I pericoli dell’ostruzione nasale

Oramai mancano circa due mesi all’attesissimo intervento di tonsillectomia e uvulopalatoplastica, nel frattempo però devo fare di tutto per dormire meglio la notte, anche perchè sul lavoro mi è sempre più difficile completare l’orario settimanale. Mi sono chiesto – cosa che non mi capita ad esempio a Barcellona in hotel – come mai a casa mia non riesco a respirare con il naso, nonostante arieggi gli ambienti (purtroppo l’appartamento è esposto a nord quindi per tutto l’inverno non batte il sole e così il riscaldamento è acceso varie ore durante il giorno e anche durante la notte altrimenti mi sveglio dal freddo). Mi sono accorto che le mie mucose nasali sono secchissime , e che l’umidità in casa non supera il 40%. In queste condizioni è praticamente impossibile respirare con il naso . Per questo motivo ho ricominciato prima di andare a letto a mettermi le gocce essenziali Niaouli della Marco Viti che mi erano state consigliate per due settimane dopo l’intervento di settoplastica, ed ho messo in stanza un vaporizzatore, assolutamente inadatto allo scopo ma che qualcosa fa , di quelli che si usano per fare i fumenti .

Il vaporizzatore che uso per aumentare un po’ l’umidità, dal 45 al 50%, nella camera da letto.

La questione infatti è che le apnee notturne possono essere causate , in condizioni di ipertrofia tonsillare e posizione palatale sfavorevole (cose che ho in modo evidente) , anche dal fatto che non si respira con il naso . Purtroppo , essendo il sonno un momento in cui il tutto è lasciato al sistema neurovegetativo (quello che controlla che il cuore batta, che si respiri, ecc. anche quando non siamo coscienti), non è controllabile il fatto di respirare dal naso o dalla bocca, però se le mucose nasali sono libere e ben umidificate, sicuramente è più facile che avvenga la respirazione corretta (nasale). Ne parla in modo approfondito un bellissimo opuscolo che ho trovato in Rete realizzato dall’Università degli studi di Palermo, facoltà di Medicina.

Aggiornamento: ho scoperto che a rendere più secco il microclima di casa aveva contribuito anche una mia messa a punto sbagliata della temperatura dell’acqua dei radiatori (comandata dal termostato). Non sapevo che con i termosifoni in ghisa per sfruttare il volano termico (cioè la capacità della ghisa di trattenere il calore e diffonderlo per più tempo rispetto all’alluminio) era necessario portare la temperatura dell’acqua almeno a 65 gradi (consigliati 70). Io l’avevo abbassata a 50 gradi, per non avere troppo caldo con il piumone quando si accendeva il riscaldamento . In realtà così facendo, la temperatura è troppo bassa per riscaldare gli umidificatori in porcellana, che così liberano meno vapore acqueo per evaporazione. Con questa semplice rimessa a punto (ripristinando le impostazioni di fabbrica) l’umidità della camera da letto è balzata dal 47 al 55%.

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