dal blog di Antonio Di Pietro
Amici del blog, voglio raccontarvi un caso che mi riguarda personalmente, da cui si può trarre una morale della favola in ordine alla disinformazione, che è causa di decadenza della democrazia nel nostro Paese.
Nel 2006, due giorni prima delle elezioni, Il Giornale di Berlusconi sparò in prima pagina un titolo del tipo: “Di Pietro denunciato, indagato”, per una serie incredibile di reati. Mi è sembrato di tornare ai tempi di Mani Pulite in cui, per ogni indagine che facevo, venivo sottoposto ad altre dieci indagini, come se la colpa fosse mia e non di quelli che avevano commesso i reati.
Anche in questo caso, visto che l’Italia dei valori sta avendo successo, ecco arrivare questa notizia. Si trattava di uno di quei personaggi in cerca d’autore che ogni giorno fanno una denuncia, ora nei confronti da una parte, poi dall’altra. La denuncia in questione era del tutto campata in aria, però siccome dopo due giorni si votava, qualche cittadino avrà pensato: “chi me lo fa fare di votare Italia dei Valori?”. Vedete quanto si può essere minati dall’informazione? Non dalla denuncia in quanto tale. Ogni cittadino ha diritto di denunciare ed ogni magistrato ha il diritto di indagare, anzi ha il dovere di indagare. Ed ogni indagato, specie se politico, ha il dovere di correre dal magistrato per dire le sue ragioni, invece di prendersela con i magistrati. E così ho fatto io.
È stata richiesta l’archiviazione, senza neanche sentirmi. La denuncia era tanto strampalata che il giudice non mi ha neanche voluto sentire. All’archiviazione è stata poi fatta l’opposizione, e l’opposizione è stata fissata per febbraio di quest’anno. Ora, siccome è caduto il Governo e si deve votare, tre giorni prima dell’archiviazione, per tre giorni di fila, quel giornale accompagnato da quel tipo d’informazione ha tuonato sempre in prima pagina: “Di Pietro è indagato”. In realtà non ero indagato, avevano già richiesto l’archiviazione. Allora, perché lo facevano? Rifletteteci.
Come funziona l’informazione adesso? È sufficiente mettere una notizia, anche non vera, in prima pagina. Non è necessario che la gente compri Il Giornale, importa che tutte le sere, prima di andare a letto, e tutte le mattine prima di andare a lavorare, quasi tutti i cittadini sentono la rassegna stampa. Quindi, tutti i cittadini hanno quel martellamento nella mente con la notizia sparata in prima pagina, mentre si mettono il pigiama e mentre se lo tolgono.
Apro una parentesi. Vi racconto un caso particolare per chiarirvi quanto è delicata la situazione. Pochi giorni fa, ho visto un giornalino da strapazzo, in cui si leggeva “Pamela Prati: la mia vera storia con Di Pietro”. Eppure io non ho mai avuto nulla a che fare con Pamela Prati. Sono andato a leggere dentro il giornalino e, in una riga piccola piccola, c’era scritto: “Non ho avuto alcuna storia con Di Pietro”. Ma intanto, tutti quelli che leggono la prima pagina, si fanno un’idea completamente opposta alla realtà dei fatti. Ora, se si tratta di Pamela Prati va bene lo stesso, ma se si tratta d’onore, o d’accuse gravissime, se si tratta di fatti penalmente rilevanti, questo è un grave pericolo per chi fa politica.
Quindi, io non critico Il Giornale perché riferisce, e accetto la critica, ma non posso accettare la falsità della notizia.
Io non ho chiesto il rinvio dell’udienza e ci sono andato lo stesso. Quando sono andato lì, ho trovato chi mi accusava che chiedeva il rinvio dell’udienza a dopo le elezioni. Ma come? Per la prima volta trovate un politico che corre dal giudice chiedendo di essere giudicato prima, e voi volete giudicarmi dopo? Mi sono opposto e il giudice mi ha giudicato prima. Ecco, oggi il giudice dice: archiviazione nei confronti di Di Pietro perché il fatto non sussiste. “Il fatto non sussiste”, in termini giuridici, significa che, se fossi stato accusato di omicidio, la persona ritenuta morta sarebbe in realtà viva. In più, il giudice ha aggiunto che gli atti siano mandati al pubblico ministero per valutare il reato di calunnia nei confronti del denunciato.
Voi pensate che domani mattina, quel giornale metterà in prima pagina la notizia, aggiungendo “scusa Di Pietro”? No. Ve lo dico io che cosa succederà: nei prossimi giorni e per ogni campagna elettorale, fino a quando ci sarà Di Pietro nell’Italia dei Valori, nel periodo elettorale ci sarà sempre qualcuno che, invece di misurarsi sui temi politici, si misura sulla diffamazione. E domani, dopo domani, ne inventeranno un’altra e un’altra ancora. Non perché il fatto sia vero o falso, ma perché in questo modo si cerca di frenare il lavoro politico di un partito come l’Italia dei Valori, che ha fatto dalla trasparenza e dalla legalità il suo modo d’essere.
Allora, io mi rivolgo a voi, naviganti di Internet, che avete inviato diversi messaggi e diverse mail, chiedendo spiegazioni e preoccupandovi dello sviluppo della questione, ho scannerizzato questo provvedimento e lo troverete qui in rete, leggetelo. È uno spaccato che vi dice come è possibile che qualcuno fermi il lavoro politico di un partito che si batte per la legalità, cercandone la diffamazione, invece che il confronto sui temi politici. Rifletteteci, perché quel giornale è di proprietà di quel signore che vuole andare a fare il presidente del Consiglio e che così farà, qualora dovesse diventare veramente presidente del Consiglio: eliminerà i propri avversari in questo modo. Non a caso ha chiesto a Ciarrapico di candidarsi con lui, perché gli servono un po’ di giornalisti per poter fare un po’ di disinformazione in più. Allora, se permettete, lasciate che i fatti parlino. I fatti parlano in modo chiaro. Di quella persona, c’è poco da avere fiducia. Egli utilizza i colpi bassi per raggiungere i risultati che, altrimenti, non potrebbe raggiungere perché egli non è credibile.