Quando rete snella significa “povera”

Le ferrovie italiane oggi: i dieci problemi

E’ il titolo di un vero e proprio saggio interessantissimo scritto dall’ing. Stagni e di cui mi pregio di riportare il link. Sia per gli appassionati , sia per chi – volente o nolente – utilizza il treno per i propri spostamenti, questo documento è interessante e spiega anche ai non addetti ai lavori perché le ferrovie italiane negli ultimi anni vanno sempre peggio.
Il management di RFI ha varato un programma di rete “snella”, che vuol dire togliere gli scambi e disattivare binari nelle stazioni; meno elementi che possono essere soggetti a guasti vuol dire minor necessità di manutenzione ma purtoppo soprattutto una rete rigida, dove un treno guasto può bloccare l’intera circolazione su una linea anche importante e anche a doppio binario. E infatti è già successo. Le Ferrovie (come le Poste , e gli ospedali), sono la cartina tornasole di un Paese, e non sarà difficile per un lettore attento, vedere i risultati di politiche di tagli spacciate per “snellimento” anche in enti pubblici di tipo diverso. Il risultato è che qualcuno si prenderà ricchi premi (denaro pubblico!) per aver raggiunto l’obiettivo che, mascherato da “snellimento”, significa “impoverimento” . E’ il paradigma di questa Italia che non solo non migliora le proprie strutture di ogni tipo (da quelle turistiche ai trasporti alla sanità), ma rinuncia, spacciando questi tagli come “riforme” o “innovazione”, alle risorse che aveva vent’anni fa.

http://www.miol.it/stagniweb/problemi.htm#punto1

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