“Polizia, mi mostri i documenti”

dalle lettere del “Mattino di Padova” di oggi

«Sono della polizia, mi mostri i documenti», mi fa un tizio in borghese, esibendo un distintivo (che per quanto ne so
può essere anche quello dell’esercito sovietico o della nazionale di calcio finlandese), mentre, alle 13.20, dall’atrio della stazione di Padova sto raggiungendo l’antistante piazzale per prendere la corriera che dovrebbe riportarmi a casa dopo una mattina di scuola. Seccato dal contrattempo e nel timore di perdere l’autobus, taglio corto ed esibisco la carta d’identità , non nascondendo però il mio stupore e il mio disappunto. «Mi segua, prego», aggiunge secco il tizio, dopo aver telefonato le mie generalità a un collega. «Mi vuol dire perché mi vuol fermare?», domando sempre più seccato e anche assai contrariato dal fatto di dover seguire un poliziotto nella stazione gremita di gente. Per tutta risposta il tizio mi domanda a bruciapelo: «Precedenti?» «Precedenti di che?» sbotto stizzito. «Precedenti», ripete impassibile. «Ripeto, precedenti di che?» rispondo mentre la corriera se ne va. Bene o male si arriva al posto di polizia ferroviaria e lì mi fa aprire la borsa e svuotare il contenuto. Ci sono libri, giornali, quaderni di miei studenti, manca la forse sospirata cocaina. Solo a questo punto devono rendersi conto del granchio preso: «Bene, adesso pu? andare», mi fanno. Come, «bene adesso può? andare»: posso almeno sapere che cosa sospettavate e perché? mi avete fatto perdere una corriera?». «Per un controllo». «Sì?, ma perché? tra tanta gente avete controllato proprio per me?» «Perch? io la vedo sempre girare qui in stazione ». «E’ un reato? Ho un intervallo tra due corriere». Nessuna risposta. Nessun accenno di scuse. Chiedo per ben tre volte le generalità del gentiluomo che mi ha fermato, senza ottenere risposta. Allora, rimettendo gli oggetti in borsa, comincio a brontolare e mi lascio andare a qualche apprezzamento pesante.
E’ un errore, certo. E infatti il tizio mi risponde per le rime, prima mettendo in dubbio la mia onestà, poi dandomi
del «minchione». Non ci vedo più e gli do del «figlio di p.». Su quello mi arriva una manata e nel contempo sbarrano la porta: meglio così, altrimenti penso che non avrei saputo controllarmi e gli avrei messo le mani addosso anch’io.
Domando se si tratta di un episodio normale e se la polizia pu? fermare un onesto cittadino che se ne va per i fatti suoi, facendogli perder tempo, mettendo in dubbio la sua onest e trattandolo alla stregua di un delinquente solo in base a chissà quale assurdo «sospetto».

Franco Damiani
docente di lettere al liceo scientifico «Newton»
di Camposampiero

2 pensieri riguardo ““Polizia, mi mostri i documenti””

  1. Ho letto anch’io questa lettera sul Mattino e devo dire mi ha profondamente meravigliato che un professore di lettere (che solitamente insegnano anche un po’ di storia e magari anche educazione civica e magari un pizzico di diritto, almeno dalle mia parti era così) sia totalmente ignorante di quali siano le procedure e le facoltà delle forze dell’ordine in italia. Deve solo ringraziare che con il suo comportamento da strafottente e con i suoi “apprezzamenti pesanti” l’agente non l’abbia denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale. Certo forse preferiva finire sotto processo che prendersi un minchione e un ceffone. Legalmente parlando, sarebbe stato un atto dovuto, invece l’agente ha preferito rendere pan per focaccia. Stolto l’insegnante a non aver capito.
    “Domando se si tratta di un episodio normale e se la polizia può fermare un onesto cittadino che se ne va per i fatti suoi, facendogli perder tempo”.
    Risposta: Certamente, è il loro dovere, è il loro lavoro, è il loro compito fare controlli. Se si fosse rifiutato avrebbe commesso un reato di resistenza a pubblico ufficiale e sarebbe anche stato condannato.

  2. Loro diritto è fermati e verificare la tua identità, ma non trattarti come delinquente e poi se non lo sei congedarti con un “Se ne vada”. L’educazione deve essere un obbligo per le forze dell’ordine cosi’ come di ogni pubblico ufficiale o personaggio pubblico, ma sono spesso prese da un’ebbrezza dovuta dal potere che hanno, tu sei e sarai sempre per loro un sicuro delinquente, che al massimo si dovrà dimostrare innocente, mai un innocente di cui loro devono scoprire la colpevolezza… La polizia, a parte certi casi, è composta da persone rozze, strafottenti e spesso la carriera nelle armi o in polizia è solo una scelta obbligata di coloro che vogliono aver potere senza studiare.. sono spesso ignoranti delle leggi e soggetti a parzialità e simpatie (e tante volte l’essere donne aiuta con loro). Io stesso ho litigato con un maresciallo dei carabinieri che ignorava del tutto che i divieti di sosta nell’ambito urbano sono limitati dalle 8 alle 20 (erano le 21.30 ed avevo appena posteggiato), salvo diverse indicazioni. Ha insistito che la mia macchina bloccava il passaggio.. Gli gli fatto notare che ci era passato lui con un fuoristrada grosso come un suv senza problemi e che se cercava solo di farmi una multa aveva sbagliato persona e che poteva andarla a fare a tutti i vecchi paesani suoi amici che ubriachi marci guidavano impuniti (alcuni sono anche andati giu’ per dirupi e guidano contromano o sbandando vistosamente). L’unica sua risposta è stato l’appuntarsi i miei documenti e il dirmi di stare zitto, cosa che non ho fatto perchè non aveva nessun diritto o potere di zittirmi. La cosa si è risolta con una multa arrivatami 1 anno dopo (quindi nulla) e con l’ora falsata. Le forze dell’ordine son da riformare da capo. C’é un solo aggettivo per definirle ma andiamo sul generico: sono dittatoriali

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