Parigi, una città che ci ha accolto con il sole

Nei primi giorni di dicembre, grazie ad Elena – senza la quale non avrei mai avuto lo stimolo a visitare la città di un Paese di cui non conosco la lingua (e le incomprensioni si sono sprecate ovviamente) – ho avuto la possibilità di visitare Parigi.
Papà mi aveva annunciato una cielo sempre grigio e temperature molto più fredde che da noi, senza le Alpi che proteggono la Francia, ecc. ecc, sta di fatto che mentre in Italia pioveva, Parigi ci ha accolto con due giorni di sole meraviglioso, mentre il terzo la pioggia torrenziale prevista si è trasformata in qualche goccia che ci ha consentito di girare senza nemmeno aprire l’ombrello. La mia amata Spagna non mi ha riservato lo stesso trattamento nel primo semestre del 2012 , però si è fatta scusare con le meravigliose giornate di ottobre di Ibiza.

La metro leggera che collega l'aeroporto di Orly alla stazione RER di Antony
Ho trovato comodissimo utilizzare EasyJet per arrivare all’aeroporto di Orly , dove una metropolitana leggera ci ha portato in pochissimi minuti alla stazione della RER (la linea cittadina veloce su ferro) con la quale siamo arrivati a Chatelet- Les Halls, nel cuore di Parigi , nell’Ile de la Citè . Lasciate perdere – se potete – Ryanair e l’aeroporto di Beauvais : il bus ci ha impiegato 2 ore e mezza  per raggiungere l’aeroporto dalla pur non centrale zona de La Defense : i soldi che risparmiate li pagate in termini di tempo perso.
Abbiamo scelto come sempre tramite l’ottimo booking.com l’Hotel Louvre Rivoli , ad una manciata di minuti dall’uscita della metro e anche della RER, e collegato con due linee della metro, vicino a piedi alla zona del Marais e dall’Hotel de la Ville , il Comune e molte altre attrazioni turistiche, prima di tutte il Louvre.
Le stanze dell’hotel non erano grandi ma di design e molto pulite, ed il bagno era tre volte quello di casa mia, quindi spettacolare :DD e c’era il wi-fi gratuito in stanza , cosa che avevo cercato fin dall’inizio. Ho tentato di farmi -come in Spagna – una SIM ricaricabile di un gestore francese (Orange o SFR), ma non ci sono piani ricaricabili per gli stranieri (credo che vogliano un impegno di un tot di mesi o una cosa del genere) ma ho utilizzato l’opzione di Wind su una seconda SIM che con 2,5 euro al giorno permette di navigare per 50MB . Anche Vodafone ha la medesima offerta, purtroppo la 3 è carissima: esiste – da poco- un’opzione simile che dà ben 100MB al giorno ma al costo di 10 euro che sinceramente mi sembrano una follia.

Il primo bar dove abbiamo pranzato

Appena lasciate le valigie in hotel abbiamo cercato un posticino dove pranzare e ci siamo imbattuti in questo bar / ristorantino , dai classici tavoli piccolissimi ma abbastanza misto, con scritte in spagnolo, il logo dell’Havana Cola e personale un po’ da tutte le parti del mondo. Se la foto è venuta mossa lo dovete alla pessima fotocamera del Nokia Lumia 800, che come avrete letto pochi giorni fa qui sul blog ho rivenduto dopo nemmeno un mese. Decisamente migliore la foto che ho fatto ad Elena con la mia Canon SX 230HS, che potrebbe essere la fotocamera ideale se fosse in grado di registrare un qualsiasi audio ad alto volume ( dai concerti alla discoteca, dove un grammofono dell’800 avrebbe una resa del suono migliore):

Il nostro primo pranzetto a Parigi

Dato che, per i noti problemi che ho di stanchezza cronica attualmente non risolti, la mia vita quotidiana passa dallo stare in ufficio al chiuso per poi andare a dormire a casa al chiuso ,quando sono in vacanza preferisco stare all’aria aperta e quindi il clima fa molto la differenza. La Senna ci ha accolto con un sole e dei colori da cartolina :

La vista della Senna a Parigi a pochi passi dal nostro hotel

Forse c’entra anche il fatto che l’appartamento dove vivo è esposto a Nord e che quindi io non vedo mai , ma proprio mai, il paesaggio fuori dalla terrazza illuminato dal sole (lo vedo solo nel terrazzino ad est , ma la vista è ..del palazzo a fianco ) , ma il sole è proprio una delle cose che apprezzo in un luogo che visito, e Parigi ha giocato la sua carta migliore ! Elena era affascinata dalle arpìe della Cattedrale di Notre Dame, che invece non mi ispiravano molto.

Le arpìe sopra la Cattedrale di Notre Dame

Purtroppo io non riesco ad arrivare a l’ora di cena riposato senza fare un riposino a metà pomeriggio (di quasi un’ora), ed Elena è stata molto paziente, ad ogni modo la stanza dell’hotel era davvero l’ideale.

