con riferimento alla Dirigenza e meno per il personale non dirigente.
Eppure la Sanità Italiana è pubblica e fatta funzionare, stando al giudizio generale, da fannulloni che, in realtà, da anni, a causa del susseguirsi della riduzione dei finanziamenti, sono sempre più ridotti di numero, spesso costretti a lavorare ben oltre il proprio orario di lavoro per garantire un servizio di qualità.
Citando questo esempio voglio dire come le situazioni vanno lette e considerate in dettaglio. Il resto è demagogia. Il Sindacato, a tale proposito, continua a sottolineare come esistano norme e strumenti per dissuadere comportamenti poco virtuosi. Perché non si utilizzano?
Non dovrebbe essere compito della Dirigenza valorizzare, coinvolgere e  motivare i dipendenti, sanzionando chi agisce comportamenti scorretti, come previsto dai contratti?
E come mai, in presenza di tanti fannulloni, la Dirigenza è continuamente premiata dai politici, come nel caso della Sanità Veneta, senza rispondere del mancato raggiungimento degli obiettivi?
Ed infine, perché il Ministro Brunetta si rifiuta di recepire l’accordo firmato tra Governo e Sindacati nel maggio 2007, il cosiddetto Memorandum, che affida al cittadino il compito di valutare il Servizio e chi lo eroga?
Mi piacerebbe avere risposte di merito rispetto ai problemi posti ma so già che non sarebbero in linea con il film che il Governo ha deciso di mandare in onda, dove necessariamente la parte del cattivo spetta al dipendente pubblico, piuttosto che al Rom. Sono certo che noi continueremo a combattere questa idea di paese e di società.

A.M. (da una e-mail spedita a tutti i dipendenti CCIAA ed inviata a Mattino di Padova e Gazzettino)

Un commento su “A proposito di dipendenti pubblici e di Dirigenti pubblici”

  1. MALGOVERNO NELLA P:A:in quel di Castelraimondo serve maggiore vigilanza e controllo sul territorio.Dal febbraio 2002 l’amministrazione comunale tiene,illegittimamente demansionato,estromesso,eliminato dall’ufficio il comandante dei vv.uu;(uno dei quattro dipendenti comunali laureati,di ottima condotta morale e civile,incensurato,senza alcun procedimento penale o giudiziario a carico),sostanzialmente senza fare quasi niente,a spese del contribuente.(Vedere sentenza immediatamente esecutiva,in internet,alla voce DEMANSIONAMENTO CAMERINO)

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