Islanda a sinistra dopo il collasso economico

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L’Islanda svolta a sinistra dopo 18 anni di Governi conservatori e di politiche economiche liberiste che l’hanno portata alla bancarotta, affidandosi alla leader socialdemocratica europeista Johanna Sigurdardottir, che ha guidato per tre mesi il Governo di transizione, deciso per far uscire il paese dalla crisi economica, sfociata nel gennaio scorso in violente proteste di piazza.

Secondo i dati ufficiali, la coalizione formata da socialdemocratici e Verdi di sinistra è riuscita ad ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento, aggiudicandosi 34 seggi su 63. Il partito dell’Indipendenza, costretto all’opposizione e accusato dalla popolazione di non aver saputo gestire la grave crisi finanziaria, è al minimo storico: 23,7%, con 16 seggi. Due anni fa, in pieno boom economico, aveva ottenuto il 37% dei suffragi, contro il 26,8% dei socialdemocratici e il 14,3% dei Verdi di sinistra.

La premier, prima donna alla guida dell’Esecutivo islandese nonché primo capo di Governo omosessuale, ha proclamato la vittoria ancora prima che lo scrutinio fosse concluso. “Sono commossa, orgogliosa ma umile nel momento in cui viviamo questa grande, storica vittoria del movimento socialdemocratico”, ha dichiarato ai cronisti. È la prima volta dal 1944, da quando l’Islanda ottenne la piena indipendenza dalla corona danese, che la sinistra ottiene la maggioranza assoluta dei seggi dell’Althing, il più antico Parlamento d’Europa.

La leader socialdemocratica, 66 anni, dovrebbe ricevere l’incarico di formare il nuovo Governo nei prossimi giorni dal capo dello Stato, Olafur Ragnar Grimsson.

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