Un altro suicidio

Mentre aspetto il treno per Verona (20′ di ritardo in arrivo su un’ora di percorso, per la cronaca) , sui tabelloni ritardi tra un’ora ed un’ora e mezza per i treni da Bologna/Roma. Un altro suicidio. Un altro suicidio del quale si saprà qualcosa solo sulle cronache locali. Da anni non sappiamo più di gente che decide di farla finita con la vita , mentre sappiamo ogni giorno di cagnolini e animali abbandonati, con tanto di interviste di persone (donne soprattutto) sdegnate. Già. Il lavoro che non c’è, e quando c’è è sotto forma di sfruttamento, monetario o psicologico. Tu non vali niente, devi fare quello che dico io perchè sono il capo e faccio quello che voglio, in barba alla legge e – se sei nel pubblico – anche in barba ai cari principi di buona amministrazione (raggiungimento di scopi istituzionali e pubblici , economicità delle modalità per raggiungere gli scopi).
E’ la società della non-informazione , della non notizia, e – lo ripete spesso papà – del non lavoro. Il mondo del lavoro fatto di improvvisazione, di continui cambi di rotta, di cose che valgono per adesso, ma domani cambia tutto. Il costo del fare e del disfare, cioè del non fare, si rispecchia tutto in un Paese che non ha più nemmeno quello che aveva negli anni ’60, dai servizi all’educazione delle persone, perchè chi dà il buon esempio, dal Governo centrale a quello locale, al/la dirigente , ti dimostra che non è arrivato lì perchè è competente ma solo perchè ha detto sempre di sì, ha fatto quello che gli/le è stato ordinato senza aver alcuna considerazione di chi stava sotto di lei.

Lunedì scorso a Milano, all’ospedale policlinico, ho fatto uscire un signore ed una signora che uscivano dall’affollata sala di attesa (non ci vuole molto a capire che è piu’ intelligente far uscire le persone da un posto pieno che contribuire a riempirlo) dell’accettazione (un’ora di coda) per degli esami del sangue. La signora dice al marito :” Hai visto che gentile quel ragazzo ? Incredibile che esistano ancora persone così.”. Già. E’ che se sei l’unico, diventi pazzo in un mondo del genere. E ti senti molto solo. Ma in qualche modo ce la farò anch’io.

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