L’ultimo elfo

Quando una persona speciale, perché ti è stata vicino e ti ha saputo aiutare in un momento della vita in cui non riuscivi a riprenderti, ti consiglia un libro , anche questo libro per te diventa speciale.

L’ultima copertina del libro “L’ultimo elfo”, che ho finito di leggere ieri.

In oltre un anno sono riuscito a leggere questo libro fantasy , fatto per i più piccoli (ma tanto rimaniamo sempre un po’ bambini, no ?) ma che è bello da leggere per chiunque. Questa persona ha pensato alla trama di questo libro perché le ricordavano i nostri dialoghi di vari mesi sul significato della vita, dell’azione delle persone, e su dove , almeno per me , dovrebbe portare la condotta umana.
Purtroppo, riesco a capire quello che leggo solo quando non sono stanco, la stanchezza portata dalla mia malattia, e questo vuol dire che riesco a leggere per meno di un’ora, solo di mattina, o di pomeriggio se ho riposato prima, possibilmente con la luce naturale. Ecco perché ci ho messo più di un anno per leggere un libro che altrimenti molti divorerebbero in una settimana. L’altro aspetto negativo di impiegare così tanto tempo è che quando arrivi alla fine devi fare mente locale sulla trama perché ti sei già dimenticato come iniziava. Ad ogni modo non sono sicuro nemmeno di aver inteso (se non sei esattamente neurotipico riesci ad avere una visione diversa delle cose rispetto a quella che la maggioranza delle persone darebbero, anche se non è sbagliata) il senso che l’autrice vuole trasmettere , ma ci provo.
Credo che quello che vuole comunicare il libro con questa favola sia che gli incontri casuali della vita , anche con persone diverse (e cosa di più diverso di un elfo rispetto agli esseri umani?), ma buone , ovvero che abbiano dentro di sé la voglia di non offendere gli altri (sia fisicamente che psicologicamente, ad esempio con l’umiliazione) ma anzi di aiutarli con il poco che sanno o che sanno fare (il piccolo elfo ha letto un sacco di libri di astronomia, sa resuscitare i moscerini ed anche curare piccole ferite delle persone, sa anche accendere un fuoco , ma non può scatenare un incendio d’inverno quando c’è troppa umidità !) possono darci la felicità. L’incontro con il diverso, anche con l’odiato elfo (la menzogna e la propaganda di un gruppo di balordi che si sono impossessati della città di Daligar avevano attribuito agli elfi distruzione, fame e povertà, quando invece questi balordi ne erano loro la causa, alimentata attraverso l’ignoranza , la costrizione fisica e la fame) di cui tutti parlavano male, ha rappresentato la via di salvezza per Robi, la figlia dei due esseri umani che l’elfo ha incontrato nel suo cammino e che erano morti per lui.

Tanta tristezza alla fine, quando il drago Ebrow , che il piccolo elfo ha come suo compagno di vita per un breve periodo, muore per salvare Robi ed il piccolo elfo. Il piccolo elfo e Robi sarebbero sopravvissuti, diceva la profezia, ma il drago in effetti nella profezia non c’era più alla fine. Il saggio drago diceva che la vita e la morte sono strettamente concatenate. Lo sappiamo tutti, anche se quando arriva il momento in cui le persone care ci abbandonano, il saperlo non ci aiuta nemmeno un po’.