Sacconi al lavoro

L’altra grande novità del decreto è l’introduzione della patente a punti per chi causa incidenti ai propri lavoratori. Come avviene per la patente di guida, si avrà a disposizione un punteggio iniziale, che verrà decurtato per ogni incidente provocato, fino ad azzerarsi. In quel caso scatterà la chiusura degli impianti, oggi automatica quando vengono scoperte gravi violazioni. In pratica, si potranno causare incidenti o malattie ai propri sottoposti, ma solo entro un certo limite, magari recuperabile se ci si comporta bene. Una barzelletta? Assolutamente no. « Tale strumento opera per mezzo della attribuzione alle imprese e ai lavoratori autonomi di un punteggio iniziale che misuri tale idoneità, soggetto a decurtazione a seguito di accertate violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. L’azzeramento del punteggio per la ripetizione di violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro determina l’impossibilità per l’impresa o per il lavoratore autonomo di svolgere attività nel settore edile», recita il comma Ibis dell’articolo 27. Il decreto introduce anche il principio per cui la responsabilità penale del datore di lavoro in caso di incidenti non è automatica, come oggi, ma deve essere dimostrata. In giudizio può essere citato anche il lavoratore coinvolto nell’incidente, per accertare se lui stesso ha una responsabilità penale specifica.

Il decreto è piaciuto molto ai vertici di Confindustria, che hanno ribadito il loro apprezzamento nell’audizione del 27 maggio 2009 di fronte alle commissioni Lavoro riunite di Camera e Senato. Opposto il parere del sindacato. « La semplificazione normativa serve, ma non deve essere un cavallo di Troia per togliere diritti ai lavoratori. Purtroppo però il ministro Sacconi sta facendo proprio questo, sta togliendo i pioli che reggono l’impalcatura normativa», dice Paola Agnello Modica. « Confindustria vuole che sia definito dettagliatamente per legge tutto ciò che è illecito. Ma poiché la prevenzione dipende molto dall’organizzazione del lavoro, ciò non è possibile. E poi, perché le leggi, per forza di cose, sono più lente dei mercati, dell’evoluzione dei singoli business, della tecnologia», prosegue la dirigente sindacale, che cita il caso dell’amianto, dichiarato illegale solo nel 1992. « Lo si sapeva da molti anni prima che era pericoloso, ma l’illegalità è arrivata dopo », afferma Agnello Modica. « Se all’epoca fossero state vigenti le normative oggi proposte dal ministro Maurizio Sacconi, sarebbe diventato arduo processare i dirigenti della Eternit, responsabili di tante morti a Casale Monferrato o in altre località. »

Verso la riduzione dei controlli e delle sanzioni va anche la direttiva emanata dal ministro Sacconi nel settembre 2008 per organizzare l’attività degli ispettori del lavoro. La direttiva vieta agli ispettori di dare seguito a richieste anonime, ma anche via fax, e-mail e posta. Chi fa una denuncia si deve presentare personalmente. Anche in questo caso, l’ispettore non è mica obbligato a intervenire: « La semplice presentazione agli uffici di una richiesta di intervento non […] comporta per l’amministrazione l’obbligo di dar necessariamente corso alla verifica ispettiva», si legge nel documento. La direttiva sostanzialmente impedisce anche le ispezioni relative ai contratti di collaborazione coordinata e continuata, ai contratti a progetto, alle associazioni in partecipazione. In pratica, si potranno ispezionare solo quelli che non siano stati sottoposti al vaglio di una delle commissioni di certificazione, ben pochi. Ovviamente, chi vuole un lavoratore irregolare lo tiene in nero, non gli fa certo un contratto di collaborazione. E comunque « le collaborazioni coordinate certificate saranno oggetto di verifica ispettiva soltanto a seguito di richiesta di intervento del lavoratore interessato, e sempreché sia fallito il preventivo tentativo di conciliazione monocratica».

Sacconi ammonisce gli ispettori: « La massima prudenza deve guidare i funzionari ispettivi nell’approccio alla vigilanza nella materia di organizzazione dei regimi di orario di lavoro». Invece, viene richiesta « l’assoluta severità in sede ispettiva […] nei confronti dei lavoratori che percependo trattamenti assistenziali, assicurativi o previdenziali si lascino occupare in nero presso datori di lavoro conniventi ». Insomma, se sorprendono un cassintegrato che arrotonda, guai a lui. Ciliegina sulla torta, basta anche con le ispezioni a sorpresa.

(dal libro “Il partito dei padroni” che sto leggendo a piccolissimi pezzi)

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