L’azione dello Stato a tutela della salute pubblica

Sui quotidiani di oggi la grande azione della Guardia di Finanza al concerto di J-Ax qui a Padova, che ha sequestrato ben 21 spinelli e parla di droga non meglio specificata, anche se l’unica citata è la marijuana. Il cui possesso – e consumo , limitatamente ad una piccola quantità – è stato depenalizzato in Spagna. La vendita (spaccio) rimane invece reato penale e colpito duramente. In Italia, la legge Fini-Giovanardi (Fini sì, quello che dovrebbe essere l’alternativa a Berlusconi di una destra moderna, lo stesso che con Bossi ha dato vita ad un’altra pessima legge attualmente in vigore, quella sull’immigrazione) ha parificato consumo e vendita di droga ed ha parificato droghe pesanti e leggere. Il risultato è che gran parte delle persone che si trovano in carcere in Italia lo sono per reati legati alla droga.

Dal punto di vista olandese, gli interessi che devono essere protetti dalle leggi sono primariamente connessi alla salute. Perciò, sulla base di criteri scientifici, la legislazione dei Paesi Bassi distingue tra droghe che presentano un’inaccettabile rischio alla salute ed i prodotti della Canapa i cui rischi sono considerati notevolmente inferiori e che quindi non destano preoccupazione.

Portogallo . Esattamente il primo ottobre di dieci anni fa, il Parlamento del paese lusitano depenalizzava il possesso di sostanze stupefacenti. Tutte, dalla più lieve alla più pesante. Prima di depenalizzare l’uso personale di stupefacenti, il Portogallo aveva un alto tasso di tossicodipendenze. Oggi, scrive Greenwald sull’Economist, “ha il più basso tasso di consumo di marijuana in Europa e uno dei più bassi di cocaina” che “hanno diminuito, ovviamente, anche gli effetti delle patologie connesse all’uso di stupefacenti, come la trasmissione di Hiv, epatiti e morti da abuso”. Da quando in Portogallo non è più un problema di politica criminale, l’uso di droga è divenuto un problema di natura medico-assistenziale. “Le persone trovate in possesso di stupefacenti – scrive Greenwald – non sono più arrestate o trattate come criminali. Al contrario, vengono inviate davanti una commissione di esperti medici, che gli offre l’opportunità, senza obbligarli, di accettare un trattamento di recupero finanziato dallo Stato”. Ciò ha anche consentito di abbattere quella barriera di paura che “divide gli agenti dalla cittadinanza”, che inibiva l’accettazione di percorsi di recupero da parte dei tossicodipendenti, oltre che il successo di campagne di prevenzione. Inoltre – secondo il giurista americano – “trattare la dipendenza da droga come un problema medico, piuttosto che un problema penale, è il modo migliore di affrontare la questione. Il counseling è molto più efficace della prigione nel convincere un tossicodipendente a non fare più uso di droghe”. Infine i risparmi di spesa pubblica conseguiti dal non dover mantenere gente inutilmente in carcere, “possono essere utilizzati per implementare programmi di trattamento efficaci, o servizi, come cliniche di disintossicazione”. In Italia, Giovanardi dà la colpa della crisi finanziaria e della speculazione in borsa all’uso di cocaina.

Sta di fatto che l’ultima volta che sono stato a Barcellona, nei pressi di Pl. Universitat, un gruppetto di giovani rasta si stava fumando una canna in un luogo pubblico, lì farsi le canne non è punito penalmente ma io ho paura a girare per la stazione nella mia città , Padova, dove ci sono le camionette dell’esercito e dove la Guardia di Finanza perquisisce anche le donne in gravidanza alla ricerca di droga ai concerti, e non nella città catalana dove la cannabis è libera.

E, per concludere, non fumo, nè cannabis nè sigarette, ma di fronte all’ipocrisia di gran parte degli abitanti di questo Paese non sopporto più queste crociate a senso unico, quello di punire con il carcere le persone anziché di risolvere i problemi di abuso, senza distinguere come si fa in qualsiasi altro paese europeo tra droghe pesanti e leggere (termine peraltro sfortunato, infatti in Spagna il codice penale distingue tra “droghe che comportano danni gravi alla salute ” (tutte le droghe sintetiche come ecstasy/MDMA, eroina, cocaina, LSD, cocaina/crack, morfina e così via) e “droghe che non comportano gravi danni alla salute”) .

Infine, il Ministero della Salute spagnolo nell’ambito nel Piano Nazionale contro le droghe, ha anche un decalogo per giornalisti, stampa e mass media, che spiega che errori si dovrebbero evitare parlando di droga  . Con buona pace dei nostri quotidiani locali, il Mattino di Padova in primis, che titolano “ubriaco al volante ammazza una giovane”, per poi scoprire che magari il tasso alcolico del sangue era di poco superiore al limite consentito e più che l’alcool il colpo di sonno o la scarsa visibilità stradale (pioggia, ecc.) potevano essere le vere cause dell’incidente.

Informazione o disinformazione ?

Ma è la caccia al diverso, il drogato, il gay, l’ubriaco, il negro lo sport italiano. Avete visto pochi giorni fa sul mio blog un cartello apparso poche settimane fa in alcune città spagnole che stigmatizzava il comportamento di chi addita gli altri come i diversi : “El diferente eres tù, imbecìl!”.

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