Cari imprenditori, avete ragione. Ma anche da voi c’è da fare pulizia

dal blog di Paolo Giaretta

Il Mattino di Padova, 6 luglio 2011, pag. 20

Mi auguro che l’iniziativa assunta dai giovani industriali veneti sui costi della politica contribuisca a positive decisioni del Consiglio Regionale, come già proposto dai consiglieri del partito Democratico. E’ un tema che va affrontato di petto, senza populismi ma con concretezza. Occorre disboscare un eccesso di intermediazione politica che non possiamo più permetterci. Senato federale, con riduzione del numero dei parlamentari (con una nuova legge elettorale, certo. Uscendo però dal generico. Non sono “i politici” che hanno voluto la legge porcellum. L’hanno voluta e se la sono votata Lega ePdL); trasformazione delle province in assemblee di sindaci del territorio e accorpamento dei comuni inferiori a 3.000 abitanti, accorpamento delle miniregioni, accorpamento, razionalizzazione, eliminazione della pletora di organismi pubblici e parapubblici che assorbono rilevanti risorse: ad esempio in Italia si occupano di promozione dei prodotti agricoli 13 enti nazionali, a cui vanno aggiunti tutti gli enti regionali! Sono cose difficili? Si, ma è il momento delle cose difficili.

C’è anche il tema dei compensi per le funzioni pubbliche. Per quel che mi riguarda il compenso dei parlamentari. Anche qui occorre intervenire radicalmente. Il problema non è tanto il risparmio in assoluto (se riducessimo a zero l’indennità dei senatori il risparmio sarebbe di 46 milioni di euro) ma un problema di reputazione e credibilità della politica. Vorrei anche dire che non è vero che in questi anni non è stato fatto niente. Non c’è più alcun adeguamento automatico delle competenze, ridotte l’anno scorso di 1.000 euro. In termini reali negli ultimi dieci anni la riduzione è stata dell’8% delle indennità e del 25% delle altre voci. Si sono eliminati privilegi assurdi:l’indennità è oggi interamente tassata.

Occorre però ancora agire. Io la vedo così:

il vitalizio non ha più ragione di esistere. Ancorché fortemente ridimensionato negli ultimi anni, è figlio di una società che non c’è più. I contributi versati si aggiungeranno al proprio fondo pensionistico o ad una assicurazione privata, come fanno tutti gli altri cittadini. Per il passato su tutti i regimi pensionistici di privilegio (si riceve molto più di quel che si è versato) si applichi un contributo di solidarietà molto cospicuo (5%). Non si toccano i diritti acquisiti ma si fa un po’ di giustizia.

Bene l’ancoraggio del compenso alla media dei maggiori paesi europei. Ha il vantaggio di essere un dato oggettivo,non influenzato dalle nostre decisioni. Aggiungo però due ulteriori interventi. Il 50% del compenso sia legato alla effettiva presenza in aula e commissione. Chi non viene per fannullaggine o perché si dedica ai propri interessi non deve essere pagato. Si distingua tra il reddito che resta alla famiglia e le spese sostenute per l’esercizio della democrazia. Oggi non è così. C’è che investe una parte consistente dell’indennità parlamentare per pubblicazioni, convegni, attività sul territorio, finanziamento di attività di partito, documentazione per gli elettori, ecc. e chi si trattene tutto per sé. Non è esattamente la stessa cosa.

Vorrei però dire ai giovani imprenditori che occorre essere coraggiosi anche in casa propria. Le Camere di Commercio sono enti amministrati da imprenditori. I politici non c’entrano. Nel sistema camerale esiste l’enormità di 1.888 società partecipate (18 in media per ogni Camera!): soldi pubblici destinati ad alimentare una elefantiaca sproporzione di consigli di amministrazione. Datevi da fare, dipende da voi. Nel sistema bancario, governato in larghissima parte da imprenditori, vediamo che i consigli di amministrazione delle 11 maggiori banche costano la bellezza di 68 milioni di euro e sono circoli affollatissimi: in media 22 componenti per consiglio di amministrazione. Qualcheduno (non i politici, in verità, ma consigli di amministrazione in cui siede il gotha dell’imprenditoria italiana) ha approvato la scandalosa buonuscita di banchieri come Geronzi e Profumo: in due 76 milioni di euro.

Perciò occorre che ognuno faccia pulizia in casa propria se vogliamo vedere risultati. Io ci sto.

 

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