Da operaio a studente. E adesso ?

http://www.corriere.it/solferino/severgnini/ 

 Caro Beppe,
sono Alessandro di Brescia. Dopo aver lavorato per 8 anni come operaio, ho deciso che era il momento di dare una svolta alla mia vita, e ho ripreso gli studi diplomandomi alle serali l'anno scorso (col massimo dei voti, sebbene molti dicono o pensano che serali= scuola facile, cosa che non condivido). Ora sto affrontando un IFTS in marketing con brillanti risultati (peccato che a Brescia non si sappia cos'è il marketing) e, giunto al termine di questo percorso, sono colto da dubbi che mi tormentano. All'età di 30 anni, dopo aver mollato il lavoro da operaio che non mi ha mai gratificato, non so se questa società riuscirà mai a riconoscere le mie capacità. Leggo negli annunci di lavoro "esperienza pluriennale, laurea di 2^ livello" e chi più ne ha più ne metta… O altrimenti se sei alla prima esperienza non devi aver superato i 20 anni (così ti possono assumere con quei contrattini simpatici di sfruttamento e apprendistato) Ora io mi chiedo… devo continuare gli studi all'università per raggiungere i miei obiettivi di "carriera"? Avere 30 anni significa anche che non posso vivere sulle spalle dei miei genitori, e comunque finirei ad un età che forse già dovrei esser considerato vecchio per questo mercato del lavoro "a giro chiuso". Il corso in marketing mi ha affascinato parecchio, ma sebbene dimostrassi la mia piena disponibilità a trasferimenti all'estero (ho passato 6 mesi in Australia ove ho migliorato l'inglese), non ho trovato una sola azienda che fosse disponibile a mettermi alla prova (perché mandarmi all'estero è considerato solo un costo e non un investimento). E nemmeno a livello locale sembra che si riesca a trovare nulla (ci vorrebbero le raccomandazioni di prassi che non ho). Ho valutato più volte l'ipotesi di trasferirmi all'estero, ma la mancanza di titoli ufficiali di studio di alto livello e la difficoltà nell'ottenere i permessi di soggiorno, mi ha sempre frenato. La mia domanda è: quale dev'essere la mia prossima mossa? Troverò qualcuno che sia disposto a mettermi alla prova lavorativamente parlando? O è meglio che continuo a studiare sperando in un qualche (chissà se probabile) risultato futuro? Ho fatto infine bene a mollare un lavoro "sicuro" a tempo indeterminato, per fare questo "salto nell'incerto"? Grazie per la risposta che mi darai.

Alessandro Tonin , alessandro_tonin@libero.it

Un commento su “Da operaio a studente. E adesso ?”

  1. Ipotesi: In Italia una laurea vale tanto quanto un poster di Biagio Antonacci, anzi di meno: quello almeno le ragazze lo guardano.

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