Italia in coda tra i paesi Ocse per uguaglianza economica

dal profilo di Patrizia Giorgi e da http://espresso.repubblica.it/internazionale/2014/10/28/news/se-il-mondo-perde-la-speranza-1.185816?ref=fbpe

In Italia, secondo l’Ocse, dalla metà degli anni Ottanta fino al 2008, la disuguaglianza economica è cresciuta del 33 per cento. Si tratta del dato più alto tra i 34 paesi membri, la cui media si ferma al 12 per cento. Questa disuguaglianza, tradotta in dati statistici, significa che attualmente l’1 per cento delle persone più ricche del nostro paese detiene più di quanto posseduto dal 60 per cento della popolazione, cioè 36,6 milioni di persone. La crisi economica non ha fatto altro che inasprire questo rapporto: dal 2008 ai giorni nostri, gli italiani che versano in povertà assoluta sono quasi raddoppiati fino a superare quota 6 milioni, il 10 per cento circa dell’intera popolazione.

Tasse e salari
Povertà e disuguaglianza non sono figlie del destino, ma il risultato di consapevoli scelte politiche ed economiche. Le regole elementari di giustizia sociale vorrebbero che a dare di più siano quelli che più hanno. Non è così.

Oxfam international ha calcolato che una tassa di appena 1,5 per cento sulle ricchezze dei miliardari del pianeta metterebbe insieme 74 miliardi di dollari. Abbastanza denaro per pagare la sanità nei 49 Paesi più poveri e per garantire l’acceso alla scuola di ogni bambino nel mondo. Invece in questi anni di liberalizzazione e deregolamentazione dei mercati stiamo assistendo, anche da parte di alcune grandi multinazionali, a programmi di elusione fiscale, quando non di vera e propria evasione, che i governi non sembrano intenzionati a contrastare.

C’è un urgente bisogno di ridistribuire le ricchezze in maniera da riequilibrare e contrastare l’estrema disuguaglianza. Un esempio? In Nicaragua i poveri pagano una percentuale in tasse più alta dei ricchi. Così i soldi generano altri soldi. La povertà diventa una spirale verso il basso. Negli Stati Uniti degli anni Sessanta, un amministratore delegato guadagnava più o meno trenta volte di più dei propri dipendenti. Oggi guadagna circa 300 volte di più di un semplice lavoratore. Il sistema fiscale dovrebbe essere uno degli strumenti più importanti per indirizzare la redistribuzione della ricchezze. E invece sappiamo come vanno le cose. Anche da noi.

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