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Cittadinanzattiva su ticket di 10 euro per ricetta: un prelievo senza contropartita. Il Ministro riveda questa tassa iniqua
La quota fissa di dieci euro su ogni ricetta per visite specialistiche e diagnostica rischia di diventare un prelievo senza contropartita e di incentivare il ricorso al privato. A dirlo è Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato dopo le proteste di numerosi cittadini che da ieri si sono visti applicare la tassa prevista dalla nuova legge finanziaria.
“Abbiamo già dichiarato i nostri dubbi sul ticket al pronto soccorso, in quelle realtà in cui la continuità assistenziale non è garantita, ma questa tassa di 10 euro peserà in misura maggiore sulle tasche dei cittadini, soprattutto per gli esami clinici di laboratorio, come mostra la tabella riportata di seguito su una ricetta tipo per esami di routine
Emocromo |
3.31 |
Colesterolo totale |
2.28 |
HDL |
2.56 |
Trigliceridi |
5.17 |
creatinina |
2.56 |
Azotemia |
1.70 |
Bilirubina tot |
1.70 |
Bilirubina frazionata |
3.40 |
Totale costo delle prestazioni |
22.68 |
Ticket su ricetta |
10.00 |
Costo al cittadino |
32.68 |
In alcuni casi, soprattutto quando si deve fare un numero limitato di esami, diventerà più conveniente ricorrere al privato. Una misura che ci vede assolutamente contrari e che rischia oltretutto di fare un danno al nostro servizio sanitario nazionale”.
Il ricorso al privato sarà incentivato, a maggior ragione, per esami diagnostici come la ecografia mammaria o addominale che da ieri costa, nel pubblico, 46,15 euro (36,15 di ticket più 10 euro per l’impegnativa) a fronte di un costo che spesso nel privato non supera i 50 euro con tempi di attesa, tra l’altro, più brevi.
In queste ore si sta approfittando della confusione dei primi giorni e della scarsa informazione dei cittadini per far cassa sulle spalle della gente. Ad esempio le aziende sanitarie chiedono ai cittadini di pagare la quota di 10 euro per prestazioni prenotate nel 2006 ed effettuate nel 2007 a causa delle liste di attesa: in questi casi, al danno si aggiunge la beffa.
Per questo Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato chiede al Ministro Turco di fare chiarezza per evitare abusi nei confronti dei cittadini e soprattutto di rivedere la decisione di applicare la quota fissa di 10 euro per ricetta, ad esempio abolendola per gli esami diagnostici che costano meno di dieci euro.
Hehehe, ve lo siete votato? In questo periodo devo dire che godo assai. Ok, io pagherò di più, ma mi piace vedere che anche i miei amici che l’hanno votato si sono presi le proprie bastonate! A volte non si riesce a vedere più in là del proprio naso.
Ah certo, mentre voi che avete rivotato Berlusconi dopo 5 anni di malgoverno, avete una prospettiva di medio-lungo termine (vedi cartolarizzazioni ed enti pubblici che vengono i loro immobili per andarci in affitto, condoni continui, ecc.) . Il governo precedente aveva tanto a cuore il futuro dei lavoratori che ha ben pensato di fare una legge che annienta lo stato sociale in un sol colpo, la famigerata Biagi. Guarda, potrà anche essere un pessimo governo questo, ma un governo peggiore di quello Berlusconi, no, non riuscirei ad immaginarlo. Ma ti sei già dimenticato di Previti ministro della Difesa ? E della legge sulla procreazione assistita ? voi si, che guardate solo al vostro esclusivo rendiconto personale…..
1. In questo post si sta parlando del pagamento del ticket, mentre tu esordisci con la legge Biagi, che non ho presente al 100%, ma mi sembrava parlasse di flessibilità dei lavoratori e non di ticket per presationi mediche. Quindi il tuo intervento mi sembra decisamente OT.
2. Se li hai votati perché ora ti lamenti?
3. Visto che hai tirato in ballo un OT sulla legge Biagi, beh, a difesa delle aziende posso dire che è più facile divorziare dalla moglie che da un dipendente (questo ovviamente lo dico per esperienza visto che ho e che ho sempre avuto diverso personale).
Riguardo al terzo paragrafo dell’ultimo commento dell’interprete, per riprendere le sue stesse parole, “a volte non si riesce a vedere più in là del proprio naso”….. Anch’io parlo per esperienza e ti garantisco che la legge consente di divorziare molto facilmente da un dipendente, anzi, il più delle volte non si può neanche parlare di “divorzio” in quanto il matrimonio non viene nemmeno “celebrato” (vedi collaborazioni occasionali, co.co.pro., lavoro in nero, ecc. ….). Diciamo che invece del matrimonio è più diffusa la convivenza anche nel mondo del lavoro……??
Comunque, interprete, take it easy, e vivi sereno!!