Ero astensionista

dal “Manifesto”

Caro Parlato, come ogni persona di sinistra, ho vissuto con estremo sconforto quest’amara sconfitta. Per queste elezioni sono stato un forte sostenitore del non voto, ma non fino all’ultimo. La tua Votare necesse est, domenica scorsa, mi ha convinto e la mia coscienza civile ha avuto il sopravvento sulla mia coscienza morale individuale…ma fino a un certo punto e mi spiego. La Sinistra Arcobaleno ha innanzitutto sbagliato la scelta del leader: Bertinotti e la sua retorica. Persona di rilievo intellettuale ma oramai incapace di assumere una guida senza, appunto, ricorrere a fraseggi trapassati e retorici. In secondo luogo ha candidato due condannati e un indagato: Francesco Caruso, Daniele Farina e Alfonso Pecoraro Scanio (che pure apprezzavo). Ora, per il solo fatto di averli candidati ha offeso la mia dignità civile prima di tutto. Se perciò era la coscienza civile a spingermi al voto, la stessa coscienza civile doveva guidarmi nella scelta. Doveva essere una scelta netta, chiara. Sono perciò andato a votare con un’idea chiara: dare un segnale alla politica italiana e alla sinistra in particolare. Il Pdl ha candidato 56 tra condannati e indagati, il Pd 18, l’Italia dei valori nessun condannato e nessun indagato. In qualsiasi altro paese europeo sarebbe bastato un semplice indagato (non condannato) per perdere le elezioni. In Italia no, più persone corrotte ci sono e più voti si prendono. C’è evidentemente qualcosa che non va nell’educazione civile italiana, questo è ovvio. Ecco quindi che ho votato alle politiche Di Pietro (persona che non mi emoziona affatto ma che soddisfaceva le mie prerogative) e alle amministrative romane Sinistra critica. Rutelli non lo voterò mai e poi mai.
Tornando al leader, Nichi Vendola è la persona giusta. Bertinotti avrebbe dovuto farsi da parte prima. Caro Parlato, tocca rimboccarsi le maniche e costruire un partito di sinistra, laico e progressista. Uno Zapatero è possibile anche in Italia.
Lettera firmata

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