Il libro (di narrativa), questo grande amico

Roberto, invece , che non sembrava un figlio di papà o un professore , mi stava coinvolgendo, parlandomi proprio di tutto ciò che avevo sempre considerato come distante da me. Lui era uno di noi, non sembrava uno di quegli intellettuali saccenti, non era un saputello presuntuoso quando parlava di libri, ma uno che li amava e che me li faceva sentire accessibili. 
A un certo punto mi ha detto :” Peccato che non ti piace leggere perchè ci sono storie bellissime che ti appassionerebbero, ne sono certo. Ma non voglio romperti con questa storia dei libri , avrei le tue buone ragioni.”
“Dimmi come mai è così importante leggere, secondo te. A cosa può servirmi la storia di uno che ha vissuto anni prima di me in una città lontana migliaia di chilometri ? Con tutti i problemi che ho, perchè dovrei fare anche la fatica di leggere?”
” Se leggere per te è una fatica, fai bene a non farlo.”
“Leggere mi renderebbe una persona felice ? Non credo , i problemi della vita non li risolvo di certo leggendo, ma lavorando.”
” Hai ragione, spesso però la felicità e l’infelicità sono legate anche agli strumenti che hai per affrontare le cose.”
“Sì, ma i miei problemi sono pratici, non di testa.”
“Ma è con la testa che li risolvi, a volte. Non voglio insistere ,però sappi che leggere mette in moto tutto dentro di te : fantasia, emozioni, sentimenti. E’ un’apertura dei sensi verso il mondo , è un vedere e riconoscere cose che ti appartengono e che rischiano di essere non viste. Ci fa riscoprire l’anima delle cose. Leggere significa trovare le parole giuste, quelle perfette per esprimere ciò a cui non riuscivi a dare una forma . Trovare una descrizione a ciò che tu facevi fatica a riassumere.”

Un dialogo bellissimo, del bellissimo “Il tempo che vorrei” di Fabio Volo

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