“Prodi spia del KGB”: la vera faccia della Casa delle Libertà

La libertà di informazione secondo Berlusconi e compagni di merende 

dal "Il Padova" di oggi

Per cinque anni, dal 2001 al 2006, una commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dal senatore di Forza Italia, Paolo Guzzanti, ha tentato di dimostrare che i leader del centro sinistra, da Romano Prodi a Massimo D’Alema e Piero Fassino, avevano avuto rapporti con il Kgb sovietico. Ha tentato ma non è riuscita a raggiungere i suoi obbiettivi e, a quanto pare, senza comunicarlo neppure ai commissari parlamentari del centro sinistra presenti nella commissione. Si è servita di ben 47 consulenti, nominati dal centrodestra, alcuni dei quali erano pensionati del Sismi e di altri servizi segreti italiani o comunque legati ad essi. Tra di loro spicca la figura ambigua di Mario Scaramella, legato a spie sovietiche rifugiate in Occidente come il generale Gordievskij e Alexander Litvinenko, assassinato di recente a Londra. Che cosa cercava Scaramella in questi anni? A leggere l’intercettazione di telefonate pubblicate in questi giorni e i documenti scovati da E Polis, svolgeva un’attività a favore dell’onorevole Berlusconi e tesa a screditare l’attuale presidente del Consiglio. Per raggiungere questo obbiettivo si serviva anche della collaborazione di un alto magistrato. Scaramella nelle sue telefonate parlava anche di un’Organizzazione. Ce ne è abbastanza per chiedere oltre all’inchiesta giudiziaria una commissione parlamentare che approfondisca la vicenda e spieghi agli italiani che cosa è successo. Non c’è dubbio che il governo Berlusconi all’indomani della vittoria elettorale del 13 maggio 2001 ha usato la maggioranza parlamentare, che pure aveva ottenuto in democratiche elezioni regolari, per indagare su uomini presenti in Parlamento e cercare di screditarli. Così nacquero la commissione per l’affare Telecom Serbia e quella sull’affare Mitrokhin. La prima fallì clamorosamente dopo aver utilizzato personaggi di dubbia fama come il “conte” Igor Marini, che parlava di tangenti percepite da leader del centro-sinistra, e tutto andò in mano ai magistrati che dimostrarono le contraddizioni e i falsi commessi dai presunti attentatori. Ma è la commissione Mitrokhin, a quanto pare, a rivelarsi la più importante nelle intenzioni del Cavaliere che con essa ha sperato di portare Prodi davanti al tribunale dei ministri. Peccato che anche in questo caso tutto si reggeva sull’attività di un oscuro Mario Scaramella. 

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