Non è fascismo, è “danno all’immagine aziendale”. Denunciata la mancata sicurezza nelle ferrovie. In quattro perdono il posto.

dal sito http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/2004_0107fsliguria_rasstampa.htm

da Liberazione di Castalda Musacchio

Sette provvedimenti disciplinari che si sono conclusi con quattro licenziamenti. A perdere il posto quattro ferrovieri “rei” di aver collaborato alla realizzazione della trasmissione Report per quel servizio sulla carenza di sicurezza delle ferrovie italiane andata in onda su Raitre il 7 ottobre scorso che scatenò una serie di reazioni e polemiche pesantissime accompagnate da una richiesta danni da parte di Trenitalia di 26 milioni di euro. I lavoratori colpiti sono un macchinista di Savona, un capotreno di Imperia che lavora a Genova, un altro macchinista del capoluogo ligure e un capotreno di Acqui, questi ultimi due dipendenti del compartimento di Torino. La notizia è finita ieri in prima pagina sul Secolo XIX. Diffusa dalla mailling list di “ferrovie in lotta” e da “Indymedia” riguarda provvedimenti presi più di un mese fa. La motivazione ufficiale di Trenitalia contro i lavoratori “epurati” è quella di aver violato le norme di sicurezza. I ferrovieri sarebbero accusati di aver fatto salire sui locomotori senza autorizzazione giornalisti e “telecineoperatori” di Report, di aver rallentato il convoglio per consentire le riprese televisive dentro una delle tante gallerie incriminate (la Torino-Savona), di aver ritardato o addirittura bloccato il convoglio che ospitava i giornalisti di Raitre. Sta di fatto che il servizio di Report era girato con l’uso di voci “criptate”, con immagini sfocate per non consentire l’identificazione dei ferrovieri testimoni del reportage. Per “pescare” proprio quei ferrovieri, l’azienda ha avviato un vero lavoro di investigazione interna. Addirittura, per riuscire a scovarli – come fa notare il giornalista Marcello Zinola del Secolo XIX – «come nel caso delle immagini della Savona-Torino, gli 007 delle ferrovie hanno riconosciuto il tipo di “materiale rotabile nel modello Ale 724” che percorre due volte al giorno la linea e il personale di servizio». «Incredibile», è il primo commento di Raniero Casini del Sult-ferrovie. «Dietro i licenziamenti c’è solo un preciso disegno strumentale che mira a reprimere ogni forma di dissenso. Per il 20 abbiamo già in conto quattro ore di sciopero in Toscana dalle 11 alle 15 e inseriremo anche questi licenziamenti tra i vari motivi della nostra mobilitazione. Ma proporremo alle altre organizzazioni sindacali uno sciopero nazionale contro decisioni assurde e paradossali». «Le motivazioni aziendali sono molto imprecise – aggiunge Giulio Moretti, segretario generale aggiunto dell’Orsa -. Stiamo valutando le iniziative da prendere e, se il tutto è avvenuto come sembra, saremmo di fronte a un vero e proprio atto repressivo e inaudito». Dai “ferrovieri in lotta” circolano altre notizie e anche precise accuse. «La Filt Cgil – si legge in un comunicato diffuso dalla rete – è a conoscenza da tempo della cosa ma non l’ha mai divulgata». La replica della Filt Cgil è affidata a Guido Fassio dalle pagine del Secolo XIX. «La trasmissione ha denunciato fatti e situazioni che sono all’ordine del giorno delle iniziative sindacali. I lavoratori non sono soli. Abbiamo investito della vertenza le segreterie nazionali». Da Trenitalia sarebbero partite ben 13 lettere di licenziamento per altrettanti ferrovieri “colpevoli” di aver rilasciato dichiarazioni e interviste ai giornalisti di Report. Lo conferma un ex Rsu ora purtroppo “messo a tacere” da altre intimidazioni aziendali. «Ormai è chiaro l’atteggiamento adottato da Trenitalia. Si tratta di una vera rappresaglia e con quel che è accaduto – dice l’ex sindacalista – viene attaccata non solo la libertà d’espressione ma anche quella sindacale. Il problema che nessuno denuncia è un altro: questo è solo uno dei tanti risultati delle politiche di privatizzazione dei servizi. Come gli incidenti numerosi che continuano a verificarsi. Dietro la privatizzazione ci sono interessi enormi sui quali ferrovieri e cittadini non possono intervenire. Ci sono 25 società di trasporto private pronte a scendere in campo sulla rete ferroviaria nazionale. E chi ci rimetterà? Naturalmente i lavoratori e la sicurezza». Milena Gabanelli, conduttrice della trasmissione di Raitre, aggiunge: «Comprendo che un’azienda non ami che i suoi dipendenti rilascino dichiarazioni contro di lei. Ma in ballo c’è una questione ben diversa che è la sicurezza. Gli incidenti sulla nostra rete ferroviaria si verificano o no? E ai lavoratori licenziati è stato contestato quanto riferito in trasmissione? No. E’ stato contestato il fatto che hanno fatto entrare in cabina una giornalista. Ma non è vero che sono stati loro a farla entrare. Giovanna Corsetti (l’autrice del servizio, ndr) è una professionista ed è entrata spontaneamente in quella cabina facendo solo il suo mestiere: delle domande, tutto qui».