In hotel

Quando si arriva alla soglia dei 40 anni, il mangiare bene in vacanza assume un’importanza maggiore rispetto a quando sei più giovane e ti fai andare bene anche il Mc Donald. Anche da questo punto di vista, Parigi è stata una vera sorpresa. Dalla colazione ai pranzi alle cene, abbiamo scelto posti in pieno centro e con un ambiente molto accogliente (magari controllando che ci fosse il logo di tripadvisor e cercando le recensioni su internet prima ) che avevano dei menù fissi anche la sera, e anche la domenica ! Abbiamo mangiato della carne squisita e in uno dei due ristoranti con una perfetta crosticina zuccherata (data dagli zuccheri della carne che scottati ad alta temperatura provocano la reazione di Maillard) che ricorderò per molto molto tempo !

Il teatre du Pigalle

Io ho accontentato con piacere Elena che voleva assolutamente vedere gli stores di Kookai , e lei mi ha accontentato nel regalarmi qualche ora la domenica mattina a ballare ad un after con musica house stile Matinée (quindi molto cantata e progressive) . All’inizio ero molto titubante perchè la zona non mi sembrava molto ben frequentata , ma poi mi sono trovato bene , e spero che lo stesso sia stato anche per lei. In consolle, il bravo dj Sebastién Reyes , di cui qui sotto trovate la sessione di ottobre :


Torniamo però alla sera prima, dove abbiamo cenato al ristorante Au Pied de Cochon  dove abbiamo speso circa 25 euro a testa, bevande comprese, per questo splendore:

A cena al ristorante "Au Pied de Cochon"

Ci torneremo sicuramente. Dicevamo della domenica. Dopo l’after ci siamo fatto un giro sulla ruota panoramica dalla quale abbiamo potuto osservare la vista della città fino alla Defense, ed è stata la volta degli Champs Elisee (si scrive così, vero Elena ?) e dell’Arco di Trionfo, e non poteva mancare la Torre Eiffel.

La Torre Eiffel

Qui devo dire che Elena è stata più brava di me nel fare le foto, la prossima volta, molto presto, rimedierò 😀

La Torre Eiffel

La sera della domenica ci ha riservato una bellissima passeggiata per la zona del Marais e di Piazza Vergais (se ricordo bene) dove c’è l’Archivio di Stato ,e li abbiamo cenato nel bellissimo ristorante, davvero accogliente, “Les Bonnes Soreis” , con una cena squisita ed un prezzo ancora una volta che è stato solo una piacevole sorpresa, così differente dall’Italia !

a cena a "Les Bonnes Soreis"

E qui i due gestori del bistrot :

I due gestori del ristorante

Ci sarebbe ancora qualcos’altro da dire, come delle pasticcerie squisite, sia per il dolce che per il salato, sia della colazione e del paesaggio del centro cittadino, così caratteristico e inconfondibile (trovate tutte le foto della vacanza nell’album delle foto nel link della colonna di destra nel blog). Tra meno di due settimane Elena conoscerà per la prima volta Barcellona, la città della festa (e anche della trasgressione, ma con persone sempre educate , solari e civili , a parte davvero rarissime eccezioni) , e il cibo sarà forse così curato e raffinato come quello che abbiamo mangiato a Parigi, ma ciascuno di noi ha una città nel cuore e spero che anche se la sua è Parigi, Barcellona possa lasciarle un bel ricordo (e che non possa conoscere il grosso problema dei borseggiatori di Barcellona) . Ed ora, qualche riga di Elena su quello che questa vacanza a Parigi le ha ispirato:

Il cuore batte forte e non è per lo sforzo di portare su la valigia dalle scale della metro. E’ l’emozione di sapere che quegli scalini sono l’ultimo ostacolo da superare prima di appoggiare piedi e occhi sulla mia splendida Parigi.
Rieccomi, finalmente!
Sono passati 13 anni… è cambiata molto ma è sempre meravigliosa.
La luce del sole gioca con le arpie creando ombre che mi fanno vibrare le corde dell’anima.
Ogni angolo, ogni vetrina, ogni palazzo mi incanta. Mi guardo in giro e vorrei rimanere qui tutta la vita.
Boulangerie e patisserie con vassoi pieni di dolci e salati che ci attraggono e ci ipnotizzano come il canto delle sirene. Impossibile resistere.
Poi mi cade per caso una cornice su un piede e ci troviamo a cenare in un ristorante da dieci e lode.
E mai mi sarei aspettata di ordinare un cappuccino e vederlo arrivare in un calice di cristallo come se fosse il più pregiato dei vini (in effetti il prezzo è stato più o meno quello di un calice di champagne).
Parigi nel cuore, per sempre. Hier, aujourd’hui, demain.

 

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