vendredi 9 janvier 2004 :
REPORT RAI LICENZIA 13 FERROVIERI

la Filt – Cgil (almeno in Liguria) è a conoscenza da tempo della cosa ma non l’ha mai divulgata ed ovviamente si è guardata bene dal chiamare i lavoratori alla lotta, contando forse di interne.

Questa mattina abbiamo saputo da una compagna dell’assistenza a terra di Genova Brignole che 2 colleghi (un capotreno di Acqui Terme e un macchinista di Asti) sarebbero stati posti, da Trenitalia, in…sospensione indeterminata ( !) per aver rilasciato interviste nel corso della trasmissione Report di qualche mese fa.

Ci siamo immediatamente attivati ed abbiamo scoperto che :

1 – dal Gruppo FS sono partite 13 lettere di licenziamento per altrettanti ferrovieri “colpevoli” di aver rilasciato interviste nel corso della trasmissione Report ;

2 – che la Filt – Cgil (almeno in Liguria) è a conoscenza da tempo della cosa ma non l’ha mai divulgata ed ovviamente si è guardata bene dal chiamare i lavoratori alla lotta, contando forse di risolvere il problema per vie interne.

Le rappresaglie del Gruppo FS contro i lavoratori continuano ed anzi aumentano di intensità ed in gravità. La posizione dei sindacati di stato – in primis della Filt – Cgil – è cercare di minimizzare, coprire, mediare, in ogni caso non mobilitare, come dovrebbero ben fare, i ferrovieri.

La rete dei Ferrovieri in lotta si è mossa per tempo denunciando l’insostenibilità della situazione, costituendo un osservatorio sui provvedimenti disciplinari e proponendo le casse di resistenza. E’ chiaro che i ferrovieri non hanno altra scelta, di fronte all’odiosa repressione aziendale ed all’irresponsabilità (per essere benevoli…) dei sindacati di stato, che l’autorganizzazione. L’anno nuovo è cominciato e per noi si annuncia già come un anno di lotta dura. Gli autoferro stanno conducendo una battaglia esemplare, ci insegnano come si fa. Noi dobbiamo costruire l’autorganizzazione, così come abbiamo cominciato a fare il 4 dicembre.

E’ necessario contattare i colleghi colpiti, divulgare al massimo la notizia dei 13 licenziamenti, organizzare scioperi e presidi, convocare conferenza stampa, chiedere interrogazioni parlamentari. Fare tutto quanto è in nostro potere per contrastare questi provvedimenti infami.

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